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Corona virus e provvedimenti per la tutela del nuoto e delle attività sportive in generale

BARELLI difende il nuoto, e lo sport tutto, a spada tratta

Il presidente della FIN e della LEN, anche nella sua veste di parlamentare, nelle due settimane pre-pasquali ha più volte indicato e sollecitato provvedimenti per salvare lo sport dalle tragiche conseguenze del lockdown a causa del corona virus.

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Paolo Barelli, presidente della FIN e della LEN e parlamentare (in copertina e in basso con il ministro dello sport Vincenzo Spadafora), nelle due settimane pre-pasquali ha più volte suggerito e sollecitato provvedimenti per salvare lo sport, e il nuoto in particolare, dalle tragiche conseguenze del lockdown decretato dalle istituzioni a causa del corona virus. Di seguito gli interventi.

Richieste della FIN a sostegno delle Società (26 marzo)

Una profonda crisi sta investendo tutti i comparti dell'economia nazionale: gli operatori dello sport, e in particolar modo le associazioni e società sportive dilettantistiche (ASD e SSD), ne sono ugualmente e drammaticamente vittime.
Urge un indifferibile approfondimento, con tutte le autorità competenti in materia, onde evitare la paralisi dell'operatività dell'impiantistica; l'adozione di una serie di provvedimenti che siano funzionali allo sviluppo e alla pratica delle attività sportive a beneficio della salute pubblica dei cittadini e degli atleti agonisti, spesso testimonial nel mondo dell'eccellenza italiana.
A causa della pandemia COVID-19 moltissimi operatori sportivi rischiano il default e l'inevitabile chiusura, minando alla radice la virtuosa attività che unisce circa 64.000 società, le quali tra molteplici difficoltà garantiscono il funzionamento degli oltre 150.000 impianti sportivi sul territorio nazionale, pubblici e privati, senza scopo di lucro o con scarsa marginalità.
Il movimento della Federazione Italiana Nuoto, che raccoglie oltre 5.500.000 di praticanti, è in profonda sofferenza, colpito duramente nel suo cuore costituito dalle quasi 1.500 società che gestiscono 775 scuole nuoto federali per 1.500.000 di iscritti e 300.000 tesserati al settore agonistico.

Secondo stime ufficiali lo sport in Italia produce in via diretta l'1,7% del Pil del Paese, ovvero 30 miliardi di euro, alimentando salute e benessere, affiancando spesso le famiglie nell'educazione e formazione dei giovani e garantendo ricchezza anche nei settori della cultura, del turismo e del terziario.
Senza le associazioni e le società sportive dilettantistiche tutto ciò non esisterebbe, così come sarebbe impossibile assicurare la ciclicità dei tanti successi internazionali dello sport italiano nel mondo, sottraendo ai giovani esempi positivi che inducono all'emulazione e diffondono l'aggregazione.
Non possiamo consentirci di perdere tutto ciò, ma per permettere alle ASD e SSD di servire il Paese sono necessarie nuove attenzioni e risorse che sostengano l'intero comparto sportivo in questo momento di estrema emergenza.
Raccolte molteplici e accalorate istanze e preoccupazioni da parte degli operatori del settore all'indomani della lettera aperta diffusa sul sito federale il 5 marzo scorso, la Federazione Italiana Nuoto e il presidente Paolo Barelli si stanno impegnando, con volontà di essere sinergici con le autorità competenti, affinché le seguenti richieste siano riconosciute ad integrazione del Decreto Legge del 17 marzo 2020, cosiddetto Cura Italia, o inserite nei prossimi provvedimenti in calendario, e dunque approvate dal parlamento, al fine di rappresentare un iniziale e reale supporto e conforto per la sopravvivenza delle associazioni e società sportive (ASD e SSD) e praticamente dello sport italiano; ovvero:

- di ottenere la sospensione dei pagamenti dei canoni pubblici relativi agli impianti sportivi fino a quattro mesi dopo la data di riapertura o, laddove necessario, la revisione del piano economico-finanziario; 
- di ottenere la proroga della scadenza delle concessioni in deroga al codice dei contratti pubblici, permettendo il parziale recupero del periodo di chiusura e del periodo necessario al ri-avviamento delle attività;
- di permettere alle associazioni, alle società sportive e alle altre organizzazioni riconosciute di accedere al Fondo Centrale di Garanzia (PMI) al fine di facilitare l'accesso all'Istituto del Credito Sportivo, o alla Cassa Deposito e Prestiti, o ad altro istituto bancario, per ottenere un finanziamento in tempi rapidi, con rimborso a lungo termine e preammortamento almeno di un anno;
- di consentire ai proprietari degli immobili privati che riducano il canone dovuto dalle associazioni, società sportive e altre organizzazioni riconosciute, di avvalersi di un congruo credito di imposta ai fini del recupero del mancato introito relativo al minor utilizzo della struttura; 
- che i versamenti delle ritenute, dei contributi previdenziali, dei premi dell'assicurazione obbligatoria e dei termini degli adempimenti fiscali e contributivi vengano sospesi fino al 31 agosto con inizio del pagamento rateizzato a partire dal mese di settembre;
- la costituzione di un fondo presso l'Istituto del Credito Sportivo garantito dal PMI per finanziare la riattivazione delle attività e permettere anche il pagamento delle utenze di gas, energia elettrica, acqua, tassa rifiuti e altri costi relativi alla gestione e all'utilizzo degli impianti sportivi;
- l'incremento della somma a disposizione per l'indennità di marzo spettante ai collaboratori sportivi, in quanto ritenuta insufficiente a soddisfare i potenziali aventi diritto, e implementarla per il mese di aprile;
- che il fondo pluriennale Sport e Periferie presso il Ministero dello Sport sia indirizzato per riattivare, ristrutturare e mettere a norma gli impianti in gestione o in uso alle associazioni, società sportive e altre organizzazioni riconosciute con particolare riferimento a quelli destinati alle attività sportive di base e agonistiche;
- prevedere un riconoscimento fiscale (modello eco bonus) per gli interventi di ristrutturazione ed efficientamento degli impianti sportivi effettuato da associazioni e società sportive e altre organizzazioni riconosciute.
Questo documento accorpa solo una prima serie di misure urgenti che possano assistere le società sportive e quindi tamponare l'emergenza derivante dalla pandemia del Coronavirus; come già ribadito ogni suggerimento e/o istanza formulati in materia da parte degli operatori del settore sarà fonte di approfondimento per avanzare alle autorità competenti richieste di ulteriori, necessari ed eventualmente improrogabili interventi. 
Né scuole, né università, né Stato, né enti locali, con risorse purtroppo insufficienti, potrebbero mai sostituirsi al mondo delle società e dell'associazionismo per garantire la pratica sportiva di base e di alto livello in Italia. Difendiamole e difendiamo così il sistema sportivo italiano.

Dichiarazione all’agenzia ADNKRONOS (30 marzo)

"La mia preoccupazione non è la data delle Olimpiadi, che ora pare appropriata, o quando partono gli atleti per fare i Giochi Olimpici e i Campionati del mondo. Il mio problema è dove si alleneranno gli atleti per fare le Olimpiadi e i Campionati del mondo. Troveranno ancora le piscine aperte? Le palestre aperte?". Allenamenti ed eventi per ora sono sospesi fino al 3 maggio.

Barelli ha poi espresso le sue preoccupazioni all'agenzia Adnkronos.

"La mia preoccupazione è questa: nel 2021 lo sport potrà ancora allenarsi specialmente in Italia che è così fragile, con un sistema che si basa su meravigliose società sportive, ma è fragile dal punto di vista economico? Mentre gli americani lo sport di alto livello lo fanno all'università, qui lo fai con la mano destra nel portafoglio del presidente e dei dirigenti delle società. Se non ci sarà un intervento pesante a favore dell'impiantistica sportiva, delle gestioni, delle società sportive, ho paura che alla fine del coronavirus gli impianti saranno chiusi e le società saranno fallite. Il mio ragionamento e i miei pensieri vanno più su questo che non dove saranno collocati nel calendario i grandi eventi. Mi piacerebbe litigare sul calendario, avendo squadre allenate e atleti in piena forma, che sono la conseguenza di una base che ha da potersi allenare negli impianti e nelle piscine - continua Barelli all'Adnkronos - Il governo deve chiarire se vuole o no che si possa fare lo sport, non solo di altissimo livello o dei campioni di calcio di Serie A, visto che si continua a parlare di calcio di Serie A. Il tema è: vogliamo che ci sia ancora attività motoria e sport di base nel nostro paese? Bene, allora bisogna mettere mano al portafoglio e aiutare le società affinché possano riprendere le attività. Bisogna fare in modo che gli impianti sportivi siano raggiunti da finanziamenti da parte dello Stato se no falliscono e rimangono chiusi".

 

Dichiarazione all’agenzia ANSA: "Società in agonia, serve sostegno concreto" (2 aprile)

"Dopo oltre un mese di chiusura le società sportive del nuoto sono all'ultimo respiro. Le piscine sono strutture costosissime da mantenere, ma gli utenti le troveranno ancora aperte quando il virus sparirà? O le società sportive spariranno con le piscine perché fallite non reggendo il colpo mortale del blocco?". Così all'ANSA il presidente della Federnuoto, Paolo Barelli, interviene sulla crisi del settore a causa della pandemia, chiedendo "un sostegno economico concreto in favore delle società sportive, perché sono una risorsa insostituibile". "Le società di nuoto hanno insegnato a nuotare a generazioni di italiani permettendo, oltre all'attività motoria, la diminuzione drastica dei morti per annegamento - sottolinea Barelli - Hanno svolto nel silenzio un ruolo di grande importanza sociale: insegnare a nuotare e creare tanti campioni; ma ben più importante insegnare a salvare la propria vita in acqua e quella degli altri". "Quindi - conclude - non va calcolato solo il danno sportivo in termini di campioni che sarà difficile mantenere e in futuro formare. Il danno sociale per la morte del nuoto in Italia più grave sarà il venir meno delle attività volte alla salvaguardia della vita umana in acqua".

Videoconferenza con il Ministro Spadafora (8 aprile)

Il Presidente della Federnuoto Paolo Barelli e il Segretario Generale Antonello Panza hanno tenuto una videoconferenza col ministro per le politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora (nella foto sotto con Barelli), approfondendo la situazione in cui versano lo sport in generale e il movimento acquatico italiano nel pieno della pandemia Coronavirus, con particolare attenzione alle drammatiche difficoltà gestionali che stanno affrontando le associazioni e società sportive dilettantistiche. 
Il colloquio è durato oltre un'ora e ha evidenziato piena consapevolezza e condivisione dei problemi, nonché l'urgenza di adottare ulteriori misure di sostegno che tamponino l'emergenza e favoriscano, quando sarà possibile, il riavvio delle attività sportive, dalla base all'alto livello. 
Barelli ha apprezzato particolarmente l'impegno del ministro per favorire l'accesso di associazioni e società sportive al credito attraverso finanziamenti erogati dall'Istituto del Credito Sportivo per una cifra di 100 milioni di euro, che s'intende aumentare coi prossimi provvedimenti governativi; per consentire a tutta la platea dei collaboratori sportivi di accedere al bonus di 600 euro e la disponibilità dimostrata dal Ministro a valutare il problema relativo ai canoni di affitto degli impianti privati e non solo pubblici. 
Inoltre la Federnuoto ha colto l'occasione per ampliare i contenuti della nota già indirizzata al Ministro Spadafora il 26 marzo scorso, chiedendo un'ulteriore riflessione sulla possibilità di individuare agevolazioni fiscali a favore di chi sponsorizza il comparto sportivo in Italia e auspicando l'estensione dei voucher per le attività non godute dagli utenti anche alle associazioni e società sportive. 
Nel corso della conversazione, avvenuta in piena sintonia, il Presidente Barelli e il Ministro Spadafora si sono anche intrattenuti sul campionato europeo delle discipline acquatiche - in programma a Roma nel 2022 - che potrebbe diventare l'evento internazionale più importante della stagione.

barelli e Vincenzo Spadafora

Foto di Deepbluemedia.eu

 

 

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