Tecnica del Nuoto.
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Emozioni in continuo con esiti previsti, o prevedibili, che si alternano ad eventi sorprendenti. Questa è l’Olimpiade. Emozioni forti, che a volte fanno male, come quelle legate ai deludenti piazzamenti di Federica Pellegrini e Fabio Scozzoli. Ai quali, sia chiaro, non ci sentiamo di rimproverare nulla, perché si sono battuti al meglio delle loro attuali possibilità. Ma non era giornata. Emozioni per i primati del mondo della Vollmer e di Van der Burgh. Invidia per le due, meritatissime, medaglie d’oro della Francia. Emozione per il tempo strepitoso della quindicenne lituana Ruta Melutyte nelle semifinali dei 100 rana. Questa, in sintesi, la serata odierna.
Finali
Finale 100 farfalla donne. L’americana Dana Vollmer si aggiudica da gran signora, a tempo di record del mondo - 55.98 -, una vittoria prenotata da tempo. Elegante, leggera, potente: una riedizione in chiave moderna delle Madame Butterfly delle piscine. Non poteva non essere così data la sua superiorità straripante, ampiamente evidenziata in batteria e nelle semifinali. Seconda, staccatissima, la cinese Ying Lu (56.87) e terza l’australiana Alicia Coutts (56.94). Quarta la svedese Sarah Sjostrom, in 57.17. Quinta, alle sue spalle, staccata di un solo decimo, la bravissima Ilaria Bianchi, in 57.27. Una prestazione da ricordare la sua. Stati Uniti, Cina, e Australia consolidano da subito la loro leadership nel medagliere.
Finale 100 rana uomini. Cameron van der Burgh vince con un favoloso 58.48, secondo record mondiale della giornata, terzo dell’Olimpiadi fino ad ora. Secondo è l’ottimo australiano Christian Sprenger in 58.93 e sorprendente terzo il redivivo americano Brendan Hansen, in 59.49. Poi: l’ungherese Daniel Gyurta quarto in 59.53; il giapponese Kosuke Kitajima, quinto con 59.79; sesto l’altro australiano Brenton Rickard in 59.87; settimo Fabio Scozzoli Scozzoli con 59.97. Grande rammarico per Scozzoli che è stato nella lotta per il podio fino ai 75 metri. Addolorato pure Kitajima, che puntava alla terza vittoria olimpica consecutiva in questa gara, dopo quelle del 2004 e 2008.
400 stile libero donne. Diciamo la verità: l’esito è esattamente quello che ci aspettavamo, anche se ciascuno di noi, in cuor proprio, sperava che Federica Pellegrini riuscisse a fare il miracolo, regalandoci un improbabile colpo d’ala. Alle Olimpiadi per vincere occorre migliorarsi: è una regola che ha le sue eccezioni ma che funziona quasi sempre. Ha vinto chi doveva vincere, chi aveva costruito le premesse di questa vittoria durante tutta la stagione, la francese Camille Muffat. Lo ha fatto grazie a una preparazione perfetta, anche mentale. Lo ha fatto con una nuotata bella ed efficace, perfetta. Lo ha fatto con autorevolezza, nuotando in testa dall’inizio alla fine. Ha vinto da predestinata. La vittoria non poteva sfuggirle. Se l’aspettava e l’ha conquistata meritatamente. Ha vinto in 4:01.45, gran record olimpico, tenendo bada le irruenze e le voglie dell’americana Allison Schmitt, brillante seconda in 4:01.77, record americano, a soli 22 centesimi dalla rivale. In ottava corsia, sospinta dall’entusiastico clamore del pubblico, l’inglese Rebecca Adligton, con volontà e orgoglio, agguanta il bronzo in 4:03.98, soffiandolo alla danese Lotte Friis (4:03.98). Anche Federica Pellegrini, in prima corsia, lotta con orgoglio e con grande volontà. Cerca in tutti i modi di inserirsi nella lotta per il podio, e riesce a mantenendo la terza posizione per oltre due terzi della gara. Ma oggi non è in stato di grazia, la sua nuotata sembra un po’ arruffata, e non ce l’ha fa. Il quinto posto, in 4:04.50 ( a 3.05 secondi dalla vincitrice) replica, anche nel crono (4:04.56) quello di Pechino 2008, e come allora non può essere soddisfacente. Alle sue spalle la francese Coralie Balmy peggiora di circa due secondi rispetto al mattino: è sesta e delusa, in 4:05.85.
Staffetta 4x100 stile libero uomini. A sorpresa vince la Francia in 3:09.93, grazie a ad un quartetto veloce ed equilibrato ma soprattutto grazie a Yannick Agnel chein ultima frazione infligge un secondo netto al suo avversario americano, niente meno che Ryan Lochte: 46.74 per il francese, 47.74 per lo statunitense. In prima frazione Leveaux è terzo(48.13), in seconda Gilot guadagna laseconda posizione (47.67); in terza Lefert la mantiene (47.39); poi Agnel finisce il lavoro nel modo che abbiamo detto. Gli Stati Uniti sono in testa sino ai 350 metri, grazie ad Adrian (47.89), Phelps (47.15, seconda frazione più veloce dopo quella di Agnel) e Jones (47.60). Poi Lochte rovina tutto priva se stesso e Phelps della medaglia d’oro. Immaginiamo l’ira di “big” Michael, già fra i due non corre buon sangue. Ai giornalisti ha detto sarcasticamente: “Almeno oggi ho vinto una medaglia”. Poi, più seriamente, Phelps ha aggiunto: “Oggi mi sono sentito meglio di ieri, sono stato capacedi mettermi alle spalle quello che è successo ieri”. Terzo il quartetto russo in un ottimo 3:11.41. Solanto quarta, in 3:11.63, l’Australia di “Missile” Magnussen (48.03 in prima frazione) e “Rocket” Roberts (48.09 in ultima). Ottava l’Italia (3:14.13), con Dotto (48.73, 6°), Orsi (48.42, 7°), Santucci (48.88, 7°) e Magnini (48.10, 8°).
Semifinali
Semifinale 200 stile libero uomini. Paul Biedermann (GER) si ricorda di essere campione del mondo; parte di gran carriera, combatte e finisce ancora pieno di energie. Vince la prima semifinale in 1:46.10 davanti a Ryan Lochte(USA), 1:46.31, e all’accoppiata Danila Izotov (RUS) e Robbie Renwick (GBR) 1:46.65. Come in mattinata l’americano finisce secondo, staccato esattamente di 21 centesimi dal vincitore. Una coincidenza? Una tattica? Probabilmente entrambe. La seconda semifinale è più veloce: i tempi dei primi tre sono migliori di quello di Biedermann. Se l’aggiudica, in 1:45.61,Yang Sun (CHN) che controlla agevolmente il campo e tocca in scioltezza. Secondo è Yannick Agnel (FRA), in 1:45.84; terzo Tae-Hwan Park (KOR) , in 1:46.02. Ottavo finalista Thomas-Fraser Holmes (AUS), con 1:46.80.
Semifinali 100 rana donne. Rebecca Soni vince la prima semifinale in 1:05.98, l’unica sotto l’1:06. Seconda la connazionale Breeja Larsson in 1:06.70 e terza la giapponese Satomi Suzuki in 1:07.10. Nella seconda semifinale Ruta Melutyte, spavalda quindicenne lituana, rana perfetta, robotizzata, vince in 1:05.21, miglior tempo delle semifinali: 77 centesimi più veloce di quello dellaSoni. La Melutyte non è uno scherzo di carnevale ma una splendida nuova realtà. La Soni può cominciare a preoccuparsi, anche perché la giovanissima lituana ha detto di voler fare del suo meglio “per vincere la gara”. Entrambe devono stare attente alle velleità della russa Iulia Efimova, che con il terzo tempo di oggi (1:06.57) non si sente esclusa dalla lotta per il titolo. Serve uno spareggio per designare l’ottava finalista. Lo vince la giamaicana Alia Atkinson, in un ottimo 1:06.79, quarto tempo delle semifinali, sulla canadese Tera Van Beilin (1:07.73)
Semifinali 100 dorso uomini. Come nelle batterie l’americano Matt Grevers mette in fila tutti con 52.66, ad appena 12 centesimi dal record olimpico stabilito dal connazionale Aaron Peirsol a Pechino 2008. 71 centesimi racchiudono gli altri finalisti, capeggiati dal francese Camille Lacourt (53.03).
Semifinali 100 dorso donne. Miglior tempo per l’australiana Emily Seebohm con 58.39. Secondo tempo per Melissa Franklin in 59.12; terzo e quarto per le asiatiche AyaTerakawa (JPN), 59.34, e Jing Zhao /CHN), 59.55, In finale anche Zueva, Spofforth Hocking e la cinese Fu. Kirsty Coventry (ZIM) sul viale del tramonto è 14a in 1:00.39, un posto dietro ad Arianna Barbieri (1:00.27).