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Pallanuoto

16esimi Campionati Mondiali di nuoto a Kazan (Russia) – Pallanuoto maschile – Finali

Il Settebello sbatte contro la Grecia. Bronzo e pass olimpico sfumano ai rigori

Un finale amaro per un torneo mondiale vissuto tra alti e bassi, ma che conferma un dato importante: il Settebello, nonostante i tanti giovani tra le sue fila, rimane una presenza fissa tra le più forti nazionali al mondo. L’Italia di Campagna fallisce nella finalina contro la Grecia l’assalto al bronzo iridato e al conseguente pass olimpico. Decisiva le precisione dei greci ai rigori (vincitori per 11-9) dopo il 7-7 al termine dei 32’ di gioco. Serbia campione: sommersa 11-4 la Croazia.

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Un epilogo amaro per il Mondiale del Settebello. Gli uomini di Alessandro Campagna falliscono dai 5 metri l’assalto al bronzo mondiale e al pass anticipato per i Giochi Olimpici di Rio de Janeiro. LGrecia vince la "finalina" per il bronzo (11-9),  solo dopo i tiri di rigore. Dopo una gara in eterna rincorsa per gli azzurri, riagguantata sul 7-7 nell’ultimo tempo. E un match giocato al di sotto delle possibilità per lunghi tratti – complice la gabbia costruita dagli ellenici e le lacune in attacco soprattutto con l’uomo in più – da Tempesti e compagni. Gli italiani sprecano un’occasione ghiotta per salire sul podio mondiale dopo quattro anni dal titolo iridato di Shanghai e lanciano al terzo posto ai greci, nazionale di nuovo a medaglia dopo otto anni dal bronzo conquistato a Montréal proprio con Campagna in panchina. Stavolta i greci salgono sul podio alle spalle della Serbia - padrona anche in finale - che ha surclassato 11-4 la Croazia.

L’avevamo definita amara, la Grecia, per il Settebello, dopo il 10-11 subito nella gara d’esordio mondiale quasi due settimane fa. Lo è stata di nuovo. Prima però, le strade tra le due squadre si erano separate – complice la risalita nella fase a eliminazione diretta degli azzurri– fino a questa serata indigesta per il Settebello. La Grecia, invece, arrivava dall’entusiasmo da un torneo davvero sorprendente nel quale ha perduto – soltanto ai rigori – contro la Croazia in semifinale.

Alla Waterpolo Arena di Kazan, l’inizio è negativo per l’Italia di Alessandro Campagna. La sua squadra subisce un gol che sarà anche l’unico del primo parziale. Segna il capitano greco Christos Afroudakis che centra l’angolo corto difeso da Stefano Tempesti, sfruttando la situazione d’attacco in superiorità numerica. Sono passati 2’48’’ dal via. Poi dopo 19 secondi arriva l’occasione ghiotta per sbloccare il tabellino italiano: ma il rigore tirato da Alex Giorgetti si stampa sull’incrocio dei pali. L’azzurro Luongo sbatte invece contro il portiere avversario Konstantinos Flegkas dopo una controfuga importante lanciata direttamente da Tempesti. Poche occasioni e tanta intensità lasciano il primo tempo sullo 0-1 per gli uomini allenati da Theodoros Vlachos.

Alla ripresa Pietro Figlioli prova un alzo e tiro ma trova un palo clamoroso, la palla non sembra voler entrare nemmeno al principio della seconda frazione di gara. Poi, finalmente, Francesco Di Fulvio sblocca una situazione ingarbugliata per l’Italia do 10’52’’ interminabili di gioco. È 1-1. Afroudakis apparecchia per Vlachopoulos e sorprende da lontano il portierone toscano al settimo Mondiale. Il secondo tempo regala solo reti a uomini pari. La Grecia non perdona neanche a 45’’ dalla metà gara e Vlachopoulos segna ancora con una saetta imprendibile sotto la traversa: 1-3. Figlioli reagisce per i suoi e mette in acqua talento, finte ed esperienza per siglare il 2-3 che lascia l’Italia in svantaggio – ma minimo – al termine dei primi 16’ di gioco.

 

Il centroboa azzurro Matteo Aicardi in lotta con il greco Konstantinos Genidounias

Abbondano gli errori in difesa e, complici i buoni movimenti della Grecia in avanti, arriva il centro di Mylonakis ancora una volta l’Italia è trafitta a uomini pari. Alessandro Velotto gli risponde al termine di una superiorità – l’ennesima – non sfruttata durante i 20 secondi favorevoli. Gli azzurri tornano a -1, a contatto con la nazionale allenata da Vlachos. Il centroboa Konstantinos Mourikis sfrutta ancora una volta lo spazio sul primo palo e arriva il 5-3 ellenico. C’è un po’ di spazio e di aggressività: combinazione vincente con Di Fulvio in anticipo, il pescarese serve Figlioli che assiste alla perfezione Andrea Fondelli: finta e palla alle spalle di Flegkas. Il break serve all’Italia per riportarsi sotto sul 4-5. La circolazione insistente di palla è indigesta all’Italia, che non trova contromisure al tocco di Mourikis per Gounas. Ancora una volta Tempesti non può che raccogliere il pallone in fondo al sacco. Matteo Aicardi (nella foto sopra durante in battaglia con Genidouniastorna bomber con la specialità della casa: la beduina. Il suo colpo è vincente. Il Settebello si sblocca dal centro in attacco, ma serve limitare i danni in difesa, condizione essenziale per recuperare lo svantaggio accumulato. A sei secondi dalla fine, l’ennesima ingenuità dai tre metri vale una nuova espulsione – per Gitto. Vlachopoulos segna. Passano 5 secondi – a uno alla sirena – e Massimo Giacoppo confeziona un assist fondamentale per Aicardi. È il fondamentale gol del 6-7. Una rete fondamentale che ridà speranza agli ultimi 8’ azzurri.

Quarto tempo che non si apre nel migliore dei modi. Non viene sfruttata l’ennesima occasione in superiorità – espulso definitivamente il numero 6 Pontikeas – con l’attacco italiano balbettante nella ragnatela perfetta dei greci. Bravissimo Aicardi, uno dei pochi sempre in partita e in crescita: il centroboa della Pro Recco guadagna un rigore: Pietro Figlioli trasforma e arriva il pareggio (7-7) agognato dal primo tempo, ovvero dallo 0-0, poi la Grecia ha messo la freccia per oltre 23 minuti. Out anche Niccolò Gitto, al terzo fallo grave del match. L’Italia rischia tanto di subire il nuovo sorpasso, ma si salva in un paio di occasioni. Velotto recupera una palla fondamentale, guadagnandosi l’ultimo attacco pieno della partita, ma Di Fulvio – a una manciata di secondi dall’ultima sirena - sbatte sull’incrocio dei pali. E qui si chiudono i 32’ regolamentari fino ai rigori che decidono la lotta per il bronzo e per il posto olimpico a Rio de Janeiro 2016. Andrà male agli uomini di Campagna, complici gli errori dai 5 metri di Alessandro Velotto e Francesco Di Fulvio. I greci non sbagliano nulla e si vanno a prendere meritatamente il bronzo prenotando al contempo un viaggio in Brasile per il prossimo agosto. L’Italia dovrà passare per il check-in simbolico di Belgrado: a gennaio infatti saranno gli Europei nella capitale serba a decidere la prossima qualificata per le Olimpiadi. L’ultima possibilità arriverà al torneo preolimpico di Firenze.

Questa la sequenza dei tiri di rigore: Figlioli (gol), Afroudakis (gol), Velotto (palo), Fountoulis (gol), Luongo (gol), Mylonakis (gol), Di Fulvio (parata di Flegkas), Vlachopoulos (gol).

Il commento del c.t. Alessandro Campagna: “C’è rammarico. Ci è mancata cattiveria in attacco nei primi due tempi, perché abbiamo prodotto molto e finalizzato poco. Poi, la traversa di Di Fulvio a 5’’ dalla fine poteva regalarci la vittoria. Ma lo sport è questo. Adesso c’è grande delusione. Rio era vicina, a un passo, ma devo comunque fare i complimenti ai miei. È un percorso molto difficile e duro. Bisogna reagire e guardare avanti. Adesso ci giochiamo tutto a Belgrado 2016 per le Olimpiadi”. Così uno dei veterani della Nazionale, Pietro Figlioli: “Prendiamola come una lezione, siamo sempre tra i primi quattro al mondo, ma da qui si inizia comunque verso Rio. La pressione non c’entra con questo risultato, anche se in alcune fasi non siamo rimasti uniti come avremmo dovuto essere”.

 

Le foto sono di Giorgio Perottino/Deepbluemedia/Insidefoto

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