Tecnica del Nuoto.
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Grande soddisfazione e sorpresa per la ragazza classe 1991, cresciuta e tesserata nel Nuoto Club Torino, che si è affacciata da sole quattro stagioni al nuoto di salvamento (prima praticava il sincronizzato) ed è nel giro della Nazionale maggiore da un anno. La Fimiani entra negli albi dei record fissando il nuovo primato mondiale a 59’’46. L’atleta piemontese ha coperto i 100 metri di gara sbriciolando di 22 centesimi il record precedente della francese Justine Weyders. La transalpina, infatti, aveva raggiunto il crono di 59’’68 nel luglio 2013 durante i World Games di Cali, in Colombia.
A Riccione, la Fimiani ha perciò conquistato il titolo italiano, precedendo all’arrivo delle avversarie quotate come Laura Pranzo 1’00’’77 (CN Nichelino) e Martina Mazzi 1’02’’10 (Nuotatori Modenesi). Il 59’’46 rappresenta una nuova soddisfazione enorme per il salvamento italiano, disciplina sempre ricca di piaceri per i colori azzurri. Ma il record della Fimiani arriva da un’atleta considerata emergente in un movimento sempre all’avanguardia. La giovane torinese ha infatti raggiunto un exploit inaspettato nella prima sua gara a questi Campionati Italiani. In precedenza era già salita sul gradino più alto podio di una manifestazione internazionale come la BeNe Cup (prima nei 100 torpedo e con la staffetta mista), ma non era ancora entrata stabilmente nel giro delle cuffie azzurre. Adesso, non solo si candida a un posto fisso in azzurro. Ma avrà le potenzialità a puntare ancora più in alto.
Queste le dichiarazioni di Rossella Fimiani dopo la sua giornata da record mondiale. «La gara – spiega Rossella - l’ho impostata per fare del mio meglio. Ma non mi sarei aspettata di certo di battere il primato mondiale: quando mi sono accorta del record ho esclamato “Wow!”. Non me lo immaginavo, finché poi non l’ho realizzato gradualmente dopo l’arrivo. Certo, mentre nuotavo mi sentivo molto bene. Ha inciso di certo una partenza ottima ed ero già davanti al primo 50. Poi mi è entrato senza difficoltà l’aggancio del manichino e da quel momento in poi ho spinto al massimo per confermare la mia posizione. A quel punto, la vittoria era in pugno: ma sul record non ci contavo davvero. La chiave di volta per realizzare un 59’’46? Credo nel passaggio a metà gara – spiega la torinese - perché è stato il mio migliore: il margine per migliorare così tanto è stato accumulato lì. Il ritorno, in cui di solito vado molto bene, ha beneficiato soprattutto dell’inizio di gara positivo».
Raggiunto un traguardo così “pesante” nella carriera, la neoprimatista mondiale, cerca di mantenere i piedi saldamente per terra: «Il futuro? Spero di diventare protagonista anche con la Nazionale, è un obiettivo ancora da raggiungere con stabilità. Non lo do per scontato. Il livello del salvamento in Italia è altissimo e probabilmente arrivare a un record del mondo senza la competizione che si ha qui, non sarebbe stato così facile. Ma per fare un ulteriore salto di qualità, gareggiare e misurarsi con i nuotatori esteri sarebbe una spinta in più. Decisamente non male per trovare nuovi stimoli».
Insomma, l’anno è iniziato davvero con la marcia giusta. Perché oltre agli obiettivi nel salvamento, c’è sempre altro nella vita di un atleta. «Il salvamento è sempre un grande impegno. È come un lavoro, perché necessita di mettere anima e corpo in piscina. Poi studio Architettura all’Università e sono al terzo anno. Mi mancano due esami per poter conseguire la laurea. A luglio, spero davvero di raggiungere anche (nello stesso mese ci saranno Nazionali Rescue, ndr) a questo grande obiettivo. Sarò più contenta io e saranno ancora più contenti i miei genitori. Insomma, il 2014 potrebbe essere davvero pieno di soddisfazioni in tutti i campi. Per adesso, diciamo che l’inizio mi piace!».
Soddisfazione enorme anche dal tecnico della Fimiani, Dario Trudu, che «Rossella era già andata vicina al record italiano alla BeNe Cup di Eindhoven. Allora non era al 100%, ma ero fiducioso che nel pieno della sua condizione avrebbe fatto un tempo importante: l’obiettivo era quello. Perseguibile anche se il primato era qualcosa di difficile da mettere nel mirino, un po’ per tutte coloro che aspiravano a batterlo. La francese ha una struttura fisica abbastanza imponente. I suoi progressi sono stati costanti, ma se si pensa che solo quattro anni e mezzo fa praticava nuoto sincronizzato, si capisce che le sue doti sono sicuramente altissime. Merito del suo impegno e del lavoro che fa nella nostra piccola società del Nuoto Club Torino –spiega Trudu - partendo proprio da zero. E tengo a sottolineare che siamo riusciti a creare un’atleta di salvamento dalla base. Lei non è il prototipo che esce dall’agonismo del nuoto e si cimenta poi nella nostra disciplina. In questo senso, è stato più facile lavorare con lei, perché si è sin da subito affidata al 100% ai consigli per poter crescere. Quando superi i 20 anni, fare uno sport a livello agonistico implica sempre dei sacrifici. Con questa soddisfazione ha avuto la conferma che sono stati ripagati, grazie alla sua serietà e alla sua dedizione».