Tecnica del Nuoto.
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La notizia, diffusa ieri notte dall’agenzia di stampa ungherese MTI, è brutta e triste: il vicepresidente della Federazione internazionale di nuoto (FINA) Tamas Gyarfas (in copertina col presidente della FINA Julio Maglione) è stato arrestato dalla polizia in Ungheria con l'accusa di avere ordinato l'omicidio del magnate dei media Janos Fenyo nel 1998.
Gyarfas, ex presidente della Federazione dei Nuoto Ungherese (MUSZ) fa parte dell'Esecutivo FINA di otto persone e dell’Esecutivo della LEN di cui è Tesoriere. Gyarfas è stato il principale organizzatore dei Campionati Mondiali FINA che si sono svolti a Budapest l’estate scorsa con grande successo.
In passato Gyarfas, che è pure un valente giornalista, è stato presidente dell’AIPS, l’Associazione Internazionale della Stampa Sportiva ora presieduta dall’italiano Gianni Merlo.
Dal 2003 Gyarfas è anche l’editore e il direttore del magazine della FINA “Aquatics”.
Fenyo, che possedeva un importante portafoglio di giornali e riviste e una rete televisiva, era considerato da Gyarfas un rivale ed è stato ucciso, mentre era in auto, nel febbraio 1998, con una raffica di 12 colpi di mitra, di fabbricazione croata.
Per questo efferato omicidio è stato condannato all’ergastolo lo slovacco Jozef Roháč, ma il mandante non era mai stato identificato.
Lo scorso ottobre la polizia ungherese ha deciso di riaprire il caso con l’intenzione di identificare il mandante.
Secondo MTI Gyarfas è uno dei due uomini che sono stati interrogati e arrestati nel corso delle indagini, che proseguono.
Gyarfas, che ha 69 anni, era stato costretto a dimettersi da presidente della federnuoto ungherese (MUSZ) nel 2016 in seguito alle feroci critiche di alcuni nuotatori di punta: fra essi la tre volte campionessa olimpica Katinka Hosszú e il campione di rana, ritiratosi da poco, Daniel Gyurta, ora membro ungherese del Comitato olimpico internazionale (CIO).
In merito alla vicenda la FINA ha dichiarato di “essere a conoscenza dei resoconti dei media riguardanti il membro dell’Esecutivo della FINA, Tamas Gyarfas" e ha assicurato che “continuerà a monitorare da vicino la situazione in attesa di ulteriori sviluppi delle indagini in corso".
Dal canto suo Gyarfas, tramite il proprio avvocato, Janos Banati, oggi ha negato qualsiasi responsabilità. Secondo l’avvocato Gyarfas “ha dato risposte esaurienti e logiche circa i rapporti con la vittima, con cui i rapporti conflittuali erano stati chiariti”.
Conosco Tamas Gyarfas da 40 anni, da quando ci incontrammo a Città del Messico nel 1979 in occasione delle Universiadi. Diventammo amici e mi chiese di collaborare con una delle sue riviste, quella dedicata agli sport dell’acqua e denominata “International Swimming & Water Polo”. Lo feci per tutti gli anni ottanta, finché la rivista visse. Su sua richiesta ripresi a collaborare con lui nel 2003, quando ottenne dalla FINA di pubblicare per suo conto una nuova rivista, denominata “Aquatics”. Recentemente ho scritto per questa rivista un lungo articolo su Arianna Bridi, miglior fondista donna del 2017, che dovrebbe essere pubblicato nel prossimo numero.
La notizia del suo arresto per me non è solo brutta e triste, è bruttissima e tristissima. E l’accusa pesantissima mi appare incredibile. Auguro a Tamas di potere provare prestissimo la sua estraneità a quella vicenda criminale, e di essere scagionato pienamente.
Tamas è certamente un duro, con se stesso prima che con gli altri. E’ un gran lavoratore, capace e solerte, in grado di realizzare progetti e di risolvere problemi. Può non essere simpatico ma non può essere il mandante di un assassinio.
Aspettiamo notizie migliori.
La foto di copertina è di Giorgio Scala/Deepbluemedia/Insidefoto