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Elham e il record negato dalla Shari'ah

Nuotare in Iran: per una donna è impossibile.

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Troppo donna. Anzi, donna, e basta.

Per l’Iran questo è sufficiente. Per la Shari’ah, la legge islamica su cui è basata la civiltà iraniana, essere donna è pregiudicante.

Elham Asghari è una donna iraniana di 32 anni che lo scorso mese ha realizzato il record dei 20 chilometri nel Mar Caspio.  Un record però mai riconosciuto né dalla Federazione né dal Governo perché una volta che è uscita dall’acqua il suo costume rivelava troppo le tipiche forme femminili. Ma non immaginatevi un costume da competizione come siamo abituati a vedere, né tantomeno un classico costume da piscina. La legge islamica non permette che una donna mostri in pubblico braccia e gambe. Ecco perché Elham ha dovuto gareggiare con un costume creato apposta, una muta, pesante quanto un’umiliazione, che la coprisse dalla testa ai piedi.  Ma tutto questo non è stato abbastanza per ingannare gli occhi bigotti degli uomini che si nascondono dietro il velo della tradizione della Shari’ah.

Il record dei 20 chilometri (che già prima avevano abbassato a 15 e poi rialzato a 18) non è valido.

La storia di Elham Asghari è stata raccolta dal The Guardian. Una storia, un sogno che nasce già da bambina,  quando all’età di cinque anni decide  di progettare da sola proprio il costume speciale che rispecchiasse il più possibile le tradizioni islamiche, una specie di hijab completo per l’acqua.

6 chili in più da sopportare in acqua e sul cuore, uno sforzo incredibile, e doloroso, e certamente anche umiliante.  Elham si è allenata per anni, anche tramite video di internet. E alla fine è riuscita nell’impresa da record. Ma il suo sogno era anche quello di  nuotare liberamente come donna e infine di vedersi riconoscere come primatista. Per questo ha deciso di contattare il suo manager, Farvartish Rezvaniyeh, e insieme hanno girato un video che in pochi giorni ha totalizzato migliaia di visite sul canale Youtube e sulla sua pagina ufficiale di Facebook.  

L’opinione pubblica è stata sensibilizzata, ma c’è ancora molto da fare. Il record verrà mai omologato? Si otterrà giustizia e rispetto per questa e per molte altre donne iraniane?

Perché qui non si tratta semplicemente di un merito sportivo e di un riconoscimento natatorio. Sappiate che le donne iraniane non possono partecipare a manifestazioni natatorie internazionali. Per loro esistono delle Olimpiadi a parte. Per loro esiste la segregazione anche nelle piscine: ci sono orari prestabiliti per il genere femminile, oppure strutture create apposta.  Riconoscere ad Elham il suo record e la possibilità di nuotare nelle acque libere, addirittura da primatista, vorrebbe dire aprire una, seppur piccola, breccia nello spesso strato della tradizione islamica.

Ma la speranza di Elham è davvero dura a morire, e dopo aver dato battaglia strenuamente sotto il governo de discusso Mahmoud Ahmadinejad', spera che qualcosa cambi con il nuovo Presidente Hassan Rouhani, che giurerà sulla Costituzione nel mese di agosto.

Speriamo che la speranza di Elham venga prima o poi tramutata in un sogno che si avvera e che sia da esempio per tutte quelle donne che lottano per i propri diritti e per veder realizzati i propri obiettivi e i propri sogni.

 

Vi chiedo di spendere 2 minuti del vostro tempo per guardare il video di Elham postato su youtube e su facebook. Sosteniamola!

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