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Nuoto

16i Campionati del Mondo FINA – Quali prospettive per la squadra italiana?

A KAZAN: Italia vs resto del mondo

Le reali possibilità degli azzurri ai Mondiali. Come a Barcellona 2013 le maggiori speranze sono affidate a Gregorio Paltrinieri e Federica Pellegrini.

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In seguito allo svolgimento dei Campionati Assoluti Primaverili – nonché di ulteriori manifestazioni quali, ad esempio, le tappe del Mare Nostrum, il Sette Colli, i Giochi Olimpici Europei e le Universiadi – possiamo fare delle valutazioni preliminari rispetto agli eventi clou della stagione, Campionati Mondiali di Kazan e Mondiali Giovanili di Singapore.

Sulla crescita del movimento natatorio italiano non vi sono dubbi. E’ sufficiente ricordare che di recente – in particolare, nella prima metà del 2015 – sono stati realizzati numerosi primati italiani, sia assoluti (50 e 100 dorso Elena Gemo, 50 rana Martina Carraro; 100 dorso Simone Sabbioni) che di categoria (ad opera di Thomas Ceccon classe '01, Giulia Ramatelli '00, Nicolò Martinenghi '99, Ilaria Cusinato '99, Giacomo Carini '97, Giorgia Biondani '97, Arianna Castiglioni '97 e Simone Sabbioni '96). Ciò che, piuttosto, dovremmo domandarci è se esso si ponga in linea con il progresso recentemente sperimentato da altri Paesi, in primis la Gran Bretagna.

Ci si spiega meglio. Le aspettative, invero non sempre dichiarate, che lo Staff nostrano – e ancor prima gli atleti – ripone nelle principali manifestazioni stagionali non tengono in adeguata considerazione il livello prestativo sul quale sono in grado di esprimersi i competitors dei nuotatori azzurri. In sostanza, alla vigilia dei campionati si auspica di realizzare i propri record personali e che gli avversari, tuttalpiù, eguaglino i tempi già nuotati. È proprio sulla base di simili congetture che, sovente, si è ipotizzato – non solo in gara individuale, ma pure nelle staffette – di poter raggiungere il podio mondiale salvo poi restare fuori dalla finale (specie nelle competizioni individuali) o fregiarsi di un 4°-6° posto (nelle prove collettive). Le previsioni dovrebbero sempre essere fatte "a ribasso", altrimenti, a fronte di un qualsivoglia miglioramento – per ipotesi, in semi-finale – dei diretti contendenti, un morale abbattuto rischia di compromettere l'esito dell'atto conclusivo. Quanto appena detto – lo si ripete – non si evince dalle parole dei tecnici o degli atleti, ma dal contegno degli stessi a fine gara, i quali paiono improvvisamente insoddisfatti del posizionamento conseguito.

Per realizzare il salto di qualità che serve alla nazionale italiana il primo passo deve essere quello della consapevolezza. In tal senso, se vogliamo essere davvero onesti, dovremmo riconoscere che, ad oggi, l'unico nuotatore italiano che ha serie possibilità di salire sul podio mondiale ed olimpico (e, in questo caso, pure sul gradino più alto) è Gregorio Paltrinieri. Il magnifico record europeo di Gabriele Detti negli 800 sl, per inciso molto sfortunato in questa stagione, non è ancora indice di una concreta competitività; in primo luogo perché non si tratta di disciplina olimpica, secondariamente in quanto in occasione dei Campionati Europei è rimasto distante da tale tempo ed infine poiché la ripetizione di quel crono non necessariamente comporterebbe il raggiungimento del terzo posto mondiale.

GREG PALTRINIERI_Campionati mondiali di nuoto Doha 2014

Venendo a Federica Pellegrini, nessuno può negare che abbia scritto una lunga e straordinaria pagina di nuoto mondiale. Fino a pochi giorni or sono, si sarebbe correttamente affermato che, a Kazan, salvo sensibili miglioramenti, la Divina non sarebbe stata capace di competere per l'oro o forse neppure per un piazzamento a podio. In effetti, la concorrenza cui dovrà far fronte nei 200 metri stile libero è tra le più agguerrite dell'intera start list: Katie Ledecky, Missy Franklin, Femke Heemskerk, senza dimenticare l'Iron Lady Katinka Hosszu e l'australiana Emma McKeon. Tali valutazioni devono essere totalmente rivisitate alla luce di quanto nuotato a Vichy. Al meeting francese, Federica ha offerto una straordinaria dimostrazione di carattere e competitività. Il crono realizzato, 1:55.00, oltre a rappresentare il suo primato personale in tessuto, la colloca al terzo posto nel ranking mondiale della distanza, seconda piazza se consideriamo la defezione di Sarah Sjostrom. Questo sensazionale risultato è stato resto possibile dal considerevole lavoro che da quasi due anni la Pellegrini svolge per migliorare la propria velocità di base, consapevole che, dovendo competere con atlete che “vengono” dalla gara regina o comunque non la disdegnano (Heemskerk, Franklin e Sjostrom), fosse – e, in parte, sia tuttora – necessario colmare il gap che costringeva la campionessa nostrana a fare delle gare in rincorsa delle rivali. Il progresso che Federica ha sperimentato nei 100 metri, sia in vasca corta, sia in vasca da 50 (nuovo record personale in tessuto, 54.37, che migliora il primato del 2004!) è segno distintivo di grande forza e di un desiderio inestinguibile di tornare a dominare la scena mondiale. È vero, ancora niente di concreto è stato fatto, ma adesso le concorrenti sanno che l'azzurra sarà di nuovo avversaria tostissima, fino all'ultimo centimetro.

FEDERICA PELLEGRINI_48¡ trofeo Internazionali d'Italia SetteColli 2011

Una personale menzione merita pure Andrea Toniato. Alle Universiadi di Gwangju, il ranista azzurro ha fatto registrare la terza prestazione mondiale dell'anno, 27.06, nuovo record italiano. A dispetto dell'eccellente crono, sarebbe fuorviante indicare Toniato come probabile protagonista della rana veloce. Ciò sia in quanto vi sono almeno tre atleti (Adam Peaty, Cameron van der Burgh, Felipe Franca da Silva) da cui è lecito attendersi tempi inferiori al 26.80, sia in quanto lo stesso azzurro, alle Universiadi, non è riuscito a ripetere quel riscontro cronometrico, rimanendovi distante in semifinale (27.35) ed in finale (27.41).

 

Capitolo staffette.

Il contributo della Pellegrini sarà determinante nella staffetta 4x200 sl femminile, ma anche in tal caso è bene evidenziare come, sebbene gli Stati Uniti siano l'unico paese irraggiungibile, per la squadra italiana non sarà facile giungere sul podio. Che la Svezia possa insidiarci da vicino non vi è bisogno di ripeterlo, considerato l'esito dei Campionati Europei dello scorso anno. I Paesi Bassi, poi, hanno dato prova del proprio valore realizzando, nella stagione invernale, il record del mondo di vasca corta (7:32.85). Vero è che in vasca da 25 metri anche le velociste (Kromowidjojo, Dekker) riescono a portare a casa degli ottimi 200, ma alle spalle della Heemskerk e di Sharon Van Rouwendaal vi è un certo numero di atlete capaci di nuotare sotto 1'59'' in frazione “lanciata”, tra cui la giovanissima Marrit Steenbergen, classe 2000, che ha recentemente realizzato un 1:58.04 leg-off a Baku. Alle rivali europee si devono poi aggiungere quelle australiane e cinesi. Tra le prime non vi sono atlete paragonabili alla Pellegrini, ma la compagine si presenta estremamente compatta, tanto che, sebbene sia difficile trovare una frazionista al di sotto di 1:55.50, è altrettanto vero che – con ogni probabilità – nessuna nuoterà al sopra di 1:57.00. L'assenza di Brittany Elmslie (causata da un intervento chirurgico per la rimozione di un tumore benigno al seno) e di Kylie Palmer (recentemente sospesa per la violazione del regolamento anti-doping in occasione dei Mondiali di Barcellona) potrà rendere più equilibrata la lotta per il secondo ed il terzo gradino del podio, ma le oceaniche conservano pur sempre un certo vantaggio sul quartetto azzurro. Le asiatiche, invece, rappresentano una vera incognita, giacché, oltre alle due talentuose classe '98 – Duo Shen e Yuhan Qiu, lo scorso anno rispettivamente a 1:56.12 e 1:56.82 alle Olimpiadi Giovanili di Nanchino – la squadra cinese potrebbe schierare molte atlete tanto dotate quanto poco costanti. Alla Cina, dunque, spetterà il ruolo di outsider. Le azzurre, inoltre, dovranno fare molta attenzione alle britanniche, capitanate da Siobhan-Marie O'Connor e da Jazmin Carlin, che verosimilmente arriveranno ad un crono prossimo (se non inferiore) ai 7'48''. Davvero poco distante, infine, sarà il team canadese, che composto prevalentemente da atlete giovani ed in crescita vorrà senz'altro migliorare il 7:51.67 con cui si sono aggiudicate l'argento ai Giochi del Commonwealth. Improbabile, invece, che la Francia, privata anzitempo della propria nuotatrice più competitiva – per quanto, va detto, questa avesse interrotto il proprio percorso agonistico –, Camille Muffat, possa competere per una medaglia.

Pure nel panorama maschile la prova collettiva, in questo caso la 4x100 sl, rappresenterà una delle migliori chance di ottenere un risultato prestigioso. Tale possibilità, qualora la staffetta sia affrontata con umiltà e spirito di gruppo, potrebbe persino andare oltre le attese, poiché – pur senza punte particolari – l'Italia possiede un equilibrio che potrebbe consentirci di giocarcela con chiunque. La straordinaria frazione lanciata cui ci ha abituato Marco Orsi, secondo in questa specialità al solo Nathan Adrian (e forse a Zetao Ning, il cui team non è però competitivo), potrebbe risultare una carta decisiva per farci competere con le migliori formazioni mondiali. Ad ogni modo, è opportuno essere cauti, giacché troppo spesso si è parlato di questa staffetta senza poi giungere oltre la medaglia di legno. Va ricordato, infatti, che non potendoci fregiare di un atleta che “al via” sia in grado di duellare con Cameron McEvoy, Nathan Adrian o Vladimir Morozov, è indispensabile che ciascuno dei nostri frazionisti si presenti al top della condizione fisica e psicologica. Negli ultimi anni alla squadra azzurra è sempre mancato qualcosa. Ai Campionati Mondiali di Shanghai 2011 Marco Orsi nuotò una frazione “lanciata” da 48.51, un tempo non proprio all'altezza della concorrenza, alle Olimpiadi di Londra il team italiano non entrò affatto in gara con gli azzurri che rimasero lontani dai propri primati personali, a Barcellona '13 il 49.17 di Luca Dotto (realizzato in prima frazione) tagliò le gambe alla staffetta, infine, agli Europei di Berlino dello scorso anno i tempi di Orsi (48.36) e Filippo Magnini (48.26), entrambi in frazione lanciata, hanno costretto l'Italia ad accontentarsi del terzo posto europeo. Quest'anno Leonardi non è riuscito a ripetere gli ottimi progressi che lo hanno portato all'argento europeo ed è persino rimasto fuori dal novero dei convocati, ma abbiamo ritrovato un Michele Santucci assai competitivo ed un combattivo Marco Belotti. In definitiva, negli anni passati il podio ci è spesso sfuggito per una spanna e ci auguriamo che a Kazan questa tendenza possa essere invertita. La concorrenza, però, è agguerritissima. Stati Uniti, Australia (anche se, ricordiamolo, priva del bi-campione mondiale James Magnussen!), Russia, Francia, Brasile, per limitarci ai team più accreditati al via. Ciò che può giocare a nostro vantaggio è che certamente, alla vigilia, non partiamo da favoriti e la storia degli ultimi anni insegna che ben di rado questi riescono ad aggiudicarsi l'oro, piazzandosi talvolta persino fuori dal podio! Per averne riprova è sufficiente pensare alla fragorosa disfatta della 4x100 stile libero australiana a Londra 2012!

Un ragionamento analogo può essere ripetuto per la staffetta mista maschile, disciplina che negli ultimi anni ha alimentato ferventi ambizioni, ma che non è riuscita ad esprimersi adeguatamente al di fuori del contesto europeo. Anche in questa circostanza, infatti, si è dovuto far fronte alla mancanza di competitività dell'una o dell'altra frazione: adesso che il dorso e la farfalla hanno trovato dei buoni interpreti si fa sentire l'assenza di un ranista capace di nuotare, “al via”, al di sotto dei 60 secondi. In sostanza, si intuisce che il quartetto azzurro difficilmente potrà competere per un gradino del podio, dovendosi accontentare di una – pur dignitosa – partecipazione alla finale.

Alla luce delle valutazioni riportate si comprende che i possibili podi in terra russa potrebbero prendere forma nei 800, 1500 e 4x100 sl maschili, nei 200 stile e nella 4x200 sl, al femminile. L'ulteriore gara che potrebbe – il condizionale è d'obbligo – regalare emozioni è la prova dei 50 stile libero maschili, specialmente in virtù della recente crescita esponenziale di Marco Orsi, ma si ricordi che per le competizioni che si sviluppano nella singola vasca risulta arduo fare previsioni. In aggiunta, si noti che dei podi insperati potrebbero giungere dalle staffette mixed, sulle quali non si azzardano delle previsioni poiché non è ancora chiaro se le squadre nazionali decideranno di onorarle, partecipandovi con i propri migliori elementi.

In conclusione, il livello complessivo della squadra azzurra è indubbiamente superiore rispetto a quello della spedizione di Barcellona '13, ma difficilmente il bottino se ne discosterà di molto. Agli scorsi Campionati Mondiali, infatti, gli unici metalli del medagliere italiano furono l'argento di Federica Pellegrini (200 stile libero) ed il bronzo di Gregorio Paltrinieri (1500 stile libero) e sebbene le previsioni per Kazan siano lievemente più ottimistiche pare improbabile che l'Italia porti a casa 2 ori e 3 bronzi, come avvenne a Shanghai '11.

Date queste premesse, si comprende agevolmente che l'esito della campagna azzurra non potrà essere valutato unicamente sulla base del numero di podi conseguiti, bensì sarà necessario verificare in quante e in quali gare i nostri atleti saranno in grado di conquistare un posto in finale, in maniera tale da poter lavorare in modo oculato in vista delle Olimpiadi di Rio de Janeiro.

 

 

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