Tecnica del Nuoto.
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Nella quarta giornata dei 18i Campionati del Mondo FINA, a Gwangju, l’Italia del nuoto scrive una pagina storica grazie alle imprese dei suoi due più grandi campioni, Gregorio Paltrinieri e Federica Pellegrini, che a poca distanza di tempo l’uno dall’altro vincono rispettivamente la medaglia d’oro degli 800m stile libero, col record europeo di 7:39.27, e quella dei 200m stile libero, con la terza prestazione personale di sempre, la migliore in tessuto, di 1:54.22.
S’inizia con gli 800m stile libero, gara in cui Paltrinieri (in copertina) non ha mai vinto la medaglia d’oro mondiale, una medaglia che Greg, in corsia 4, vuole a ogni costo e che si prende d'imperio. In corsia 6 nuota Gabriele Detti, campione mondiale uscente, che parte subito all’arrembaggio – primo alla virata dei 100 metri in 55.34 - ma che presto uscirà dalla lotta per le medaglie, inspiegabilmente, e anche dolorosamente poiché si sperava che entrambi gli azzurri potessero salire sul podio, come a Budapest.
Ai 200 metri inizia così la galoppata solitaria di Paltrinieri. Con azione bella, fluida ed efficace, l’allievo di coach Stefano Morini, incrementa gradualmente il vantaggio, che si riduce un po’ nel finale. Comunque Greg vince per distacco col tempo di 7:39.27 (1:53.36, 3:48.92, 5:43.69), primato personale (prec. 7:40.81 da Kazan 2015), record europeo, migliore di un secondo e mezzo rispetto al crono nuotato il 26 luglio di due anni fa, a Budapest, da Gabriele Detti, oggi quinto in 7:43.89. Il livornese, 25 anni il prossimo 29 agosto, aveva vinto su questa distanza ai Campionati Europei anche un argento nel 2012 e un bronzo nel 2014.
Sul podio con Paltrinieri due giovani outsider, il norvegese Henrik Christiansen in 7:41.28 e il francese David Aubry (qualificato alle Olimpiadi nella 10 chilometri) in 7:42. 08 (foto sotto).
Deludenti i più quotati: il cinese Yang Sun, campione nel 2011 e nel 2015, forse appagato dai titoli vinti nei 200 e 400 metri, è sesto in 7:45.01, al termine di una nuotata dal sapore vacanziero; il campione europeo, l’ucraino Mykhailo Romanchuk, è addirittura ottavo in 7:49.32. Un altro favorito della vigilia, il tedesco Florian Wellbrock, vincitore della 10km in acque aperte, era stato eliminato in batteria.
Per Paltrinieri - carpigiano, 25 anni il 5 settembre - è il terzo podio consecutivo in questa specialità, dopo l’argento vinto a Kazan 2015 e il bronzo a Budapest 2017. Nel suo palmares anche 4 medaglie europee: 2 d’oro, nel 2014 e nel 2016, e 2 d’argento, nel 2012 e 2018. E’ contento per il suo tempo (“il 7'39 lo cercavo da tanto”) e spiega: “ho voglia di provare cose nuove e di testarmi. Dopo le Olimpiadi di Rio de Janeiro ho voluto provare le acque libere senza distogliere l'attenzione del nuoto; ho sempre pensato che ciò avrebbe aiutato il mio nuoto perché mi avrebbe motivato di più e indotto a dover dimostrare, innanzitutto a me stesso, che posso continuare a vincere ". Così il suo tecnico, Stefano Morini: "Paltrinieri è un'atleta immenso e ha disputato una gara perfetta. E' un ragazzo super intelligente. Sa quello che vuole. Conosce le sue sensazioni, il suo corpo. Si assume le sue responsabilità nel bene e nel male. Abbiamo preparato le gare sia di fondo sia di piscina incontrando incognite e difficoltà nuove che abbiamo affrontato, direi bene, e da cui abbiamo appreso tante cose che ci serviranno per la stagione olimpica”.
Federica Pellegrini (sotto) riesce a liberare la fantasia degli aedi di professione con una prestazione invero superlativa che la porta a conservare il titolo mondiale dei 200m stile libero. La seguiamo da sempre e negli straordinari 16 anni della sua lunga carriera internazionale mai l’avevamo vista così in forma, fisicamente e mentalmente: super tonica, muscolata al punto giusto, in acqua interprete fredda del suo ruolo di “title defender” che porta a conclusione la sua missione toccando davanti a tutte per una medaglia d’oro, la sua quarta mondiale, il sigillo pesante della storia sulla sua carriera.
Federica ha tutto sotto controllo e vira al quarto posto a metà gara, 45 centesimi dietro la diciannovenne australiana Ariarne Titmus, fresca vincitrice della medaglia d’oro sui 400m stile libero battendo Katie Ledecky (analogamente a quanto fece la Pellegrini ai Mondiali 2017 nei 200m stile libero). Nelle ultime due vasche l’azzurra scatena il suo crescendo: nuota la terza in 29.22 e vira ai 150 metri in seconda posizione,17 centesimi dietro; è la più veloce nell’ultima vasca, percorsa in 28.90, e va a toccare trionfalmente in 1:54.22 (25.05/56.10/1:25.32), sua terza prestazione di sempre, la più veloce in tessuto – un tempo sensazionale in assoluto -, con cui infligge un distacco di 46 centesimi alla Titmus, argento in 1:54.66 (55.65).
La svedese Sarah Sjostrom, vice campionessa olimpica, una leggenda in patria, deve accontentarsi della medaglia di bronzo, in 1:54.78 (55.95). Appena uscita dall’acqua la Sjostrom ha un malore – forse indice di una condizione imperfetta che giustificherebbe la sua sconfitta nei 100m farfalla , la sua gara preferita -, si sdraia sul bordo vasca e viene prontamente soccorsa, per fortuna, altrettanto prontamente si riprende. Al quinto posto c'è la 17enne cinese Junxuan Yang col record mondiale juniores di 1:55.43 (56.54). (Sotto il podio)
Ai Mondiali, oltre alle 4 medaglie d’oro Pellegrini ne ha vinte anche 3 d’argento e una di bronzo: in totale 8, il numero delle felicità e della fortuna secondo la cabala cinese che Federica conosce bene per avere vinto proprio a Pechino, e proprio nell’ottavo mese del 2008, l’unico oro olimpico della sua inimitabile carriera. La Pellegrini prese parte al suo primo mondiale a Barcellona, nel 2003, quando aveva 15 anni: un Mondiale d’assaggio, senza vincere medaglie, come componente della staffetta 4x100m stile libero.
Ora, dopo 9 Mondiali e 8 medaglie in Federica Pellegrini è subentrato un sentimento di “appeasement”, di appagamento, che le consente di affermare che questo è il suo ultimo Mondiale ma anche di guardare serenamente a Tokyo 2020 con la consapevolezza di possedere tuttora molte frecce al proprio arco per potere sperare, alla sua quinta partecipazione olimpica consecutiva (un evento unico nella storia del nuoto femminile) di salire sul podio olimpico per la terza volta: un evento possibile che la collocherebbe nel Pantheon delle persone da onorare per sempre in Patria.
Federica Pellegrini, “leonessa” veneziana di Spinea - compirà 31 anni il 5 agosto sotto il segno del Leone – ma residente a Verona, a due passi dal Centro Federale intitolato al suo mentore “Alberto Castagnetti” dove è allenata da Matteo Giunta, tecnico federale, ha fatto la sua gara senza curarsi di nessuna; ha fatto quello che doveva fare 50 metri dopo 50 metri; ha fatto soprattutto quello che poteva fare e che sapeva fare grazie anche a una preparazione severa che non ha lasciato nulla al caso. Accomunare nell’elogio il suo tecnico è semplicemente doveroso, così come è doveroso riconoscere l’importanza del ruolo del suo staff (la psicologa Bruna Rossi, i medici, i fisioterapisti...) nel prolungamento della sua longevità sportiva ai massimi livelli.
La Pellegrini salì per la prima volta sul podio mondiale dei 200m stile libero a Montreal 2005 per mettere al collo la medaglia d’argento (che seguiva quello olimpico vinto a 16 anni ad Atene 2004 dietro la romena Camelia Potec che la soprese dalla corsia 1). Fra quella medaglia d’argento e l’odierna medaglia d’oro ci sono 51 medaglie internazionali – comprese le doppiette iridate 200-400 nel 2009 a Roma (con record mondiale ancora imbattuto di 1:52.98) e nel 2011 a Shanghai.
Federico Burdisso (sotto) sfiora il podio dei 200m farfalla per 24 centesimi. Il 17enne atleta di Pavia è bravo e coraggioso: è terzo a metà gara, quarto alla fine in 1:54.39 (53.23), record italiano che abbassa di 25 centesimi il precedente, stabilito agli Assoluti di Riccione nell'aprile scorso.
Vince il diciannovenne ungherese Kristof Milak (sotto), campione europeo a Glasgow 2018, che riteniamo da tempo un fuoriclasse e che da un paio di stagioni capeggia le graduatorie mondiali. Successore in questa specialità del grande Laszlo Cseh, Milak si aggiudica la medaglia d’oro con una vittoria netta e un tempo grandioso, 1:50.73 (24.66/28.22, 52.88 /28.69, 1:21.57/29.16), record del mondo che frantuma il precedente di 1:51.51 stabilito da Michael Phelps ai Mondiali di Roma 2009, col costume intero gommato. Al secondo posto il giapponese Daiya Seto in 1:53.86; al terzo, in 1:54.15, per la medaglia di bronzo, il sudafricano Chad Le Clos, campione olimpico del 2012 (quando batté proprio Phelps) e mondiale uscente. Soltanto ottavo, in 1:57.10, l’altro l'ungherese Tamas Kenderesi, bronzo olimpico e vice campione mondiale, qualificatosi per la finale dopo avere vinto lo spareggio disputato prima delle batterie del mattino.
L’esito della finale dei 50m rana maschili non poteva essere più scontato: Adam Peaty finisce davanti a tutti in 26.06; il britannico è campione olimpico, europeo dal 2014 e mondiale dal 2015 dei 50 e 100 metri; inoltre detiene ben 9 delle 10 migliori prestazioni ogni epoca. Con lui salgono sul podio i due brasiliani Felipe Lima con 26.66 e Joao Gomes Junior, vice campione del mondo uscente, con 26.69
Sfortunato Fabio Scozzoli che viene squalificato per falsa partenza. Per il 31enne ranista azzurro sfuma il sogno di salire nuovamente sul podio mondiale in questa gara, dopo l’argento vinto nel 2011 a Shanghai.
Nella staffetta 4x100 mista mixed, discutibilmente inserita nel programma olimpico, l’Italia, bronzo europeo a Glasgow, è sesta in 3:43.27, record italiano, con questa formazione: Simone Sabbioni (53.50), Fabio Scozzoli (59.70), Elena Di Liddo (57.31) e Federica Pellegrini (52.76), che nuota dopo interviste, premiazione e cambio del costume. Il precedente record era di 3:44.38, realizzato in batteria da questo quartetto: Margherita Panziera (1:00.19), Nicolò Martinenghi (59.50), Elena Di Liddo (56.83), Manuel Frigo (47.86).
Le medaglie sono tutte degli anglofoni: oro all'Australia in 3:39.08, per 2 centesimi sugli Stati Uniti (3:39.10); bronzo alla Gran Bretagna con 3:40.68. Decisiva per la vittoria l’ultima frazione a stile libero nella quale l’australiana Cate Campbell annichilisce la rivale statunitense, Simona Manuel (oro olimpico dei 100m stile libero individuali), nuotando in 51.10 contro 52.37.
Nelle semifinali dei 100m stile libero il campione europeo Alessandro Miressi peggiora di 6 centesimi il tempo delle batterie - 48.63 contro 48.57 – e resta fuori dalla finale per 3 centesimi, con il nono tempo. Entra con l’ultimo tempo utile, 48.60, il brasiliano Breno Correia.
Il miglior tempo, 47.35 (47.32 in batteria) è di Calaeb Dressel, campione uscente. Lo statunitense punta a vincere otto gare (a Budapest 2017 ne vinse sette).
Nei 200m farfalla femminili è eliminata anche Ilaria Cusinato che nuota in 2:09.18 a 9 centesimi dalla britannica Laura Stephens, ultima qualificata. Il primo tempo è della statunitense Hali Flickinger, con 2:06.25.
Nei 50m dorso femminili il miglior tempo è della statunitense Kathleen Baker, 27.62, 7 centesimi meglio della brasiliana Etiene Medeiros (27.69), campionessa mondiale uscente. Nessuna cinese in finale nonostante la Cina abbia dominato la specialità negli anni recenti; soltanto il nono tempo, 27.84, per la vice campionessa mondiale uscente, la cinese Yuanhui Fu.
Risultati ufficiali:
http://www.omegatiming.com/2019/18th-fina-world-championships-sw-live-results
Foto Andrea Masini – Giorgio Scala / Deepbluemedia.eu - Insidefoto