Tecnica del Nuoto.
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Andrea Vergani (in copertina), medaglia di bronzo nei 50m stile libero sia ai Campionati Mondiali in vasca corta a Hangzhou lo scorso dicembre sia agli Europei in vasca lunga lo scorso agosto a Glasgow (con 21.37), è stato provvisoriamente sospeso dopo un test in cui è risultato positivo per cannabis. Il ventunenne della Nuotatori Milanesi, potrebbe essere squalificato fino a sei mesi, nel qual caso non potrebbe partecipare ai Campionati mondiali di nuoto di quest'anno, che si svolgeranno a Gwangju, in Corea del Sud, dal 12 al 28 luglio.
L'organizzazione antidoping italiana, Nado Italia, ha rivelato che Vergani sarebbe risultato positivo alla cannabis, considerata una droga “ricreativa”, il 2 aprile, nella prima giornata dei Campionati Italiani Assoluti Primaverili di Riccione quando aveva vinto i 50m stile libero in 21.53, all’epoca miglior tempo mondiale per il 2019 (ora è il 3° tempo, dopo il brasiliano Bruno Fratus e il britannico Ben Proud rispettivamente autori di 21.47 e 21.50 ai rispettivi campionati nazionali la settimana scorsa).
Vergani è risultato positivo nonostante la WADA abbia ampliato il livello di tolleranza per tale infrazione portando il limite di tolleranza da 15 a 150 nanogrammi, presumibilmente superato dallo sprinter azzurro. Il nuotatore ha ammesso la “cavolata” e ha rinunciato alle controanalisi (scelta che potrebbe fruttargli un po’ di clemenza).
La vicenda rappresenta un duro colpo non soltanto per Vergani, finora limpido, ma per l’ immagine del nuoto italiano, già finito all’attenzione internazionale per vicende di doping con il “caso Magnini” (peraltro il pesarese, tuttora in attesa dell’esito del suo ricorso, non è mai risultato positivo e non ha mai ammesso di avere commesso alcuna infrazione).