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10 Dicembre 2018 – La FINA contestata dai grandi campioni

FINA SOTTO ATTACCO: Hosszu, Shields, Andrews e la ISL le fanno causa

Molto critici anche Adam Peaty, Chad Le Clos e Cate Campbell. La FINA, sotto accusa per avere danneggiato i nuotatori provocando la cancellazione del meeting Energy For Swim che avrebbe dovuto svolgersi a Torino, si difende con un comunicato balbettante.

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KATINKA HOSSZU

Non è una rivolta, e nemmeno assomiglia alla pesante contestazione dei “gilet gialli” nei confronti del governo francese, ma è certamente la presa di posizione più dura che si ricordi nei confronti della Federazione Internazionale di Nuoto (FINA) da parte di un nutrito gruppo di grandi campioni di nuoto. L’inedita contestazione prende lo spunto dal comportamento arrogante della FINA che ha indotto l’International Swimming League (ISL) a cancellare l’evento programmato a Torino per il 20 e 21 dicembre, in collaborazione con la Federazione Italiana Nuoto (FIN).

Per l’evento di Torino l'ISL, organizzazione finanziata dall'oligarca ucraino Konstantin Grigorishin, aveva messo a disposizionedegli atleti 1,8 milioni di euro in premi in denaro. L’ISL ha in programma di lanciare una serie di meeting nel 2019 con la partecipazione di circa 300 dei migliori nuotatori del mondo.

Sabato 8 dicembre è emerso che presso un tribunale della California avvocati forniti di regolare mandato hanno depositato una causa contro la FINA intentanta da tre nuotatori, la Lady di Ferro magiara Katinka Hosszu (in copertina) e gli americani Tom Shields e Michael Andrew.

Alla FINA si contesta l’abuso di posizione dominante e l’ostacolo della libera concorrenza, azioni contrarie alla leggi degli Stati Uniti (Sherman Antitrust Act )e dell’Unione Europea, nonché i danni economici e di immagine subiti dagli stessi nuotatori che erano stati minacciati di squalifica se avessero gareggiato in quel meeting che la FINA non ha voluto riconoscere.

Per gli stessi motivi anche l’ISL ha intentato contro la FINA una causa analoga. Secondo fonti di stampa per riconoscere l’evento la FINA avrebbe chiesto all’ISL una somma assurda, alcune decine di milioni di dollari!

La Hosszu, che come Andrew gareggerà a Hangzhou, ha spiegato così la sua iniziativa: “La mia passione mi ha sempre indotta a spingere il nuoto nella direzione in cui i nuotatori sono partner della FINA e non burattini”. Poi ha aggiunto: “L’ISL prende sul serio i nuotatori, non come la FINA".

Andrew, medaglia d'oro nei 100 metri misti ai Mondiali in corta  del 2016, ha sottolineato: "Pochissimi nuotatori si guadagnano da vivere nuotando, colpa della FINA la cui considerazione principale non è per i nuotatori. La FINA ha riportato il nostro sport nelle epoche buie bloccando la richiesta dell'ISL. Le due entità possono coesistere."

La causa intentata da Hosszu e colleghi potrebbe sfociare in una class action a tutela di tutti i nuotatori interessati.

Per l’Amministratore Delegato dell’ISL, Ali Khan (foto sotto), “le priorità della FINA non sono allineate con quelle dei nuotatori, e di conseguenza allo sport non è stato permesso di evolversi con i tempi. L'ISL merita la possibilità di offrire ai nuotatori più opportunità di competere e guadagnarsi da vivere, e i nuotatori meritano di non essere incatenati ai capriccio della FINA. Le leggi richiedono che l’ISL abbia questa possibilità."

Secondo la denuncia, la FINA avrebbe introitato circa 104 milioni di euro di ricavi lordi da tutti gli eventi acquatici nel 2016 e 2017, ma avrebbe pagato solo il 12,5 per cento di tale importo agli atleti, sotto forma di premi in denaro.

ALI KAHN ISL

La notizia della causa intentata alla FINA dai nuotatori e dall’ISL ha fatto immediatamente il giro del mondo e la FINA non ha trovato di meglio che rispondere con un comunicato stampa dal tono tra il conciliatorio e l’ipocrita, cercando di coinvolgere la Commissione Atleti, cui si chiede sostanzialmente di svolgere un ruolo di mediazione da subito, cioè durante i Campionati del Mondo in vasca corta di Hangzhou che iniziano domani. Come è già accaduto in casi analoghi è possibile che i membri della Commissione siano sottoposti a pressioni e blandizie. E chi non si allinea, di solito, la prossima volta sarà democraticamente fatto fuori.

Ha rincarato la dose Adam Peaty che, con un tweet, ieri, ha fatto notare come la maggior parte dei soldi corrisposti agli atleti siano transitati dalla Coppa del Mondo, la World Cup, definita dall’asso britannico “una competizione di scarso interesse, disertata dalla maggior parte degli atleti di vertice”. Un’affermazione che certifica uno stato di fatto. Anche noi, da molti anni, sosteniamo che la World Cup non ha un’anima e che le formule ideate di volta in volta dalla FINA non hanno mai permesso alla manifestazione di decollare. La manifestazione vuol essere global ma l’interesse per i meeting che la compongono resta local. A Peaty ha fatto eco il sudafricano Chad Le Clos, a sua volta spalleggiato dall’australiana Cate Campbell.

Intanto,  oggi Ali Khan ha sferrato un altro duro attacco alla FINA, riportato dalla pubblicazione on line Insidethegames.  Khan ha accusato la FINA di essere “fuori dal mondo”, e poi ha aggiunto: “Siete fuori controllo rispetto a ciò che sta succedendo, ecco perchè gli atleti stanno reagendo. Ormai è troppo tardi. L’ISL sta ricevendo un appoggio fantastico da parte dei nuotatori. Questa è la più grande sfida lanciata alla FINA, ed è un campanello d’allarme per quelle federazioni che restano disconnesse con i rispettivi atleti. Le federazioni internazionali, compresa la FINA, hanno la responsabilità di garantire che i loro sport si evolvano con le dinamiche attuali, garantendo la commercializzazione e la longevità della carriera professionale degli atleti”. Kahn ha aggiunto che dopo i Mondiali la ISL radunerà a Londra i campioni per discutere della questione e delle prospettive.

A questo nuovo attacco ha risposto direttamente l’83enne presidente della FINA Julio Cesar Maglione (foto sotto): “Il calendario delle competizioni internazionali deve essere attentamente studiato. La FINA è pronta a prendere in considerazione le proposte di partnership commerciali ma sempre nel rispetto delle nostre regole, è molto importante per FINA che lo sport, i suoi atleti e allenatori e le rispettive Federazioni nazionali traggano il necessario beneficio dal loro sforzo, sviluppando così ulteriormente le nostre discipline. Le critiche di Peaty? E’ un campione e ha il suo punto di vista e lo ascoltiamo. La Fina s’impegna a parlare di questi problemi con la Commissione Atleti a Hangzhou”. Una difesa poco convincente quella fatta d’ufficio da parte dell’83enne presidente uruguaiano.

JULIO MAGLIONE

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