Tecnica del Nuoto.
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Report di finali e semifinali
F -200 RANA maschili
Qualche volta i miracoli accadono. Da tempo tenevamo d’occhio Dmitriy Igorevich Balandin (in copertina con il russo Anton Chupkov), gigante – 195cm per 85 chili – di 21 anni, di Almaty, capitale del Kazakhstan, un paese certamente non noto per l’eccellenza nel nuoto. Emerso ai Giochi Asiatici del 2014, quando vinse tre medaglie d’oro, Balandin era salito più volte sul podio anche in competizioni Fina in vasca corta.
Qui a Rio è entrato in finale con l’ottavo tempo, e nessuno poteva pensare che dall’ottava corsia avrebbe vinto la medaglia d’oro. Invece è stato proprio così, un guizzo felino all’ultima bracciata, visto da nessuno ma certificato dallo scoreboard.
Fino a pochi metri dall’arrivo la lotta sembrava ristretta ai due giapponesi – Yasuhiro Koseki, che fino ai 150 metri stava procedendo ad andatura da record del mondo (1:00.86/1:01.83 ai 100m; 1:33.74/1:34.78 ai 150), e Ippei Watanabe, migliore semifinalista con 2:07.22, record olimpico, e all’americano Josh Prenot.
Invece, negli ultimi metri cambia tutto: Balandin vince in 2:07.46, Prenot agguanta la medaglia d’argento, con 2:07.53, e il russo Anton Chupkov, 19 anni, quella di bronzo, con 2:07.70. Appena fuori dal podio il britannico Andrew Willis con 2:07.20; poi i giapponesi Koseki, 2:07.80, e Watanabe, 2:07.87. Soltanto settimo il campione del mondo , il tedesco Marco Koch, in 2:08.00. Ultimo l’americano Kevin Cordes, in 2:08.34.
Dunque, volti nuovi, che sprigionano tanta felicità, al vertice e tanta commozione in tribuna da parte dei familiari di Balandin.
Il cedimento negli ultimi metri non oscura la grande tradizione giapponese nella rana; i giapponesi detengono ora tanto il record mondiale, con Akihiro Yamaguchi (2:07.01), quanto quello olimpico, appunto con Watanabe, 19 anni come Chupkov .
SF – 100 STILE LIBERO femminili
Secondo record olimpico per Cate Campbell, dopo il 52.78 realizzato in batteria. L’australiana vince in 52.71, per un solo centesimo sulla primatista del mondo juniores, la canadese Penny Oleksiak che tocca in 52.72, nuovo record americano e nuovo record mondiale juniores. La Oleksiak, che è nata il 13 giugno 2000, ci aveva già impressionato al Sette Colli lo scorso giugno.
La prima semifinale era stata vinta dall’americana Manuel Simone in 53.11 precedendo la più giovane delle sorella Campbell, Bronte (53.29), Jeannette Ottesen (53.35) e Ranomi Kromowidjojo (53.42). In finale anche la svedese Sarah Sjostrom (53.16) e l’americana Abbey Weitzeil (53.53), rispettivamente terza e quarta nella seconda semifinale.
SF – 200 DORSO maschili
Seconda semifinale più veloce della prima. La vince il giovane russo Evgeny Rylov (20 anni il prossimo 23 settembre), per un soffio sull’australiano Mitchell Larkin, campione del mondo in carica. Terzo e quarto crono di qualificazione per la finale per gli americani Jacob Pebley, 1:54.92, e Ryan Murphy, 1:55.15, primo e secondo nella prima semifinale.
F – 200 FARFALLA femminili
Per 3 centesimi la spagnola Mireia Belmonte (sotto), 26 anni, rispetta i pronostici e ce la fa. Vince con una forte ultima vasca, in 2:04.85 (il record europeo di 2:04.27, fu realizzato da Katinka Hosszu a Roma 2009, con costume gommato). Madeline Groves, 21 anni, che continua la grande tradizione della farfalla femminile australiana, nuota davanti per tre quarti gara, reagisce al ritorno della Belmonte ma deve accontentarsi della medaglia d’argento, con 2:04.88. Terza la giapponese Natsumi Hoshi, 2:05.20; quarta l’americana Cammile Adams in 2:05.90.
F – 100 STILE LIBERO maschili
Rivoluzione. Alla fine spunta Kylie Chalmers (sotto) che vince in 47.58, nuovo record mondiale juniores. Per l’argento spunta il belga Pieter Timmers, 47.80; sale sul podio, questa volta per indossare la medaglia di bronzo, anche il campione uscente Nathan Adrian. L’americano chiude in 47.85, 3 centesimi in più rispetto al suo tempo di Omaha, e 3 centesimi in meno rispetto al canadese Santo Condorelli, quarto in 47.88. Questi, come al solito, è partito a razzo, primo a metà gara. Tutti gli altri, sopra i 48 secondi: Duncan Scott (GBR) 48.01, Caeleb Dressel (USA) 48.02, il favorito della vigilia, Cameron McEvoy (AUS), 48.12, e Marcelo Chierighini (BRA), 48.41. Mc Evoy aveva stabilito il miglior tempo del 2016 ai Trials di Adelaide, l’11 aprile, con 47.04; qui è stato più lento di oltre un secondo, un autentico flop il suo.
SF – 200 RANA femminili
Vanno in finale Taylor McKeon (AUS) 2:21.69, Rye Kaneto (JPN) 2:22.11, Molly Renshaw (GBR) 2:22.33, Jinglin Shi (CHN) 2:22.37, Rikke Moller Pedersen 2:22.45, Yuliya Efimova (RUS) 2:22.52, Chloe Tutton (GBR) 2:22.71, Kierra Smith (CAN) 2:22.57: dalla seconda all’ottava 7 nuotatrici comprese in 47 centesimi. Chi vincerà?
SF – 200 MISTI maschili
Kosuke Hagino vince con classe la prima semifinale in 1:57.38. Ma nella seconda semifinale i primi tre fanno meglio. E Michael Phelps è ancora il più veloce, con 1:55.78. L’Immenso vince la seconda semifinale, con l’ennesima dimostrazione di stile da manuale. Ryan Lochte è secondo in 1:56.28, e il brasiliano Thiago Pereira terzo in 1:57.11. Mentre Phelps prenota il suo quarto oro qui a Rio, gli altri tre si daranno battaglia per occupare gli altri due posti sul podio
F – STAFFETTA 4X200 STILE LIBERO femminile
Katie Ledecky in ultima frazione porta alla vittoria gli Stati Uniti in 7:43.03, con un vantaggio devastante sull’Australia 7:44.87, il Canada 7:45.39, la Cina 7:47.96, e le altre (Svezia, Ungheria, Russia e Giappone). Con 1:53.74 la Ledecky nuota la frazione più veloce. Per lei è la terza medaglia d’oro qui a Rio, dopo quelle vinte nei 200 e 400 metri.
Le foto sono di Giorgio Scala/Deepbluemedia/Insidefoto