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Il Tas-Cas (Tribunale arbitrale dello sport o Corte arbitrale dello sport) ha assolto Filippo Magnini (in copertina), annullando la squalifica a 4 anni per doping inflitta al duplice campione del mondo dei 100 metri stile libero (2005 e 2007) dall’ organo di giustizia sportiva italiana, giudicando insufficienti le prove addotte da quest’ultimo a carica del nuotatore.
Questo l’odierno comunicato stampa del Tas-Cas:
Annullata la squalifica di quattro anni al nuotatore italiano Filippo Magnini
Losanna, 27 febbraio 2020 - La Corte Arbitrale per lo Sport (CAS) ha emesso la sua decisione nella procedura arbitrale di appello tra il nuotatore italiano Filippo Magnini e l’Agenzia antidoping nazionale italiana
(NADO italiana) in merito all'appello presentato dall'atleta contro la decisione adottata dal Tribunale nazionale antidoping di seconda istanza il 2 aprile 2019, che aveva confermato la decisione adottata dal Tribunale nazionale antidoping di primo grado del 6 Novembre 2018.
L'appello di Filippo Magnini è stato accolto e il periodo di ineleggibilità di quattro anni imposto all’atleta nella decisione presa dal Tribunale nazionale antidoping di primo grado è stato annullato.
Nel marzo 2015 la polizia giudiziaria italiana aveva sequestrato una serie di medicinali antidoping presso un centro medico di
Pesaro, Italia. Ne seguì un'indagine penale e nel giugno 2018 la Procura anti-doping nazionale italiana (NADO) aveva accusato Filippo Magnini di diverse violazioni del Codice mondiale antidoping (WADC). Nel novembre 2018, il Tribunale nazionale antidoping italiano di primo grado aveva emesso la sua decisione, concludendo che Filippo Magnini aveva violato l'articolo 2.2 del WADC (Uso o Tentativo Uso da parte di un atleta di una sostanza vietata o di un metodo vietato) e inflittogli un periodo di ineleggibilità di quattro anni, a partire dal 6 novembre 2018. Tale decisione era stata confermata in seconda istanza dal Tribunale nazionale antidoping italiano il 2 aprile 2019.
Nel suo appello al CAS, Filippo Magnini si era opposto ai fatti trovati contro di lui dal Tribunale nazionale antidoping italiano e aveva chiesto al Panel del CAS di annullare tali decisioni.
Il gruppo di esperti scientifici ha stabilito che le prove presentate non erano sufficienti per concludere che Filippo Magnini avesse violato il WADC. Di conseguenza la sanzione inflittagli deve essere annullata”.
La sentenza del Tas-Cas prevede anche la condanna al pagamento delle spese processuali da parte del Tribunale Nazionale Antidoping.
Appena appresa la lieta notizia Filippo Magnini, al telefono con l'ANSA, ha urlato tutta la sua gioia: "Ho vinto, ho sognato e aspettato che la verità venisse fuori: quel giorno è arrivato e ora sono la persona più felice del mondo". “Ho sempre avuto fiducia in questi anni durissimi, sono stato piegato da queste accuse ma non sono stato spezzato”. “Lancio a tutti un messaggio positivo: di non mollare mai se avete ragione, la verità viene fuori, le cose possono funzionare. Il vostro capitano è tornato, può succedere di tutto".
Adesso Pippo, pienamente riabilitato, a 38 anni può pensare serenamente alle nozze con la sua Giorgia Palmas. Prima, tuttavia, si toglierà ancora una soddisfazione, quella di raccontare la sua storia in un libro, dal titolo “La resistenza dell'acqua”, che uscirà il 24 marzo (per Sperling&Kupfer).
Sulla vicenda anche la Federazione italiana ha emesso un proprio comunicato: “La Federazione Italiana Nuoto e il presidente Paolo Barelli - che hanno sempre manifestato solidarietà, sostegno e fiducia nei confronti del campione plurimedagliato olimpico, mondiale ed europeo - accolgono la sentenza con piena soddisfazione, ricordando che Magnini è stato un esempio per tutto il movimento, nonché uomo simbolo dello sport italiano e della lotta al doping nel corso della sua straordinaria carriera.
Nel contempo la Federnuoto ribadisce il proprio impegno a tutela dello sport pulito attraverso la trasmissione dei principi di lealtà e probità, condivisione, aggregazione e integrazione, e piena fiducia negli organi preposti a prevenire, combattere e perseguire il doping.
La Federnuoto auspica, altresì, maggiore prudenza nell’intraprendere azioni e nell’assumere decisioni che possano arrecare un danno di immagine ad atleti, tecnici e tesserati di un intero movimento, come accaduto a Magnini, a Michele Santucci (condannato in primo grado a quattro anni per la violazione dell'articolo 2.2 del CSA ed assolto in secondo dal TNA), e al fisioterapista Emiliano Farnetani, attualmente inibito a svolgere la propria professione nell’ambito sportivo per la condanna in primo grado a 4 anni e in secondo grado a 5 anni per la violazione dell'articolo 2.8 del CSA”.
Oggi il Tas-Cas ha anche annunciato che domani 28 febbraio deciderà sull’appello presentato dal fuoriclasse cinese Yang Sun.
Il comunicato stampa del Tas-Cas: https://www.tas-cas.org/fileadmin/user_upload/CAS_Media_Release_6307.pdf