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Nuoto

Netanya (Israele), 2-6 dicembre 2015 – 18esima edizione dei Campionati Europei in vasca corta – 2^ giornata (Finali)

Netanya 2015: nuovo tris di medaglie. Oro 4x50 mista mista, Rivolta cede solo a Cseh. Di Pietro è di bronzo

Fuochi d’artificio per l’Italia del nuoto che trova un altro tris di medaglie nella seconda giornata agli Europei in vasca corta di Netanya. Arriva il primo titolo azzurro grazie alla staffetta 4x50 mista “mista” (Sabbioni, Scozzoli, Di Pietro e Ferraioli), l’argento di Matteo Rivolta nei 100 farfalla, mentre Silvia Di Pietro trova un insperato bronzo nei 50 farfalla, dopo aver realizzato il record italiano in semifinale.

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Tre medaglie per servire il menù completo a Netanya. Così l’Italia alza ulteriormente e decisamente la qualità del suo Campionato Europeo in vasca corta. In Israele, alla National Olympic Swimming Pool, risuona l’inno di Mameli grazie alla bella vittoria della 4x50 mista medley (Sabbioni, Scozzoli, Di Pietro e Ferraioli) che per la prima volta regala all’Italia un successo con una staffetta mista formata da uomini e donne. Ma non c’è solo la soddisfazione della vittoria, perché i colore azzurro è sul secondo gradino del podio grazie a un maturo Matteo Rivolta, che nella finale dei 100 farfalla si deve inchinare a uno tra i più grandi atleti presenti a Netanya: l’ungherese Laszlo Cseh. Simile al risultato del collega delfinista – anche perché per entrambi si tratta della prima medaglia europea individuale – è il bronzo conquistato da Silvia Di Pietro sui 50 farfalla. La romana classe 1993 si deve inchinare soltanto ai fenomeni scandinavi Sjostrom e Ottesen, dopo aver abbassato (25’’22) il record italiano in batteria. Non solo podi per l’Italia, il giovedì regala ottimi piazzamenti a Diletta Carli e Martina Caramignoli – quarta e quinta, con nuovi primati personali negli 800 sl –, Filippo Magnini, quinto a 5 centesimi dal podio nei 200 sl. E soprattutto altri tre accessi “pesanti” alle finali di domani. Da Erika Ferraioli e Federica Pellegrini (100 stile libero) a Simone Sabbioni (100 dorso).

Giusto partire dalla prima gioia d’oro, arrivata nella finale della 4x50 mista mista (in copertina nella foto di Giorgio Perottino/ Deepbluemedia/ Insidefoto), ovvero all’ultima gara nel programma del pomeriggio. Il quartetto italiano composto da Simone Sabbioni, Fabio Scozzoli, Silvia Di Pietro, Erika Ferraioli emoziona e lotta con personalità contro la Russia, prendendosi il primo titolo della sua storia nelle staffette miste uomini/donne. 1’38’’33 il tempo degli azzurri, che ottengono anche il record dei Campionati, strappandolo alla Germania – oro nel 2013 – per 99 centesimi. Dopo il 2° crono d’ingresso in finale, Simone Sabbioni al posto di Bonacchi rappresenta l’unico cambio rispetto al quartetto impegnato nella batteria del mattino. Il romagnolo chiude con un ottimo 23’’50 a dorso, 2 centesimi meglio del rivale russo Shabasov, e lancia Scozzoli al primo posto dopo il cambio. Il ranista forlivese nuota in 25’’99 subisce il controsorpasso ed è secondo al cambio dietro l’azione di Nikolaev. Ci pensa Silvia Di Pietro, bronzo nella gara individuale pochi minuti prima, a ridurre il gap alle russe nuotando in 25’’24. Lancia alla perfezione il cambio con la compagna d’allenamenti Erika Ferraioli che parte con un distacco di 5 centesimi dalla Russia. Nel duello con la giovane russa Rozaliya Nasretdinova prevale l’esperienza e la velocità della veterana azzurra, che chiude i suoi 50 metri in 23’’60. Vittoria e primo oro nella manifestazione in 1’38’’33, meglio di 3 centesimi rispetto alla Russia.

RIVOLTA Matteo ITA Silver Medal

Buona parte delle attese e delle speranze italiane erano riposte anche nella finale dei 100 farfalla maschili. Inevitabile quando una Nazionale si presenta allo start della finale con due schegge come Piero Codia – terzo tempo d’ingresso dopo la semifinale – e Matteo Rivolta, forte del miglior crono mondiale del 2015 fino ad allora, di 49’’55. Dopo il via, sembra prevalere l’aggressività estrema del primatista italiano, combattivo e velocissimo con un passaggio da 22’’99 ai 50 metri. La sua azione, però, non regge e il ritmo pazzesco impresso dal lombardo che si allena a Roma diventa meno efficace col passare dei metri e per via del recupero, che lo porterà al 49’’33 vincente, dell’intramontabile - ha compito 30 anni proprio oggi - Laszlo Cseh. L’ungherese supera il 24enne di Arconate e raccoglie così il 16esimo titolo europeo in carriera, regalandosi la prima medaglia sui 100 farfalla ad un Europeo in corta. L’argento di Rivolta (sopra, mentre sale sul podio, foto di Giorgio Scala/ Deepbluemedia/ Insidefoto) regala altresì il primo podio maschile nella storia della manifestazione all’Italia, anche se l’azzurro chiude in 49’’70 peggiorando di 15 centesimi la performance ottenuta in batteria. Un risultato che forse ha risentito della pressione di partire come favorito per la vittoria, ma che può servire solo come bagaglio di esperienza. Oltre alla seconda posizione, l’Italia piazza anche Piero Codia al quinto posto. Il triestino chiude in 50’’48 – in semifinale era stato più veloce, in 50’’19 - a 20 centesimi dal bronzo di Nikita Konovalov (Russia). Il 26enne di Esercito e Aniene era stato in corsa per una medaglia sino alle ultime bracciate.

Il bis di medaglie individuali dal delfino arriva nella finale dei 50 metri femminili da un’eccezionale Silvia Di Pietro, capace di compiere un exploit nell’arco di questo suo giovedì di gare che culmina in due riprese: prima con un record italiano in semifinale (25’’22) e poi con una stupenda medaglia di bronzo dietro le due “aliene” della specialità Sarah Sjostrom e Jeanette Ottesen.

SJOESTROEM Sarah SWE Gold Medal CR

 

Lanciata e galvanizzata dal primato italiano verso la finale – che ha chiuso il programma individuale del pomeriggio – la Di Pietro non è risuscita a migliorarsi, ma ha continuato a duellare senza paura con le specialiste venendo premiata con il terzo posto. Nulla da fare e da dire contro la fenomenale svedese Sjostrom, che ha vinto l’oro in 24’’58 (record dei campionati), a due decimi dal primato mondiale della connazionale Therese Alshammar e contro l’altra specialista Jeanette Ottesen (Danimarca), che la “segue” in 25’’04 dopo aver nuotato alla pari fino alla virata di metà gara. Dietro di loro si piazza, in 25’’26, la romana (sopra, sul podio con Ottesen e Sjostrom, nella foto di Giorgio Scala/ Deepbluemedia/ Insidefotoallenata da Mirko Nozzolillo e sfata anche un tabù tutto italiano, che non aveva mai visto propri atleti sul podio europeo della distanza. Per Silvia è festa totale: col 25’’22 nuotato in semifinale era arrivato il consistente miglioramento del proprio record italiano – precedente 25’’38 realizzato ai Mondiali 2014 di Doha – e una gara dalla grande personalità contro avversarie di rango.

Nella stessa semifinale era stata invece eliminata Elena Gemo, 12esimo crono complessivo con 26’’17 distante 23 centesimi dalla qualificazione. Per la veneta c’è comunque la soddisfazione di aver migliorato il primato personale di 5 centesimi.

Niente podio per le due azzurre impegnate nella finale degli 800 stile libero femminili, ma Carli e Caramignoli finiscono subito alle spalle delle prime. La gara si decide presto, quando si lanciano subito all’attacco Boglarka Kapas (Ungheria), Jazmin Carlin (Gran Bretagna) e la fondista Sharon van Rouwendaal (Olanda). Diletta Carli è la prima che prova a reggere il ritmo fino a metà gara, ma la giovane viareggina è costretta ad alzare bandiera bianca per il podio a causa di un’andatura davvero veloce delle prime. La Carlin attacca ai 700 metri e si sbarazza prima dell’olandese e poi della magiara. Per la britannica (oro in 8’11’’01), già seconda ai Mondiali 2014 in “corta”, arriva il primo podio assoluto a un Europeo in vasca da 25 metri. L’inglese è seguita dalla Kapas, tornata sul podio a cinque anni dall’argento – dietro la vincitrice di allora, Federica Pellegrini – sugli 800, e dalla van Rouwendaal. La Carli chiude quarta in 8’17’’42, tempo che le vale il primato personale, mentre Martina Caramignoli è quinta in 8’18’’06. Anche lei migliora il suo “best” di quasi due secondi.

Sfortunata la finale dei 200 stile libero. Perché Filippo Magnini si dimostra per l’ennesima volta competitivo al massimo nonostante i suoi 33 anni. L’azzurro parte a razzo nei primi 50 metri, chiusi in testa. Poi il pesarese si mantiene a contatto dopo i sorpassi del belga Timmers e del primatista del mondo Paul Biedermann. Ai -50 ci sono 22 centesimi tra i tre e una gara tutta da giocarsi per il podio. Davanti, il tedesco scatena il suo proverbiale rush negli ultimi metri e va a vincere l’oro – il terzo in carriera per Biedermann sulla distanza, dopo i successi del 2009 e del 2011 – in 1’42’’68. Pieter Timmers (1’42’’85) regala la prima medaglia al Belgio finendo secondo. Ma sul podio le salgono in due alle loro spalle grazie alla doppia sorpresa di Glenn Surgeloose e Viacheslav Andrusenko, terzi ex aequo in 1’43’’55. Magnini è quinto in 1’43’’60 a 5 centesimi dal bronzo dopo aver ceduto nella seconda metà di gara. Ma il capitano azzurro ha dimostrato il suo indiscusso valore nella sua pluridecennale carriera vissuta sempre ad alti livelli, anche nella sua ultima apparizione in un Europeo in vasca corta.

Marco Koch conferma la propria superiorità nei 200 rana anche in vasca corta, dopo aver pescato il jolly iridato in vasca lunga a Kazan. Il 2’00’’53 (nuovo record dei Campionati) che regala l’oro al tedesco è di potenza, continuità e personalità. Il neocampione europeo – secondo titolo sulla distanza dopo il successo del 2010, dopo l’argento del 2013 alle spalle dell’eterno rivale magiaro – finisce a soli 5 centesimi dal record mondiale detenuto proprio da Daniel Gyurta dai Mondiali del dicembre 2014. Quest’ultimo conclude al secondo posto tentando una rimonta nelle ultime vasche che non si azionerà mai: 2’01’’99 il suo tempo. Terzo posto per il britannico Andrew Willis, 25enne che festeggia il suo compleanno con la prima medaglia europea.

Da sinistra Daniel Gyurta e il vincitore dei 200 rana Marco KochI due rivali Gyurta e Koch all'arrivo dei 200 rana che hanno premiato il tedesco con l'oro. Photo Giorgio Perottino/Deepbluemedia/Insidefoto

 

Interessante la finale dei 400 misti maschili con protagonista assoluto Roberto Pavoni (Gran Bretagna), che ingaggia una lotta con David Verraszto, desideroso di confermarsi campione. L’ungherese attua il sorpasso nella frazione a rana: ai 300 metri ha un vantaggio di 42 centesimi. Il magiaro incrementa nell’ultima frazione a stile libero fino alla reazione veemente di Pavoni negli ultimi 50 metri. Verraszto deve superarsi per non cedere la testa e l’oro conquistato dopo 4’02’’43 di fatica. Pavoni cederà 26 centesimi di troppo in favore del vincitore. Terzo e si conferma sul podio – nel 2013 fu d’argento – è l’israeliano Gal Nevo, bravo nel recuperare le posizioni nel finale.

Katinka Hosszu, iridata ai Mondiali 2014 “in corta” sfidava la concorrenza della rivale più accreditata – ovvero della ceca Simona Baumrtova - nella finale dei 100 dorso femminili. Una sfida che non nasce nemmeno, per i meriti della Hosszu e di una condotta di gara che risolve il tutto in favore della magiara, velocissima sin dalle prime bracciate – passaggio in 27’’ –  fino alla chiusura in 55’’42. Segna il nuovo record dei Campionati. Per l’Iron Lady arriva così il secondo oro in due giorni di Campionati Europei. Al secondo posto, a ben 1,75 secondi dalla magiara, si piazza la sorpresa polacca Alicja Tchorz. Mentre il bronzo è dell’Islanda, grazie al recupero finale di Eyglo Osk Gustafsdottir (57’’42 il suo tempo): la 20enne regala la prima medaglia femminile nella storia della competizione alla sua Nazione. Soltanto quinta una deludentissima Baumrtova. La Hosszu troverà il tempo e le energie – dopo appena 20 minuti dalla finale dei 100 dorso – per dominare le semifinali dei 100 misti migliorando il record dei Campionati stabilito nella batteria del mattino: passa da 57’’52 a 57’’49.

Le semifinali dei 100 dorso maschili hanno vissuto sulla piacevole e attesa conferma del bronzo sui 200, Simone Sabbioni. Il 19enne dimostra velocità e personalità al fianco del primatista europeo Stanislav Donets e lotta alla pari con il quotato russo. L’azzurro chiude, cedendo la seconda posizione al britannico Christoph Walker-Hebborn, in 50’’83. Il suo è il miglior crono in tessuto nuotato da un atleta italiano (superato il 50’’99 di Damiano Lestingi che resisteva dal 2010) e lontano soltanto 18 centesimi dal record italiano. Prima di questo pomeriggio, il giovane riccionese non era mai riuscito a scendere sotto i 51 secondi. Guida il polacco Radoslaw Kawecki (50’’11), davanti a Donets (50’’67) e Walker-Hebborn (50’’73). Alle loro spalle si qualifica Sabbioni, con il quarto crono d’ingresso e la possibilità e il diritto di stupire atleti più esperti di lui nella finale di domani. Out invece Niccolò Bonacchi. Il pistoiese viene eliminato dopo aver nuotato in 51’’62, crono che gli è valso il 15esimo tempo nel ranking a 81 centesimi dal passaggio di turno.

Doppia soddisfazione da finale per le ragazze impegnate nelle semifinali dei 100 stile libero. Il livello delle protagoniste si conferma altissimo e le due italiane Ferraioli e Pellegrini saranno della contesa, pronte a stupire e ad approfittare di eventuali passi falsi altrui. Bene Erika Ferraioli che nella seconda delle due semifinali duella con Ranomi Kromowidjojo fino a metà gara, tenendone il contatto. L’olandese prende però irrimediabilmente vantaggio dopo i primi 50 metri (chiusi in 24’’54) per volare all’arrivo dopo 51’’39. La 29enne romana cede qualcosa – viene superata dalla russa Popova – e chiude in 52’’65, sfiorando il suo recente record italiano, lontano appena 7 centesimi. Federica Pellegrini risale nella seconda parte di gara e chiude con un ottimo 52’’69primato personale migliorato di 17 centesimi - e finale in tasca per lei, con il sesto crono d’ingresso. Domani, in finale, si prospetta un duello tra Kromowidjojo e Sjostrom. Quest’ultima ha vinto la prima semifinale in 52’’01, secondo crono d’ingresso davanti alla Popova, Heemskerk, Ferraioli e Pellegrini.

 

Clicca qui per consultare i risultati ufficiali completi e il programma delle gare di Netanya 2015.

 

Tutti i podi e i piazzamenti degli italiani nelle finali odierne:

200 stile libero maschili
1. Paul BIEDERMANN (GER) 1‘42‘‘68
2. Pieter TIMMERS (BEL) 1’42’’85
3. Glenn SURGELOOSE (BEL) 1’43’’55
3. Viacheslav ANDRUSENKO (RUS) 1’43’’55
5. Filippo MAGNINI (ITA) 1’43’’60

200 rana maschili
1. Marco KOCH (GER) 2‘00‘’53 CR
2. Daniel GYURTA (HUN) 2‘01‘‘99
3. Andrew WILLIS (GBR) 2‘02‘‘76

400 misti maschili
1. David VERRASZTO (HUN) 4’02’’43
2. Roberto PAVONI (GBR) 4’02’’69
3. Gal NEVO (ISR) 4’04’’68

100 dorso femminili
1. Katinka HOSSZU (HUN) 55’’42 CR
2. Alicja TCHORZ (POL) 57’’17
3. Eyglo Osk GUSTAFSDOTTIR (ISL) 57’’42

100 farfalla maschili
1. Laszlo CSEH (HUN) 49’’33
2. Matteo RIVOLTA (ITA) 49’’70
3. Nikita KONOVALOV (RUS) 50’’28
5. Piero CODIA (ITA) 50’’48

800 stile libero femminili
1. Jazmin CARLIN (GBR) 8’11’’01
2. Boglarka KAPAS (HUN) 8’11’’43
3. Sharon VAN ROUWENDAAL (NED) 8’15’’84
4. Diletta CARLI (ITA) 8’17’’92
5. Martina Rita CARAMIGNOLI (ITA) 8’18’’06

50 farfalla femminili
1. Sarah SJOSTROM (SWE) 24’’58 CR
2. Jeanette OTTESEN (DEN) 25’’04
3. Silvia DI PIETRO (ITA) 25’’26

4x50 mista medley
1. ITALIA (Sabbioni, Scozzoli, Di Pietro, Ferraioli) 1’38’’33 CR
2. RUSSIA (Shabasov, Nikolaev, Kashinskaya, Nasretdinova) 1’38’’36
3. BIELORUSSIA (Sankovich, Shymanovich, Khakhlova, Herasimenia) 1’39’’03

 

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