Direttore Responsabile: Camillo Cametti

Nuoto

A Sydney l'Australia riscopre Grant Hackett e il mezzofondo maschile

Australia super nel mezzofondo tra futuro, presente e passato: dietro Horton e McKeon c’è il “nuovo” Hackett

L'Australia riscopre Grant Hackett, tornato a gareggiare dopo oltre sei anni dal ritiro. E a quasi 35 anni, e con soli pochi mesi di allenamento, stupisce nei 400 stile libero ai Campionati nazionali a Sydney. Cede soltanto alle super prestazioni di due giovani velocissimi come Mack Horton (3'42''84 e terzo aussie più veloce di sempre) e David McKeon.

  • Share
XIXX Olympic Games

L’Australia manda messaggi inequivocabili al mondo tramite i suoi mezzofondisti nuovi e “datati”. E nella finale più attesa del venerdì d’apertura ai Campionati Australiani in vasca lunga, quella dei 400 stile libero maschili, è arrivato lo spettacolo. La gara non ha segnato soltanto il ritorno in grande stile - dopo aver detto basta nel lontano 2008 - di Grant Hackett uno dei più grandi nuotatori di sempre. Quest’ultimo (nella foto di copertina di Deepbluemedia.eu/G.Scala, durante una delle sue ultime gare ai Giochi 2008) è tornato con un “botto” da 3’46’’53, dopo essere sceso sotto i 3’50 in semifinale. Ma vede superarsi anche i due giovani rampanti del Down Under come – citati in ordine d’arrivo - Mackenzie “Mack” Horton e David McKeon. Il 3’42’’84 del vincitore, lo fa salire in vetta alle graduatorie mondiali del 2015 e gli consente di scalare quelle all-time in tessuto, fino al quinto posto. E inoltre lo fa inserire in nona posizione in quelle generali, che tengono conto anche dei crono realizzati nell’era del poliuretano.

Soffermandoci però sulle graduatorie (comprensive dei costumi gommati), Horton scavalca lo statunitense Peter Vanderkaay e fa scivolare fuori dalla top ten il crono d’argento di Massimiliano Rosolino a Sydney 2000, dove il napoletano finì secondo alle spalle dell’altro mito del nuoto Ian Thorpe. Quest’ultimo però non cede l’attuale record australiano, nonché il miglior tempo mai nuotato in tessuto in 3’40’’08. Oltre al 18enne fiore all’occhiello del nuoto aussie, è velocissimo anche McKeon. Trascinato da una finale d’altissima qualità, vola anch’egli fino a 3’44’’28. Superata così nel ranking di tutti i tempi un’altra leggenda del nuoto australiano e mondiale come Kieren Perkins.

Così gli Australian Swimming Championships, iniziati oggi nella vasca del Sydney Olympic Park Aquatic Centre, e che proseguiranno fino al 10 aprile, non segnano solo la rinascita australiana nel giorno del primo vero ritorno di Hackett. Le prestazioni dei due più giovani Horton e McKeon – rispettivamente classe 1996 e 1992 – sono eccellenti: tant'è che avrebbero permesso a entrambi di salire sul podio olimpico di Londra 2012 alle spalle del solo Sun Yang. Tutti e due però sono balzati in testa alle classifiche del 2015 sulla distanza. L’eterno Hackett è quarto, subito dietro l’inglese James Guy. Per trovare il primo di una generazione diversa – ovvero dei nati negli anni ‘80 - da quella di Horton, McKeon o dello stesso britannico, bisogna scalare in ottava posizione occupata dell’americano Conor Dwyer.

Di seguito i passaggi di Horton, McKeon e Hackett in finale, che hanno rispettivamente occupato i tre gradini del podio ai Nationals di Sydney nei 400 sl. Si sono qualificati per i Mondiali 2015 a Kazan i primi due classificati. Da notare il notevole cambio di marcia del vincitore dopo i 300 metri e soprattutto nell’ultima vasca, chiusa in 26’’72. Hackett è rimasto a contatto dei due giovani rivali per oltre metà gara.

Horton: 25’’81, 54’’24 (28’’43), 1’22’’51 (28’’27), 1’’51’’36 (28’’85), 2’19’’52 (28’’16), 2’48’’09 (28’’57), 3’16’’12 (28.03), 3’42’’84 (26’’72).

McKeon: 25’’84, 54’’05 (28.21), 1’22’’53 (28’’48), 1’ 51’’29 (28.76), 2’19’’79 (28’’50), 2’48’’46 (28.67), 3’16’’68 (28.22), 3’44’’28 (27.60).

Hackett: 25''79, 54’’06 (28’’27), 1’22’’74 (28’’68), 1’ 51’’60 (28.86), 2’20’’37 (28.77), 2’ 49’’20 (28.83), 3’18’’20 (29.00), 3’46’’53 (28.33).

Dunque gioisce e manda un messaggio fortissimo ai rivali, Mack Horton. Il talento ancora 18enne cresciuto da coach Craig Jackson, lancia il primo guanto di sfida al chiacchieratissimo – dopo il caso emerso solo nel novembre scorso di positività al doping e la sospensione già scontata nell’estate 2014 – cinese Sun.

Anche alla luce di questo exploit del giovanissimo aussie, la scelta di Gregorio Paltrinieri di vivere nello scorso mese di ottobre l’esperienza di uno stage al Vicentre Swimming Club di Melbourne, per carpire il contesto di vita e qualche abitudine d’allenamento con il talento d’Oceania, ha giovato senz’altro al carpigiano, che se lo ritroverà di fronte nei 1500 e negli 800 metri iridati in agosto. “Concentrandomi sul 1500, - ha detto Horton - ho ottenuto una buona spinta per i 400. Anche l'anno scorso è stato un buon trampolino di lancio per entrare nella squadra ai Giochi del Commonwealth e ai Pan Pacifici. Per i Mondiali è un buon passo in avanti e un trampolino di lancio per le Olimpiadi. Quindi è tutto in costruzione”.

Alla sua prima gara importante del 2015, Horton si è così confermato. Colui che nell’agosto 2013 riaccese la speranza australiana agli ultimi Mondiali Juniores, nei quali stravinse con quattro ori individuali su 200, 400, 800 e 1500 stile libero. Allora, tra i suoi avversari c’erano proprio James Guy e il nostro Andrea Mitchell D’Arrigo. Successivamente e in contesti più alti arrivò, alle spalle di Ryan Cochrane, fino all’argento negli 800 metri e al bronzo nei 1500 ai Giochi Pan Pacifici 2014 e un mese prima, all’oro nella 4x200 australiana ai Giochi del Commonwealth di Glasgow. Sarà l’erede dei vari Perkins e Hackett? Sarà difficile emularne le gesta nella storia della Nazionale australiana. Inoltre il secondo vuole ancora un posto da protagonista assoluto.

 

Pluri gold medal HORTON Makenzie

Mackenzie "Mack" Horton durante i Campionati Mondiali Juniores 2013. Il 18enne (compirà 19 anni il prossimo 25 aprile), vinse allora 5 ori e un argento. Photo R.Pannunzi/Insidefoto/Deepbluemedia.eu

 

Già perché il 34enne – il 9 maggio arriverà a trentacinque primavere - allenato da Denis Cotterell ha smaltito tutta la ruggine dopo una lunghissima inattività. E così lancia il suo guanto di sfida ai Giochi 2016 con un 3’46’’53 che gli sarebbe valso la finale sia alle ultime Olimpiadi londinesi, sia ai Mondiali di Barcellona 2013. Inoltre, da qui ai Campionati iridati di Kazan, potrà senz’altro consolidare la sua candidatura, quantomeno in staffetta. Il due volte campione olimpico nei 1500 – Sydney 2000 e Atene 2004 – e dieci volte iridato in carriera non ha di certo bisogno di presentazioni e proverà a inseguire la sua quarta partecipazione olimpica.

Dieci anni fa, nel 2005 di grazia, toccò l’anno che lo consacrò definitivamente nella storia del nuoto nel quale vinse tre ori ai Mondiali nello stile libero, a Montréal: tris vincente su 400, 800 e 1500 metri. Oltre a quell’impresa, gli appassionati di nuoto ricordano ancora il suo incredibile 14”34’56, record del mondo realizzato ai Mondiali 2001 a Fukuoka, che resistette quale migliore prestazione nei 1500 sl per tutta l’era dei costumoni, fino all’avvento di Sun Yang. Il cinese fece meglio – ed è tuttora l’unico ad aver nuotato sotto il suo tempo - di soli 42 centesimi a Shanghai 2011 e migliorò il record ai Giochi Olimpici di Londra (14’31’’02) l’anno successivo. Hackett è tornato per il sogno a cinque cerchi e - forse - per cercare di “regolare” quel conto dopo il suo ritiro nel 2008, dopo aver disputato a Pechino la sua terza Olimpiade da protagonista, ma senza acuti da oro. C’è da giurare che faccia sul serio. Per ora si gode le risposte più che positive dopo aver ripreso a pieno regime con l'agonismo: “Non posso credere di essere andato sotto i 3’50” dopo solo sei mesi di allenamento e dopo sei anni che sono rimasto fuori dalle competizioni – ha detto Hackett - è abbastanza pazzesco. Non avendo nulla da dimostrare, voglio solo vedere quanto veloce può notare questo mio vecchio corpo”.

Gli spunti per questa giornata campale per il mezzofondo maschile dell’Australia, la “grande depressa” negli ultimi anni tra le corsie, vanno oltre e guardano anche – non solo ai 1500 prenotati da Horton e senza Hackett - ai prossimi 200 stile libero, nei quali il veterano originario del Queensland punta alla qualifica diretta per Kazan. E guardano soprattutto all’obiettivo di cancellare l’onta di vedere la propria staffetta 4x200 fuori dagli ultimi tre podi “pesanti” tra Mondiali e Olimpiadi – questi ultimi senza neanche un oro al maschile in vasca – batoste che non giovavano di certo alla tradizione orgogliosa del mezzofondo aussie. Così alla Nouvelle Vague confermata oggi dai giovani rampanti Horton e McKeon si aggiungerebbe l’esperienza di un regista ritrovato e suggestivo come Hackett, che con la 4x200 olimpica ha in palmares un oro nel 2000 - quando nuotò solo in batteria – un argento nel 2004 e un bronzo nel 2008. Il campionissimo di ritorno potrebbe ulteriormente crescere l’Australia, fino a farla tornare come la nazione da battere nella staffetta “lunga”. Il messaggio lanciato a Stati Uniti di Dwyer, Lochte e soprattutto Michael Phelps (con quest’ultimo in attesa di sapere se in Russia ci sarà o meno) e ai vicecampioni mondiali della Francia – con uno Yannick Agnel apparso finalmente in risalita – sono fortissimi e chiari.

Leggi anche...

Tuffiblog