Tecnica del Nuoto.
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Ieri sono stato alla conferenza stampa degli australiani; questa mattina a quella degli americani e, subito dopo, a quella degli italiani. Comune denominatore la consapevolezza di avere effettuato un’ottima preparazione e l’ottimismo.
Gli australiani hanno schierato dietro al tavolo, tutte insieme, le tre punte maschili – Christian Sprenger, Cameron McEvoy e Mac Horton - e le tre punte femminili – Cate Campbell, Emily Siobahn ed Emma McKeon, i primi tre alla sinistra le seconde tre alla destra del Head Coach, l’olandese Jacco Verhaeren, ingaggiato l’anno scorso.
Anche gli americani hanno schierato le loro migliori punte, due per genere. Prima le donne, Missy Franklin e Katie Ledecky con il tecnico David Salo; poi gli uomini, Ryan Lochte e Nathan Adrian con il tecnico Dave Durden.
Diverso il format degli italiani. Davanti ai nostri giornalisti sono comparsi, uno alla volta, Federica Pellegrini, Filippo Magnini, Gregorio Paltrinieri, Marco Orsi e il CT Cesare Butini.
Verhaeren, già tecnico della Nazional olandese, e personalmente di Ranomi Kromowidjojo, ha impattato assai positivamente con la realtà australiana, e con la Nazionale aussie. E’ riuscito a risollevarne il morale dopo le controverse vicende dell’olimpiade londinese del 2012, e a ricreare lo spirito di squadra che era andato perduto. Il suo mantra (“ci siamo preparati bene, daremo il massimo”) è stato recepito e ripetuto da tutti i nuotatori.
La più serena, sorridente e convinta dei propri mezzi, è sembrata la Campbell (foto sotto) che, non a caso, detiene le migliori prestazioni dell’anno sia nei 50 che nei 100 metri stile libero (quest’ultima alla pari con l’olandese Femke Heemskerk).
Molto speranzoso anche Horton (foto sotto, il primo a destra) che è sembrato non temere nessuno, nemmeno il ritorno di Yang Sun. Egli ha avuto buone parole per Gregorio Paltrinieri, di cui ha ricordato il mese in cui lo scorso autunno i due si sono allenati assieme in Australia.
Poco loquace la McKeon, che sarà della partita nei 200 stile libero, dove il podio sembra esserle precluso da almeno un quartetto di avversarie.
Come al solito il mantra degli americani è stato: “Siamo una squadra forte, in vasca daremo tutto per realizzare le nostre migliori prestazioni”. David Salo, con una vena d’ironia, ha sottolineato: “Non pensiamo né alle medaglie né ai record, bensì a dare il meglio di noi stessi. Va da se che se ci riusciamo vinceremo medaglie, e potranno anche cadere record del mondo”.
Anche il clan italiano ha palesato la serena consapevolezza che deriva da una preparazione adeguata e azzeccata. “Squadra numerosa ma molto unità”, secondo Butini. E’ d’accordo anche la Pellegrini, che ha sottolineato: “Erano anni che non respiravo questa clima di entusiasmo nella squadra dove accanto a noi pochi veterani ci sono numerosi giovani”. Per quanto la riguarda lei stessa detto: “Quest’anno sento di avere ritrovato qualcosa che mi sembrava di avere perduto, e il crono di Vichy (1:55 netti, terzo tempo dell’anno) mi ha detto che sono sulla bona strada. Sarà una gara apertissima e difficile che si risolverà negli ultimi cinque metri”.
Per “scaldarsi” la Pellegrini disputerà la staffetta 4x100 stile libero, in programma il primo giorno, ma è la 4x200 di cui è innamorata e dove sogna il podio assieme alle sue compagne.
Federica compirà 27 anni il 5 agosto, proprio il giorno della finale dei 200 stile libero. Ha detto: “Non sono scaramantica ma se in quel giorno venisse una medaglia sarei ancora più felice”.
Sarebbe la sua sesta medaglia mondiale consecutiva. Proprio su questo tema, alla conferenza degli Sati Uniti, una giornalista australiana ha chiesto alla Franklin e alla Ledecky (foto sotto, nell'ordine) che cosa ne pensavano di “questa italiana” che non è mai stufa di vincere. Risposta, all’unisono: “E’ una grande campionessa; è ammirevole e anche stavolta ci darà del filo da torcere”.
La fotografia della Campbell è di Andrea Masini/Deepbluemedia.eu-Inside.com
Le foto dell'Australia e delle americane sono di Camillo Cametti
La foto di copertina è di Giorgio Scala