Tecnica del Nuoto.
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Uno zero su tre che lascia un po’ di amaro in bocca e il resto tutto nelle mani di Gregorio Paltrinieri. L’Italnuoto non chiude nel migliore dei modi l’ultima sessione di batterie iridate disputatesi alla Kazan Arena. Delle tre carte da giocare per la Nazionale italiana nessuna avanza alle finali del pomeriggio. Tutte e tre sono accomunate dal destino che le vuole come prime escluse nel lotto delle finaliste. Da Federico Turrini, unico azzurro iscritto ai 400 misti maschili alle due staffette 4x100 miste (nella foto in copertina, il quartetto femminile) . Entrambi i quartetti finiscono noni, centrando sì l’obiettivo minimo della qualifica per le Olimpiadi di Rio 2016 – passavano le prime 12 -, rinunciando però all’ultimo atto per le medaglie per pochi centesimi. Tutto è riposto nel pezzo da novanta Gregorio Paltrinieri. Nelle otto finali pomeridiane, solo con lui l’Italia scenderà in vasca per tentare una chiusura spettacolare. Ovvero il 20enne carpigiano – primo crono d’ingresso in finale – tenterà di regalare al nuoto in corsia l’unico metallo che manca alla spedizione azzurra: l’oro. Dalle 17:20 italiane, ovvero all’ora della finale dei 1500 stile libero, ne sapremo di più.
Da stamattina sono arrivate solo delusioni. Il bronzo europeo nei 400 misti, Federico Turrini (foto sotto) finisce fuori per 23 centesimi dalla finale, in un ultimo atto che poteva essere ampiamente alla portata del livornese. Il 28enne allenato dal tecnico federale Stefano Franceschi non va oltre il 4’15’’70 nuotato nella terza e penultima batteria della mattina. Lo beffa il cinese Yang Zhixian, ultimo degli otto finalisti qualificatosi in 4’15’’47. Una gara, quella di Federico condizionata da un passaggio lento nella frazione a rana, che probabilmente ha compromesso l’assalto alla sua possibile e cercata da anni prima finale iridata in vasca lunga. Dopo un buon 58’’01 nell’apertura proseguito con una gara in rincorsa a dorso (1’03’’29), l’1’15’’01 a rana e il 59’’39 a stile libero spengono le ambizioni di passaggio del turno. Questo il commento di un deluso Turrini: “A rana non mi rispondevano come avrei voluto. Sono non e ho l’amaro in bocca perché non riesco mai a fare una gara al pomeriggio. Durante i riscaldamenti non mi sentivo male, ma ho pagato le prime due frazioni forzate e poi a rana sono andato male”. Guida la pattuglia degli otto finalisti l’americano argento a Barcellona Chase Kalisz (4’11’’84). Alle sue spalle ci sono l’ungherese David Verraszto (4’11’’99), il campione in carica Daiya Seto (4’12’’17) e l’esperto statunitense Tyler Clary.
Al femminile, invece, Katinka Hosszu si è prenotata per il suo oro bis – dopo la straordinaria vittoria nei 200 metri – nei 400 misti. La magiara non può perdere la finalissima del pomeriggio, se metterà la stessa forza e la stessa continuità. Il suo 4’32’’78 è per ora un buon viatico verso la consacrazione a regina dei misti. Proveranno a rovinarle la festa la ceca Barbora Zavadova (4’35’’60) e la canadese Emily Overholt (4’35’’86). Ma attenzione anche alla britannica Hannah Miley (4’36’’11 e quarto tempo d’ingresso), bronzo agli ultimi Mondiali in vasca corta dietro Mireia Belmonte – grande assente al femminile a Kazan 2015 – e Hosszu.
Nella 4x100 mista maschile gli Stati Uniti proveranno a riprendersi il titolo sfuggito a Barcellona 2013 causa squalifica in finale. All’ultimo atto gli Usa (Grevers, Miller, Philips e Lochte) accedono col primo tempo assoluto: 3’31’’06. Dietro di loro, possono rovinargli la festa l’Australia (staccata di 80 centesimi) e i campioni in carica della Francia (terzo crono in 3’32’’51. Come già detto, l’Italia è nona e non approfitta della squalifica dell’Ungheria – potenzialmente squadra da medaglia – nell’ultima batteria. Simone Sabbioni (54’’17), Andrea Toniato (1’00’’21), Matteo Rivolta (52’’00) e Marco Orsi (48’’21) chiudono in 3’34’’59 pagando troppo le fatiche di otto giorni mondiali. La staffetta resta fuori col nono posto a 57 centesimi dalla Russia, ultima qualificata. Peggiorano un po’ tutti gli azzurri: dal 54’’17 di Sabbioni, un po’ alto dopo le belle prestazioni dell’esordiente sotto i 54’’ dei giorni scorsi. Così come la rana di Toniato in 52’’. Ci si attendeva molto di più dal delfino di Matteo Rivolta, apparso tra gli atleti italiani più in forma al Mondiale. Mentre paga la stanchezza anche Marco Orsi che aveva nuotato “lanciato” 47’’7 contro il 48’’21 di questa mattina. Deluso – ma ricordiamo sempre che il pass olimpico è stato centrato - il quartetto italiano, che poteva aspirare alla finale bis dopo il sesto posto di Barcellona. “Sono arrivato oggi un po’ alla frutta – ha detto il 18enne Sabbioni, nella foto qua sotto - Un buon tempo poteva essere 53’’5-6. Ho provato a spingere al passaggio, ci voleva un secondo in meno per essere competitivi” Laconico Rivolta: “Mi dispiace, perché io non ho nuotato affatto bene durante la mia frazione”.
Al femminile, il risultato è lo stesso e l’Italia non riesce a riprendersi una finale mondiale che le manca da ben dieci anni. Nono posto, a pochi centesimi fuori dalle magnifiche otto e pass olimpico comunque incamerato. Al 4x100 mista del Giappone – presente tra l’altro nella stessa batteria delle italiane - è la giustiziera delle donne. Le separeranno solo 49 centesimi dalla finalissima. Non comincia bene Elena Gemo, autrice di un 1’01’’21 molto alto. La risalita arriva con un buon 1’06’’93 lanciato di Arianna Castiglioni – unica finalista del quartetto nella gara individuale -, poi il 58’’25 (abbastanza lento se si pensa alle sue potenzialità) di Ilaria Bianchi e la sostanziale conferma dello stato di forma della stileliberista Erika Ferraioli (54’’53). Totale di 4’00’’92. Guidano il lotto delle finaliste le sorprendenti cinesi (3’57’’04) che proveranno a sfidare le campionesse in carica degli Stati Uniti (seconde qualificate a otto centesimi dalle asiatiche), ma per la lotta per l’iridee – l’ultimo che verrà assegnato nei Campionati - non bisognerà sottovalutare le compattissime Svezia, Australia, e Danimarca. La lotta è aperta.
Questi i commenti delle quattro staffettiste azzurre. Ferraioli: “Non ne avevo proprio più e ho dato tutto anche in questa staffetta. Ho mantenuto il mio range di tempi”. Castiglioni: “Peccato per il nono posto. Ripartiamo da qui e cerchiamo di imparare in vista della prossima stagione e delle Olimpiadi”. Bianchi: “Ero convinta che andasse un po’ meglio. Le distrazioni si pagano. Ho dato il 100%, peccato”. Gemo: “Avrei voluto nuotare sotto l’1’01’’, ho provato a passare più lenta ai 50, per evitare che la stanchezza salisse ed è salita comunque. Peccato, disputare la finale mondiale ti gasa sempre. La staffetta è comunque qualificata per Rio, quindi dobbiamo lavorare per questo”.
Clicca qui per consultare i risultati completi dell’ottava e ultima giornata di batterie e il programma completo delle finali del pomeriggio. Inizio alle ore 16:30.
Tutte le foto sono di Giorgio Perottino/Deepbluemedia/Insidefoto