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Milano, Mercoledì 26 Ottobre 2022 – Blu Summit 2022

BLU SUMMIT, L’ENERGIA DELL’ACQUA

Si svolto ieri a Milano il Congresso nazionale dedicato al settore della piscina pubblica, ideato e organizzato da Fabrizio Rampazzo, pluricampione italiano e molte volte azzurro con l’agenzia Monterrey, da lui fondata e presieduta. Nel corso della giornata sono stati dibattuti temi di grande attualità, grazie al contributo di numerosi esperti e figure di primo piano del mondo della gestione degli impianti, e non solo.

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fabrizio rampazzo

Cinque sessioni di lavoro, trentanove relatori, quasi sei ore di discussioni: è il Blu Summit 2022, l’appuntamento che dal 2017 è divenuto tappa fissa per tutti i principali player, operatori e protagonisti del mondo dell’acqua e della piscina pubblica, e che quest’anno è stato ospitato dal Centro Congressi del Banco BPM. Un’edizione incentrata sulle criticità idriche ed energetiche che stanno pesantemente impattando sul nostro paese.

Ha aperto la giornata il moderatore Lorenzo Dallari, con i saluti del padrone di casa, l’amministratore delegato di Banco BPM Giuseppe Castagna (ex nuotatore, anche campione italiano), dell’amministratore delegato di Net Insurance Andrea Battista e del fondatore del Blu Summit Fabrizio Rampazzo, ex nuotatore, pluricampione italiano e molte volte azzurro (in copertina e in basso).

La prima sessione, dedicata alla “maggiore sicurezza, sostenibilità e corretta cultura dell’acqua”, è stata aperta dal sociologo Mario Abis che ha fatto da collegamento tra le edizioni passate e quella attuale, con l’importante novità della presenza di Alessandro Antonello, amministratore delegato dell’Inter (ex nuotatore, anche azzurro).

Nella seconda sessione si è parlato di “riqualificazione energetica per gli impianti natatori” e si entrati nel dettaglio del lavoro svolto in questo periodo di crisi da Regione Lombardia, introducendo anche i “possibili nuovi scenari regionali”, con il direttore sport e grandi eventi Simone Rasetti, il responsabile Arisa Confcommercio Angelo Gnerre, il sottosegretario alla presidenza Antonio Rossi e il presidente del Coni regionale Marco Riva. Presenti anche l’Emilia Romagna con l’assessore al bilancio Paolo Calvano e il Piemonte con il vicepresidente Fabio Carosso.

A chiudere la sessione mattutina sono state le istituzioni e i gestori che hanno affrontato il tema dello “shock energetico”: il segretario generale della Federnuoto Antonello Panza, con i vertici delle varie associazioni dedicate, Fabio Conti (ex CT della nazionale di pallanuoto femminile) di Gestiamo, Giorgio Lamberti Agisi (ex nuotatore, anche campione e primatista mondiale), Luca Bosi del Coordinamento Associazioni Gestori Impianti Natatori, insieme agli esperti del settore energia tra cui  Sonia Sandei Head of Electrification Enel Italia, e Lorenzo Graziani responsabile commerciale wellness Energon Esco.

Nel pomeriggio i lavori sono ripresi con una questione decisiva: “è possibile una tariffa unica nazionale dell’acqua per le piscine pubbliche?”. Domanda alla quale ha provato a rispondere Michaela Castelli, presidente di Acea e Utilitalia.

Alle 16 si è chiuso con l’analisi dell’impatto sul mercato dei nuovi progetti di riqualificazione delle piscine pubbliche, attraverso il “PNRR e i piani di rigenerazione delle aree urbane”. Ne hanno parlato il responsabile del programma dedicato in Banco BPM Giovanni Landolina, Livia Amidani Aliberti nell’ executive board di Cassa Depositi e Prestiti, Debora Miccio responsabile direzione commerciale e marketing dell’Istituto Credito Sportivo, Jean Pierre Pelliccia general manager Fluidra Italia e il Comune di La Spezia che ha ottenuto i fondi PNRR per costruire un nuovo impianto natatorio.

Gli interventi di Giorgio Lamberti, Fabio Conti e Luca Bosi

Fabio Conti (Presidente GESTIAMO): “Ci sono circa 2mila impianti pubblici in Italia che hanno necessità di intervento, da oggi in poi non si può non iniziare dall’efficientamento energetico. I comuni, che nella maggior parte sono i padroni di casa, ma anche le province o le regioni, devono metterci la testa. Non possono non sapere che se in impianto rimane chiuso pur per pochi mesi, poi si butteranno migliaia di euro: invece di andare su Striscia la notizia per parlare dei grandi mausolei mai finiti, sarebbe meglio ragionare in maniera organica sul mantenimento degli impianti funzionanti. Si tratta di un bene pubblico che permette di fare attività sportiva per una federazione come la nostra che conta 5 milioni di praticanti. Chi lo deve fare? Se non ci fosse stato il presidente Paolo Barelli a smuovere la politica per fare arrivare dei ristori, gli impianti sarebbero stati già chiusi, ma adesso serve l’intervento dei padroni di casa. Interventi che non possono essere fatto dai gestori, ai quali resterebbe una sola alternativa: restituire le chiavi”.

FABIO CONTI

Giorgio Lamberti (Presidente AGISI): “Se pensiamo a un modello di sostenibilità energetica utile all’impiantistica sportiva, un settore di marcata importanza sociale e maggiormente esposto, siamo di fronte a un tema vitale che ci pone in disperata attesa di conoscere la prospettiva legata a un inverno ormai alle porte. Il Governo può solo continuare a individuare misure per compensare esposizioni finanziarie insostenibili per chiunque. I costi ordinari di un tempo non torneranno più e, tra il conflitto bellico e le speculazioni conseguenti, quando si assesterà il mercato e quali saranno i costi ordinari? Risposte non ce ne sono e quando devi programmare e non hai riferimenti, si brancola nel buio. Il clima non è sereno né favorevole. Quando dal super bonus del 110% sono erano stati tagliati fuori gli impianti natatori fu commesso un errore, corretto parzialmente a luglio 2020, ma con un contentino, una presa in giro: perché se c’era un settore che ovviava a questo timore delle speculazioni era l’impiantistica sportiva pubblica. Sarebbe stata una partita di giro utile e funzionale per la riqualificazione di un patrimonio sportivo pubblico di oltre 78mila in pianti, di cui circa 3mila piscine, avremmo potuto ottenere un’opportunità che oggi ci avrebbe messo almeno parzialmente al riparo da questi aumenti. La politica non ha percepito l’esigenza del movimento sportivo”.

GIORGIO LAMBERTI

Luca Bosi (Coordinamento Associazioni Gestori Impianti Natatori): “Sul settore c’è grande incertezza. E’ evidente che con questi costi uno dei rischi, non so quanto prossimo, è che le piscine non possano sostenere un’apertura invernale. Con il conseguente rischio di fallimenti di impianti e società. Si tratta di un servizio pubblico e per scongiurare il peggio serve una dimensione collegiale con provvedimenti del Governo, indicazioni delle Regioni e sostegno dei proprietari, ovvero i Comuni. Il rischio è veder montare un problema occupazionale e l’assenza di un servizio per 5 milioni di utenti, che non vanno in piscina non solo per diletto sportivo, ma per il proprio benessere e perché imparare a nuotare può salvare la vita. Ricordando sempre che un’educazione alla pratica sportiva ha una positiva ricaduta sui costi del paese in termini di sanità. Sembra paradossale, ma proprio in questo momento un’impiantistica molto vetusta e poco efficiente dovrebbe avere accesso a sostegni e credito per mettere in campo quel meccanismo virtuoso dell’efficientamento energetico, che comporta il miglioramento degli impianti pubblici, una diminuzione di consumi e quindi dei costi per una maggiore sostenibilità”.

LUCA BOSI

www.blusummit.it

fabrizio rampazzo BLU SUMMIT

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