Tecnica del Nuoto.
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La terza sessione di finali alla Kazan Arena si è rivelata ancora una volta spettacolare. A conferma che il nuoto nell’anno preolimpico è giunto a un livello davvero alto. Meritano la copertina assoluta Katie Ledecky, al secondo titolo individuale in quest’edizione dei Mondiali col nuovo impressionante record del mondo nei 1500 stile libero (15’25’’48), e Adam Peaty (nuovo primato mondiale nella semifinale dei 50 rana in 26’’42). Ma è tempo di prime volte per le nuove leve. Su tutte il 19enne britannico James Guy, capace di battere Sun Yang nei 200 stile libero maschili, poi Mitchell Larkin ed Emily Seebohm – classe 1993 e 1992 -, entrambi vincitori nei 100 dorso che regalano all’Australia una magica doppietta d’oro dopo dei primi giorni di gare difficili. Poi tocca alla capitolazione di Ruta Meilutyte, che s’inchina alla beniamina di casa Yuliya Efimova, risultato forse più sorprendente del martedì. Ultima, ma non meno importante, è la prestazione di Federica Pellegrini, che tenterà domani l’assalto al sesto podio consecutivo nei 200 stile libero: l’azzurra entrerà in vasca per ultima, perché accede in finale col primo tempo complessivo.
Tutto calcolato nei 1500 stile libero femminili, nel facile dominio “programmato”, per la candidata al titolo di “Donna del Mondiale 2015” Katie Ledecky. La statunitense già primatista mondiale sulla distanza in batteria con 15’27’’71 innesta il turbo con disarmante facilità e fa gara contro sé viaggiando con due secondi di meno rispetto a quanto fatto ieri in batteria. Passa costantemente con parziali mai sopra i 31,25 secondi. Non c’è più speranza per le rivali già distanziate in maniera enorme dalle prime vasche finita con un vantaggio di oltre 20 metri sulle immediate inseguitrici, pur perdendo qualcosa negli ultimi 200 metri. La 18enne del Maryland bissa il successo di Barcellona e vince il suo sesto oro in carriera in vasca lunga: tempo mostruoso, spaziale o fuori dal comune: 15’25’’48. Il podio è un’altra cosa: Dietro di lei sembrano appannarsi le prestazioni di tutto rispetto della neozelandese Lauren Boyle (15’40’’14 e record dell’Oceania) e dell’ungherese Boglarka Kapas (15’47’’09) Partenza veloce per Aurora Ponselè, la 23enne marchigiana che aveva strappato un posto nella sua prima finale iridata cala a metà gara perdendo posizioni. Chiude in 16’09’’57 in ottava e ultima posizione. La sua performance le vale comunque una soddisfazione che si chiama nuovo record personale abbassato di 3 secondi. “Ho cercato di fare del mio meglio – ha detto la stileliberista - e sono contenta di aver partecipato a una finale mondiale e di essere stata protagonista con queste grandi del nuoto. Le delusione della 10 km sarà qualcosa che mi ha fato comunque crescere”.
Dopo la semifinale Adam Peaty (nella foto sopra di Andrea Masini / Deepbluemedia / Insidefoto) risponde a Cameron van der Burgh e scrive un altro capitolo nell’archivio recordman dei 50 rana – si era già iscritto nell'agosto scorso agli Europei, ma quel primato non è stato mai omologato -, e l’astronave dei ranisti più forti di sempre lo vede salire a bordo. L’inglese mette tutto e tutti a posto, volando a 26’’42 e strappa dopo otto ore il primato mondiale al sudafricano devastando la vasca nella parte nuotata nonostante una partenza non così perfetta. Poi Van der Burgh vince la sua semifinale in 26’’74, crono di primissimo livello, ma non abbastanza per contrastare il Peaty del pomeriggio. Delusissimo l’azzurro semifinalista Andrea Toniato. Gli sarebbe bastato nuotare anche un po’ più lentamente rispetto al 27’’06 che gli è valso il primato italiano poche settimane fa all'Universiade, ma non gli riesce di ripetere il tempo della batteria: chiude in 27’’61 peggiorandosi dal mattino. “Pensavo sinceramente di aver nuotato meglio ripsetto alla batteria – ha detto il veneto subito dopo l’arrivo - non so cosa possa aver sbagliato. Avevamo lavorato tanto con Tamas Gyertyanffy per preparare quest’appuntamento. Mi dispiace”.
È stato anche il primo pomeriggio di Federica Pellegrini (foto sotto di Andrea Masini / Deepbluemedia / Insidefoto), impegnata nella prima semifinale dei 200 stile libero contro l’ungherese di ferro Hosszu nella prima semifinale senza sprinter. Dopo il ritmo dettato da Charlotte Bonnet, l’azzurra passa in testa ai 150 metri. La veneta chiude in 1’56’’23 prevalendo sulla 17enne cinese Duo Shen e su Katinka Hosszu. Una gara, la sua, senza acuti nei primi 100 metri, in cui è giunta alla progressione marchio di fabbrica nella vasca finale. La sensazione è unita alla speranza che Federica abbia contenuto energie fisiche e mentali per tentare l’assalto al podio nella finale di domani. “Era la semifinale più semplice. Era importante vincerla per giocarci tutto domani. La Ledecky di domani sarà un’altra persona. Spero di portare la corona dopo la finale, ma sarà una lotta all’ultimo sangue”. Le sfidanti? Atlete di primissimo livello. Dalla Franklin (secondo miglior crono in 1’56’’37), alla Hosszu (1’56’’51), poi la russa Popova e l’incognita e temutissima Ledecky – 1’56’’76 dopo lo sforzo d’oro nei 1500 sl - e infine la più veloce nel 2015 Heemskerk, apparsa non in brillante condizione.
La finale dei 200 stile libero maschili se l’aggiudica con sorpresa il non ancora ventenne James Guy. È il primo trionfo sulla distanza per un nuotatore britannico. Niente da fare per il campionissimo Ryan Lochte, che prende il comando dopo la sua virata rivoluzionaria e spettacolare dei 100 metri, ma non forza nella seconda parte di gara. Gli tengono testa James Guy e Sun Yang, primo al transito dei 150. L’ultima vasca è un thrilling perché Guy aziona la sua progressione e va a prendersi il primo oro individuale della sua giovane carriera. E si prende la rivincita contro Sun – dopo il k.o. subito dal cinese nei 400 - che rinuncia così a un possibile poker tra 200-400-800 e 1500 sl chiudendo in 1’45’’14: è decisiva l'ultima vasca di Guy da 26’’81 che ricaccia indietro l’asiatico per appena quattro centesimi. Il bronzo rivede salire sul podio iridato il tedesco primatista del mondo Paul Biedermann (1’45’’38). Lochte resta al palo fermandosi al quarto posto.
Gioventù vincente d’Australia nei 100 dorso femminili che vedono consumarsi la prima doppietta d’oro sulla distanza e nel dorso per gli atleti del Down Under. Al femminile vince la velocissima 22enne Emily Seebohm in 58’’26 – a 14 centesimi dal record gommato di Gemma Spofforth del 2009 - davanti alla connazionale Madison Wilson (58’’75). Terzo è il talento danese Mie Nielsen, che prova a scappare ai 50 metri salvo poi essere riprese dalle due oceaniche, ma si prende l’enorme soddisfazione di lasciare la campionessa in carica Melissa Franklin, soltanto quinta e fuori dal podio iridato per oltre mezzo secondo.
Sulla stessa distanza, ma al maschile Matt Grevers forza il passaggio in 25’’40, ma abdica dopo la sfida entusiasmante a tre perché il campione in carica cede acqua negli ultimi 20 metri ed è infilato nel mezzo dallo strepitoso ritorno dall’aussie Mitchell Larkin e di Camille Lacourt. Entrambi lo infilano e il ragazzo 22enne che arriva dal Queensland bissa il successo iridato in vasca corta ottenuto nel dicembre scorso. Il suo sorriso al termine dei 52’’40 vincenti - 2 centesimi in meno rispetto alla semifinale – vale oro. Così come vale moltissimo il gradito ritorno sul podio del campione 2011 Lacourt che cede per otto centesimi. Grevers si accontenta del bronzo dopo il crollo nel finale (52’’66).
La finale dei 100 rana femminili è da spot per il nuoto. Il duello tra Ruta Meilutyte e Yuliya Efimova (nella foto sotto all'arrivo, mentre controllano i tempi sul tabellone) si risolve in favore della seconda che regala alla Kazan Arena il primo oro casalingo. La giovane lituana campionessa in carica e imbattuta da tre anni sulla distanza paga un passaggio stratosferico ai 50 metri da 30’’27. La Efimova azzanna la rivale passa Ruta negli ultimi 25 metri. Chiude in parata in 1’05’’66, contro l’1’06’’36 della Meilutyte in debito d’ossigeno, mentre Alia Atkinson è bronzo in 1’06’’42, regalando così la prima storica medaglia mondiale alla Giamaica. Chiude ottava l’azzurra Arianna Castiglioni che dopo un passaggio in 32’’05 termina in 1’07’’60 peggiorando di oltre 6 decimi il crono del mattina. Così la 17enne lombarda dopo la sua prima finale mondiale: “Ho cercato di nuotare come ieri e sinceramente non mi aspettavo questo tempo. Questa finale mi aiuterà a crescere, perché con il mio migliore sarei arrivata sesta”.
Chad Le Clos scansa via le ombre di un Mondiale sin qui sottotono con un ottimo 1’54’’50. Il talento sudafricano ottiene il secondo crono d’ingresso nella finale dei 200 farfalla. La sensazione è che il bis di Barcellona 2013 sia possibile. Ma dovrà fare i conti con un rivale esperto e in una condizione esplosiva. Ovvero l’intramontabile ungherese Laszlo Cseh che chiude in 1’53’’53 cogliendo un ultimo 50 metri sotto i 29 secondi. Avrà il primo tempo in graduatoria.
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Le foto Ledecky, Efimova e Meilutyte sono di Andrea Staccioli Deepbluemedia/Insidefoto