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Questa è l’Italia che piace. Questa Nazionale va veloce come i suoi e le sue interpreti. Ai Mondiali in vasca corta di Doha, dopo le gioie di gruppo, ne arriva finalmente una tutta individuale, accompagnata in chiusura dalla terza medaglia in staffetta, la prima tutta al femminile. Ma andando per ordine, alla terza giornata di gare, gli azzurri esultano due volte. Dapprima per la grandiosa medaglia d’argento di Marco Orsi nei 50 stile libero e poi per la superba prestazione che vale il bronzo alla staffetta 4x100 stile libero donne (Ferraioli, Di Pietro, Pezzato, Pellegrini). L’Italia porta il suo bottino a quattro podi complessivi nella manifestazione iridata in Qatar.
Marco Orsi (foto di copertina Andrea Staccioli Deepbluemedia/Insidefoto) non ha avuto bisogno di errori altrui per esultare: è d’argento grazie alla sua potenza, con la sua determinazione e con una velocità mai dimostrata, o meglio non ancora sbocciata con questa tutta efficacia, prima d’ora. Un Orsi che da oggi può sedersi con tutti i diritti al tavolo dei velocisti più forti del mondo. E nessuno può metterlo in dubbio. Perché il bolognese si prende la medaglia d’argento mondiale in 20’’69 nei 50 stile libero maschili. L’azzurro non riesce a impensierire il bestiale Florent Manaudou, primo con il nuovo incredibile, fantascientifico record del mondo in 20’’26 (il precedente era 20’’30 gommato di Schoeman). Il Bomber di Budrio (Bologna) è però l’umano più straordinario nel resto del mondo. Tant’è che si mette alle spalle una concorrenza difficilissima rappresentata da Cesar Cielo Filho (20’’88) e il russo – campione in carica cacciato dal podio – Vladimir Morozov, quarto in 20’’89. Inoltre s'inserisce nella top ten all-time sulla distanza ed è il quarto più veloce con i costumi in tessuto.
Cos’ha fatto l’emiliano? Oltre a mettersi alle spalle il gotha della velocità, si è inserito finalmente a pieno titolo nei nomi pesanti della velocità. Naturalmente il sui 20’’69 abbatte letteralmente il primato nazionale che già possedeva (20’’93 ottenuto agli Europei 2009 di Istanbul) ed è il primo a scendere sotto i 21 secondi con un costume in tessuto. Chapeau. Così come merita tutti i complimenti la “bestia” Manaudou. Il francese è violenza pura che si abbatte contro la resistenza dell’acqua. Contro lui c’era ben poco da fare. E forse proprio per questo il secondo posto di Marco Orsi vale ancora di più. Non ha sbagliato nulla il 23enne allenato da Roberto Odaldi: partenza esplosiva, virata perfetta e continuità d’azione. E dopo tre argenti consecutivi agli Europei in vasca da 25 metri, alza decisamente il tiro con un metallo mondiale. Impensabile? Affatto, anche se gli avversari facevano paura – o quantomeno rispetto – perché Marco non ha sbagliato niente. E trova il premio per una carriera con qualche alto e basso, sì, ma con una crescita e dei picchi che non hanno mai messo in dubbio il suo talento. Stavolta l’urlo dell’orso può salire in alto verso l’Hamad Aquatics Centre. La sfida inizia con un argento e può segnare un nuovo inizio verso un futuro esplosivo.
Marco Orsi, 24 anni il prossimo 11 dicembre, si gode l'argento nei 50 sl. Photo Andrea Staccioli/Deepbluemedia/Insidefoto
I velocisti vanno di moda in casa Italia. E dopo Orsi, ci pensa la 4x100 stile libero femminile a rimpolpare il bottino italiano, portandosi sul podio con il nuovo record italiano – fino a questa mattina il limite era fermo a 3’36’’32 - in 3’29’’48, in una gara stravinta da un’Olanda stellare (oro in 3’26’’53 con primato mondiale), seguita sul podio dal solidissimo quartetto statunitense. Le azzurre trovano un’alchimia veloce senza precedenti. Non c’è molto altro di meglio da augurarsi, quando la prima frazionista Erika Ferraioli apre alla grande la staffetta in 52’’70 (nuovo record italiano immenso che abbassa il 52’’86 di Federica Pellegrini, scappato per un centesimo nelle gare di ieri). Poi c’è una grande Silvia Di Pietro che prosegue l’opera della concittadina di Roma, nuotando in 52’’30. E infine c’è il “reparto” veneto a sigillare il bronzo. Aglaia Pezzato, esordiente assoluta in azzurro fa la sua parte chiudendo in 52’’76 la frazione. A quel punto, la Danimarca – più avanti Olanda e Usa fanno gara a sé – è davanti ai 300 metri ed è sfida tra Pernille Blume e Federica Pellegrini. La campionessa di Spinea recupera lo svantaggio nell’ultima virata: 51’’76. Le azzurre sono veloci e questa staffetta, dopo il podio conquistato all’Europeo di Berlino, sembra destinata a crescere come non mai nella storia della nazionale azzurra.
Federica Pellegrini tocca la piastra: la 4x100 sl femminile è terza. Festeggiano con Fede, Aglaia Pezzato, erika Ferraioli e Silvia Di Pietro. Photo Andrea Staccioli/Deepbluemedia/Insidefoto
Oltre all’argento delle’encomiabile Orsi e al bronzo delle ragazze terribili, il pomeriggio aveva portato ad altre considerazioni positive per i colori azzurri.
In primis, con Silvia Di Pietro, arrivata in finale nei 50 farfalla con tanto di record italiano in 25’’43, non sfigura tra le grandi della velocità formato delfino. La romana finisce al quinto posto in 25’’38 migliorandosi ulteriormente a testimonianza di una condizione eccellente, nella gara vinta dall’imprendibile Sarah Sjostrom. Ma la Di Pietro ha ancora ampi margini di miglioramento. Considerando il fatto che – assieme alla svedese d’oro – l’allieva di Mirko Nozzolillo era la più giovane in vasca nella finale con i suoi 21 anni.
Bene, nonostante l’eliminazione anticipata in semifinale, Niccolò Bonacchi nei 50 dorso. Il 20enne di Pistoia, all’esordio mondiale in carriera, non riesce a ripetere l’exploit trovato ieri con il nuovo record italiano. Il dorsista dell’Esercito si ferma al 23’’48. Crono che gli vale l’undicesimo tempo complessivo.
Non arriva la medaglia nella 4x50 mista femminile italiana, ma le azzurre concludono la loro finale al quinto posto col nuovo record italiano in 1’46’’47 (cancellato l’1’47’’05 del 2008) nella gara stravinta dalla Danimarca. Una prestazione convincente nell’insieme e anche da parte delle quattro staffettiste. Il 27’’47 di Elena Di Liddo a dorso, la dice lunga: nuovo primato personale per la pugliese in 27’’07, bene Arianna Castiglioni (30’’27 a rana) e Ilaria Bianchi (25’’70) a farfalla. Tutto condito dalla chiusura con il 23’’43 lanciato di Erika Ferraioli, solo un antipasto di quello che avrebbe fatto più tardi raddoppiando la distanza con la 4x100.
I 200 dorso femminili senza Federica Pellegrini. L’azzurra fallisce l’assalto alla finalissima venendo estromessa dall’ultima contesa dopo la mattinata non proprio positiva (2’05’’76 e sedicesimo tempo): si riscatterà appieno con il bronzo pomeridiano in staffetta. Ma non potrà fallire l’assalto ai 200 stile libero di domenica: quella è la sua gara, dove il podio – o qualcosa in più - potrebbe accoglierla. Oltre all’eliminazione di Fede, in mattinata, l’altro rimpianto più grande era arrivato da Andrea Mitchell D’Arrigo, pronosticabile senza fantasie eccessive da zona podio alla vigilia. Il romano d’America non si qualifica per la finalissima mancando l’accesso per appena sei centesimi. Il suo crono è di buoni livelli, ma non trova il cambio di marcia – che è il suo punto forte – prima dei 250 metri. Poi, il livello degli avversari nelle batterie precedenti rema a sfavore dell’azzurro. Il suo 3’40’’60 è vicinissimo al suo personale – sopra di 6 centesimi appena – ma lo relega in nona posizione. Niente finale anche per Gabriele Detti: il livornese seguito dal coach Stefano Morini, allenatore dell’anno eletto dalla FIN, chiude la sua prova in 3’42’’15. 16esimo ed eliminato. Sulla stessa distanza, ma al femminile, non ce l’aveva fatta Chiara Masini Luccetti. La toscana non era riuscita approda alle semifinali pur trovando il personale in 4’05’’01.
Italiani in batteria nella sessione mattutina. I 50 dorso che avevano promosso Bonacchi alle semifinali, vedevano la presenza anche del 18enne riccionese Simone Sabbioni. Viene eliminato nonostante il primato personale di 23’’99, ventesimo crono complessivo. Nelle batterie dei 50 farfalla maschili, non è male la prova di Marco Belotti, reduce dalla 4x200 d’argento di ieri. Il bergamasco realizza un 23’’26 che rappresenta la sua migliore prestazione in tessuto. È 22esimo nel ranking per le semifinali. Molto più lontano dalla qualifica Matteo Rivolta, che prosegue il suo momento-no toccando la piastra in 23’’50. In una distanza che non era tuttavia, la sua prediletta.
Ancora niente cambio di marcia per la giovane saetta azzurra della rana qual è: Arianna Castiglioni. La 17enne della Busto Nuoto si migliora chiudendo in 1’06’’49 la sua batteria. Fa meglio di 17 centesimi rispetto al suo migliore, ma il nuovo personale la piazza al 24esimo posto. Troppo lontana per aspirare alle prime 16. Matteo Pelizzari non passa il turno nei 400 misti, nonostante il suo 1’58’’99 (nuovo personale in tessuto).