Direttore Responsabile: Camillo Cametti

Camillo Cametti at Large

Editoriale – Il Bilancio della Partecipazione italiana a Rio De Janeiro

Italia, mai così bene alle Olimpiadi!

L’Italia è l’unico Paese ad avere vinto medaglie – otto in tutto - in ben quattro delle cinque discipline governate dalla FINA. La FIN è la federazione nazionale che ha contribuito con il maggior numero di medaglie – oltre un quarto del totale – al medagliere olimpico del CONI. Nuoto a due facce: punte scintillanti, squadra opaca.

  • Share
Rio2016 Olympic Games

A Rio de Janeiro, a conclusione della XXXI Olimpiade, l’Italia è risultato essere l’unico Paese ad avere vinto medaglie – otto in tutto - in ben quattro delle cinque discipline governate dalla FINA: 3 nel nuoto (1 oro e 2 bronzi), 2 nella pallanuoto (un argento e un bronzo), 2 nei tuffi (un argento e un bronzo) e una nel nuoto in acque aperte (d’argento).

Soltanto il nuoto sincronizzato non è entrato nel medagliere, ma anche in questa disciplina il progresso è testimoniato dai risultati conseguiti, i migliori alle Olimpiadi.

Basterebbe questa considerazione per mandare in archivio la nostra partecipazione a Rio con l’etichetta “Grande Successo”. Un’etichetta avvalorata da un altro dato: le 8 medaglie della FIN rappresentano il 28,57 per cento delle 28 (8, 12, 8) medaglie vinte a Rio, sotto l’egida del CONI, dall’intero movimento sportivo italiano, ivi rappresentato da una ventina di federazioni: come dire, tra un terzo e un quarto dell’intero bottino.

Queste le 8 medaglie della Federnuoto a Rio:

1 Oro: Gregorio Paltrinieri nei 1500m stile libero (13 agosto)

3 Argenti: Tania Cagnotto e Francesca Dallapè nei tuffi sincronizzati da 3 metri (7 agosto); Rachele Bruni nella 10 Km (15 agosto); Setterosa (19 agosto).

4 Bronzi: Gabriele Detti (2) nei 400m stile libero (6 agosto) e nei 1500m stile libero (13 agosto); Tania Cagnotto nel trampolino da 3 metri (14 agosto); Settebello (20 agosto).

In una nota diffusa il 20 agosto, ultima giornata delle Olimpiadi per quanto riguarda le discipline acquatiche della FINA, la FIN ha spiegato così i suoi successi a Rio:

“Il record storico di otto medaglie ai Giochi, con nuoto, fondo, tuffi e pallanuoto maschile e femminile sul podio di Rio de Janeiro, chiude un quadriennio ricco di successi, con 29 medaglie mondiali (7 d'oro) e 111 europee (37 d'oro) conquistate nelle discipline olimpiche e 27 nel mondiale/rescue (9 d'oro) e 37 europee (14 d'oro) nel nuoto per salvamento.

Un bilancio sportivo in continua crescita, sostenuto dall'aumento dei praticanti, da investimenti tecnici ed economici nei centri federali, dalla promozione della cultura dell'acqua per la salvaguardia della vita umana, dalla diffusione capillare delle scuole nuoto federali, dall'aggiornamento continuo di corsi didattico-gestionali e di formazione.

I risultati ottenuti sono da ascrivere all'impegno e alla professionalità di atleti, tecnici, dirigenti, giudici, assistenti bagnanti e soprattutto alle società sportive, di livello territoriale e nazionale, che sono il motore delle squadre nazionali: vertice di una piramide sostenuta da una base di oltre 5.000.000 di praticanti”.

Quella di Gregorio Paltrinieri  è la quinta medaglia d’oro vinta nel nuoto dall’Italia alle Olimpiadi. In precedenza c’erano stati i due ori di Domenico Fioravanti, nei 100m e 200m rana, e quello di Massimiliano Rosolino nei 200m misti a Sydney 2000,  e l’oro di Federica Pellegrini nei 200 stile libero, con record del mondo, a Pechino 2008.

Complessivamente, alle Olimpiadi, l’Italia ha vinto 20 medaglie, le prime tre con Novella Calligaris a Monaco 1972 (sotto l’elenco).

La medaglia d’oro di Gregorio Paltrinieri e  le due medaglie di bronzo di Gabriele Detti (in copertina) sono strameritate: preparate bene e volute con tutte le forze, fisiche e mentali, dai nostri due alfieri; volute e programmate con meticolosità e sapienza da Stefano Morini, il coach che grazie a questi successi sarà certamente eletto Allenatore dell’Anno per la quarta volta consecutiva.

Se l’oro di Paltrinieri era atteso, poiché l’atleta emiliano si era presentato a Rio con le migliori credenziali stagionali (cosa che probabilmente ha indotto il campione uscente, il cinese Yang Sun, a mollare in batteria, adducendo ancora una volta un malessere fisico…febbre?), le medaglie di bronzo di Detti sono l’espressione del trionfo della volontà, entrambe conquistate sull’ultima bracciata, e per un unghia.

All’attivo della spedizione azzurra anche i due record italiani e le due finali delle staffette femminili 4x100m stile libero e mista.

Potrebbe essere considerato positivamente anche il quarto posto di Federica Pellegrini nei 200m stile libero…perché un quarto posto alle Olimpiadi ha pur sempre un grande valore (foto sotto, dopo l’arrivo).

Rio2016 Olympic Games

Tuttavia, se si considerano le premesse il risultato della nuotatrice veneta è deludente. Infatti, dopo una stagione tutta positiva, dopo il terzo tempo mondiale stagionale realizzato in giugno al Sette Colli, dopo le sue prestazioni in batteria e in semifinale, non si poteva non scommettere sulla sua presenza certa sul podio, come minimo per mettere al collo la medaglia di bronzo.

Così non è stato, e occorre prendere atto con rammarico che, nella straordinaria e lunga carriera della Pellegrini, questa è la seconda volta consecutiva che le Olimpiadi riservano una grande delusione, a lei e a noi con lei.

Con la differenza che mentre il risultato di Londra (quinto posto sia nei 200m sia nei 400m stile libero) fu la conseguenza logica di un percorso di avvicinamento accidentato il risultato di Rio è frutto dell’imponderabile, tuttora all’esame dell’interessata e del suo bravo tecnico Matteo Giunta.

A Rio ha deluso anche gran parte della squadra. Quasi nessuno ha migliorato, e nemmeno ripetuto, il proprio miglior tempo stagionale (nemmeno Paltrinieri che, però, data la sua superiorità, non ne ha avuto bisogno), e ciò si è riflettuto sul mancato accesso ad un buon numero di finali – e anche di semifinali – che erano alla portata dei nostri.

Assieme alle medaglie, le percentuali di miglioramento dei record personali e di accesso alle finali (e semifinali) sono indicatori che esprimono la misura del successo o meno di una spedizione.

Ad esempio la Gran Bretagna ha registrato fra i suoi nuotatori una percentuale di migliori tempi stagionali di oltre il 60 per cento, l’Australia di circa il 26 per cento. Mentre i britannici si sono detti molto soddisfatti della loro Olimpiade gli Australiani hanno preso atto del loro sostanziale insuccesso e hanno iniziato studiarne le cause (certamente diverse da quelle del flop di Londra 2012).

 

Il CT Cesare Butini ha ammesso che “l'Olimpiade non è andata esattamente com'era nelle aspettative, e in linea con gli splendidi risultati ottenuti nel corso del quadriennio”. Le ragioni? Per Butini “qualcuno ha perso il proprio equilibrio”. “L'Olimpiade – ha proseguito il CT nella sua analisi a caldo - è una manifestazione logorante, molto dispersiva rispetto ai Mondiali ed agli Europei. Si condividono spazi, sia al Villaggio sia in ambienti comuni, con supercampioni di altri sport; le distrazioni possono essere molteplici malgrado le attenzioni poste in essere. Gli aspetti psicologici, mentali ed emotivi possono prendere il sopravvento negativamente”. “Sulla preparazione non possiamo rimproverarci nulla".

 

Italia a parte, a Rio abbiamo assistito al consueto strapotere degli Stati Uniti; a molte gare emozionanti e di qualità, con un buon numero di record – mondiali, olimpici e continentali; ai trionfi di Michael Phelps, il più grande atleta di sempre, e della straordinaria Katie Ledecky, una Phelps al femminile; ai successi incredibili e inattesi di nuotatori stagionati, come quello dell’americano Anthony Ervin, 35 anni, nei 50m stile libero (sedici anni dopo avere vinto la stessa medaglia a Sydney 2000), e di nuotatori teen-ager esplosi proprio a Rio, come Jeff Schooling, il ragazzo di Singapore che ha vinto i 100m farfalla davanti a un trio di super assi – Phelps, Chad Le  Clos e Laszlo Cseh –, secondi a pari merito!

Di tutto questo, e molto altro, tratteremo in un prossimo articolo.

 

Le 20 Medaglie Olimpiche del Nuoto Italiano

5 ori, 4 argenti e 11 bronzi

Monaco 1972 
Argento di Novella Calligaris nei 400 stile libero
Bronzo di Novella Calligaris negli 800 stile libero

Bronzo di Novella Calligaris nei 400 misti

Seoul 1988 

Bronzo di Stefano Battistelli nei 400 misti

Barcellona 1992
Bronzo di Stefano Battistelli nei 200 dorso
Bronzo di Luca Sacchi nei 400 misti

Atlanta 1996

Bronzo di Emanuele Merisi nei 200 dorso
Sydney 2000
Oro di Domenico Fioravanti nei 100 rana
Oro di Domenico Fioravanti nei 200 rana
Oro di Massimiliano Rosolino nei 200 misti
Argento di Massimiliano Rosolino nei 400 stile libero
Bronzo di Massimiliano Rosolino nei 200 stile libero
Bronzo di Davide Rummolo nei 200 rana
Atene 2004
Argento di Federica Pellegrini nei 200 stile libero
Bronzo della 4x200 stile libero maschile (Massimiliano Rosolino, Emiliano Brembilla, Simone Cercato e Filippo Magnini)
Pechino 2008 
Oro di Federica Pellegrini nei 200 stile libero
Argento di Alessia Filippi negli 800 stile libero
Rio de Janeiro 2016
Oro di Gregorio Paltrinieri nei 1500 stile libero
Bronzo di Gabriele Detti nei 1500 stile libero
Bronzo di Gabriele Detti nei 400 stile libero

 

Le foto sono di Andrea Staccioli/Deepbluemedia/Insidefoto

Leggi anche...