Tecnica del Nuoto.
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Sei titoli mondiali assegnati nella giornata con più allori – finora, in attesa del gran finale da otto di domani – ai Campionati Mondiali di nuoto. Le corsie della Kazan Arena premiano e consacrano definitivamente l’atleta di Kazan 2015: Katie Ledecky, devastante come al solito, nonostante le distanze cambino. La teenager del Maryland non conosce ostacoli. Conquista il suo quinto oro mondiale con il suo secondo record del mondo (8’07’’39), stavolta – lo aveva già fatto nei 1500 - sugli 800 stile libero. Un’extraterrestre dell’acqua clorata. Ma i “mostri” ci sono anche in campo maschile – anche senza record del mondo. Uno arriva da Oltralpe, da Villeurbanne e si chiama Florent Manaudou, l’uomo più veloce senza un costume in poliuretano – 21’’19 - si conferma lui nella finale dei 50 stile libero in cui l’azzurro Marco Orsi ha chiuso quinto. L’altro protagonista viene dall’emisfero australe dell’Africa. Più precisamente da Durban ed è Chad Le Clos. Il sudafricano trova il primo oro nel suo Mondiale con un autentico moto d’orgoglio nei 100 farfalla.
Tra gli altri vincitori di giornata, fioccano i raddoppi. Spicca senza dubbio l’oro bis nel dorso dell’australiana Emily Seebohm – 200 oltre ai 100 già conquistati, l’altra doppietta per Sarah Sjostrom (50 farfalla dopo la vittoria sui 100) e il sorriso americano sulla 4x100 stile libero mista. Dei tre azzurri impegnati nelle semifinali, Martina Carraro e Arianna Castiglioni si equivalgono a livello temporale, ma non centrano la loro prima finale mondiale nei 50 rana. Positivo un altro giovane azzurro come Simone Sabbioni, quarto escluso dalla finale dei 50 rana.
In una condizione strepitosa della sua carriera già sfavillante, Katie Ledecky non lascia spazio a dubbi: è lei la donna del momento del nuoto mondiale. Gli 800 stile libero sono una cavalcata vincente per la 18enne americana – giunta a quattro ori individuali più quello con la 4x200 sl a Kazan 2015 - che esplode con una partenza devastante nei primi 300 metri distanziando in maniera decisiva. La sua non è una gara per vincere, è una gara per abbattere tutte le certezze conosciute fino a quest’oggi. Passaggi costanti sotto i 31 secondi a vasca nei primi 400 metri e controllo agevole con la gambata per suggellare l’ennesimo record del mondo, sempre sotto i tre secondi ad ogni split successivo. Azione composta e distesa fino alla conclusione delle 16 vasche. È incredibile l’8’07’’39 che le vale il nuovo primato mondiale – migliorato di 3,61 secondi rispetto al suo precedente datato 22 giugno 2014 sulla distanza -, un’impresa che mette in secondo piano le eccellenti prestazioni delle sue avversarie – perlomeno tali fino allo start, dopo non c’è più stata storia – Laureen Boyle (8’17’’65 e record dell’Oceania) e della britannica Jazmin Carlin (8’18’’15).
Senza Cesar Cielo, campione in carica e primatista mondiale sulla distanza, tornato in Brasile per problemi fisici e una condizione rivedibile, i favori del pronostico dei 50 stile libero erano tutti per il francese olimpionico e campione europeo Florent Manaudou. Lo statunitense Nathan Adrian, primo crono d’ingresso in semifinale, era lo sfidante ideale. Nel mezzo Marco Orsi, argento in carica sulla distanza in vasca corta e desideroso di piazzare un nuovo colpo mondiale. Non c’è gara per nessuno dei rivali, perché il francese domina in 21’’19 – terzo crono mai nuotato sulla distanza e primo in tessuto - ad appena 28 centesimi dal record gommato di Cielo: un oro mai messo in discussione con la sua progressione devastante nel corso della parte nuotata. Adrian non ce la fa a contrastare lo strapotere del transalpino e si deve accontentare dell’argento in 21’’52. Terzo il brasiliano Bruno Fratus (21’’55) che beffa per un centesimo il russo Vladimir Morozov rendendo il Mondiale dello stileliberista russo una disdetta. L’azzurro Orsi finisce al quinto posto in 21’’86. “Serviva di più – ha detto il 24enne di Budrio - ma sono comunque contento. Sono il quinto al mondo. Peccato per l’arrivo, ma più di così forse sarei riuscito a fare 21’’7, non abbastanza per il podio. Ripetersi su questi livelli non è comunque da poco. Poi c’è il francese che va sempre più veloce…”.
I 100 farfalla maschili tornano un affare esclusivo di Chad Le Clos, che bissa l’oro del 2013 ed esulta ricordando quasi la sua gioia quando riuscì a battere il più grande di sempre a Londra, Michael Phelps. Il tempo del campione sudafricano è eccellente, frutto di una vasca di ritorno da 26’’84 e gli vale il primo attesissimo oro nella rassegna iridata in Russia dopo la sconfitta inaspettata sui 200 metri. Il crono finale di 50’’56 – record africano e personale a 16 centesimi dal crono più veloce in tessuto di Ian Crocker – fuga ogni dubbio sul suo Campionato apparentemente – finora – in ombra e senza ori. Bene il fenomeno di Durban mette così a tacere ogni dubbio. Niente da fare per Laszlo Cseh, argento a 31 centesimi dal vincitore. Ma il magiaro si consola con un primato non indifferente che testimonia la sua evoluzione unita al fatto di essere uno dei nuotatori più cristallini e talentuosi. Nelle tre distanze a delfino di Kazan ha conquistato un oro, un argento e un bronzo: mai successo a nessun altro atleta dal 2001 – da quando sono stati inseriti anche i 50 metri - in poi. Il tris nella stessa edizione mondiale Il 20enne di Singapore Joseph Isaac Schooling trova uno storico bronzo per il suo Paese, mai sul podio in un Campionato del mondo FINA.
Il titolo dei 50 farfalla femminili va a Sarah Sjostrom. La 21enne svedese vince il suo primo titolo mondiale in una distanza sull’unica vasca volando in 24’’96 (nuovo record dei Campionati migliorato dalla semifinale). Tutto facile per la primatista mondiale scandinava. Inevitabile: la Sjostrom è stata l’unica capace di infrangere la barriera dei 25 secondi nel 2015 e la sua leadership è stata legittimata anche in Russia. Argento alla danese Jeanette Ottesen (25’’34). Quest’ultima, nonostante una buona partenza, si deve accontentare ancora una volta dell’argento in quest’edizione dei Mondiali – così come sui 100 metri – non riuscendo a ripetere il successo di Barcellona 2013. Il bronzo va alla cinese Lu Ying che stabilisce il nuovo record asiatico in 25’’37. Da sottolineare un altro primato continentale – in questo caso africano – per la 20enne egiziana Farida Osman, quinta in 25’’78.
Finale dei 200 dorso femminili emozionante. Si pensava ad un duello tra Hosszu e Seebohm. La campionessa australiana dei 100 prova a scappare allo start, ma piombano su di lei ai 150 la magiara e la campionessa in carica Melissa Franklin. È l’americana a dare lo strappo nella seconda vasca nuotata in 31’’52 e vola in testa ai 100 metri. Emily Seebohm rimane a contatto e forza l’attacco sulla Franklin: va a prendersi un’incredibile doppietta nel dorso per lei e per l’Australia. Ed emula il connazionale Mitchell Larkin vincendo il suo secondo titolo in carriera in 2’05’’81. Seconda, e abdicante, la Franklin con una prova di carattere in un Campionato non così brillante per lei: 2’06’’34 e mezzo secondo meglio di Hosszu, bronzo. Quarta Daria K Ustinova (Russia) che non sale sul suo primo podio mondiale Senior, ma si rifà migliorando di oltre un secondo il primato mondiale Juniores stabilito in semifinale (2’07’’64).
Martina Carraro e Arianna Castiglioni erano la doppia carta azzurra pronta a sparigliare il gioco nelle semifinali dei 50 rana donne. Entrambe impegnate nella prima semifinale iridata arrivano con lo stesso identico crono di 31’’17 alla piastra d’arrivo. La prima parte bene, mentre la Castiglioni non trova una buona partenza chiudendo in recupero. Una gara diversa, ma conclusasi nella stessa maniera. La battaglia totale si consumerà tra Ruta Meilutyte e Yuliya Efimova: nel primo faccia a faccia la spunta la prima in 29’’98 contro il 30’’14 della beniamina della Kazan Arena. Terza la rediviva americana Jessica Hardy in 30’’25. Le due italiane chiudono tredicesime non lontane dall’ultimo posto disponibile per la finalissima: a 18 centesimi da Moniek Nijhuis. Con i tempi delle batterie sarebbero state abbondantemente in finale.
Così la primatista italiana Martina Carraro: “In semifinale sapevo che sarebbe stato difficile mantenere la concentrazione e la tensione devo dire che si è fatta sentire, non avendo mai fatto una gara di questo livello. In ogni caso non ho nessun rammarico”. Questo il commento della 17enne Arianna Castiglioni: “Ho sbagliato completamente il tuffo, sono uscita molto lenta dall’acqua e purtroppo era solo un 50. La nuotata era come stamattina. La finale era difficile, ma volevo migliorare”.
I 30enni prenotano l’oro dei 50 dorso Matt Grevers nei 50 dorso. Dopo le semifinali guida il francese Camille Lacourt, davanti all’americano vicecampione del mondo nel 2013 Grevers. Quest’ultimo si deve – per ora - accodare all’oro di due anni fa Lacourt, primo qualificato in 24’’27. Ma attenzione a Mitch Larkin, campione su 100 e 200 che si batte per un podio. Tra i semifinalisti, il più giovane era Simone Sabbioni. L’azzurro aveva promesso di scendere sotto il suo personale di 24’’99. Non ce la fa per pochissimo, chiudendo in 25’’05: è il dodicesimo crono totale, migliorando nettamente di 16 centesimi il tempo della batteria. “Ci ho provato – ha detto il romagnolo - e sono finito a soli 12 centesimi dalla finale, ma ho abbassato di 2 decimi il tempo del mattino. Al settimo giorno ci può stare. Speriamo di sparare le ultime cartucce nella staffetta mista”.
50 stile libero femminili vedono delle semifinali molto competitive. Per ora prevale il 24’’22 dell’australiana dalla nuotata perfetta Cate Campbell, apparsa in pieno controllo sulle avversarie e della distanza. A 9 centesimi da lei c’è Sarah Sjostrom e a 10 la sorella minore Bronte. Poi c’è da non sottovalutare la regina del crawl a Londra 2012, Ranomi Kromowidjojo (quarta in 24’’33). Nonostante il suo Mondiale non eccelso,dovuto a una stagione transitoria, i 50 metri potrebbero regalarle una soddisfazione a sorpresa nel tentativo di difendere il titolo del 2013.
La 4x100 stile libero mista, seconda novità totale nel programma iridato, premia gli Stati Uniti che hanno schierato in blocco la migliore formazione possibile e ringraziano il recupero della Franklin su una fragile Femke Heemskerk e sulla squadra olandese, argento davanti a un sorprendente Canada. Ryan Lochte, Nathan Adrian Simone Manuel e Missy Franklin chiudono primi in 3’23’’05. Quinta l’Italia con Marco Orsi (48’’70), Filippo Magnini (risale in 48’’19 lanciato), poi Federica Pellegrini perde un po’ di terreno con le specialiste assolute della velocità (54’’26) ed Erika Ferraioli (54’’11). 3’25’’26 e quinta posizione alle spalle della Russia. “È stato bello – ha detto il capitano Magnini - Sapevamo che c’erano delle Nazioni più forti. Però ci siamo divertiti. È arrivato un quinto posto mondiale nonostante la stanchezza si faccia sentire. Ed è sempre piacevole”.
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Photo Andrea Staccioli/Deepbluemedia/Insidefoto