Tecnica del Nuoto.
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L'ex presidente della Confederazione brasiliana di sport acquatici, Coaracy Nunes Filho (in copertina), è morto giovedì 14 maggio, all'età di 82 anni, in un ospedale di Barra da Tijuca (la località di Rio de Janeiro sede di molti impianti olimpici, fra i quali lo Stadio del Nuoto intitolato a Maria Lenke), a causa di complicazioni seguite a un intervento chirurgico. Secondo la famiglia, l'ex leader soffriva di diabete, idrocefalo e alzheimer ed era stato ricoverato in ospedale, in coma indotto, dalla fine di aprile.
Successivamente Coaracy ha subito un intervento chirurgico per alleviare la pressione intracranica e non si è più svegliato. Durante il ricovero, gli è stato diagnosticato il coronavirus ma negli ultimi giorni è risultato negativo per la malattia. L’ex leader lascia la moglie, Maria da Glória, e due figlie.
Coaracy Nunes Filho era nato il 26 aprile 1938 a Belém (città più importante della regione amazzonica assieme a Manaus). Ancora giovane, si trasferì a Rio de Janeiro, dove si laureò in giurisprudenza.
Coaracy Nunes Filho, per tutti soltanto Coaracy, era capace di grandi visioni che in parte è stato in grado di tradurre in realtà, come l’edizione dei Campionati del Mondo di nuoto in vasca corta del 1995, disputata sulla spiaggia di Copacabana all’interno di un’Arena provvisoria da cinquemila spettatori. Una realizzazione suggestiva, incredibile (foto in basso; nella foto qui sotto è con l'allora presidente della FINA Mustapha Larfaoui e con Pelé, ministro dello sport brasiliano dell'epoca).
Coaracy si era imposto all’attenzione dell’ambiente sportivo nazionale come presidente della sezione nuoto dell’importante club carioca Fluminense e poi presidente della Federazione degli sport acquatici di Rio de Janeiro (Carioca). In seguito, nel 1988, divenne presidente della Confederazione brasiliana di sport acquatici (Confederacao Brasileira Desportes Aquaticos, CBDA) e mantenne questa carica fino al 2017. Per alcuni anni era stato anche presidente della Swimming Union of the Americas (Unione Nuoto Sudamericana, UANA, l’equivalente della LEN europea). Dal 2000 al 2017 era stato anche membro degli organismi direttivi della FINA, del Bureau prima e dell’Ufficio di Presidenza poi.
Personaggio di spessore, pittoresco, passionale, loquace, attivissimo nel disegnare scenari di sviluppo del nuoto, capace di emozionarsi fino alle lacrime per i successi dei suoi atleti, Nunes Filho, come detto sopra, era stato l’artefice della realizzazione dei Campionati del Mondo FINA in vasca corta del 1995 e aveva contribuito all'organizzazione di altri eventi acquatici importanti, come alcune edizioni della World Cup di nuoto, i Giochi Panamericani del 2007 e i Giochi Olimpici del 2016 (nella foto sotto in veste di tedoforo), entrambi nella capitale brasiliana.
Come presidente della CBDA era riuscito a firmare un contratto di sponsorizzazione con le poste brasiliane (Correo) che ha generato entrate importanti grazie alle quali la struttura organizzativa della federazione è migliorata come pure le potenzialità tecniche. Sotto la sua guida il nuoto brasiliano ha vinto numerose medaglie internazionali, comprese 10 medaglie olimpiche (1 oro, 3 argento e 6 bronzo).
La sua reputazione era stata offuscata dal suo coinvolgimento nell’ indagine Operação Águas Claras (Operazione Acque Chiare), in seguito alla quale fu accusato di avere messo su un’associazione per delinquere assieme ad altri due importanti funzionari della CBDA al fine di realizzare guadagni illeciti tramite una serie di azioni fraudolente (distrazione di fondi pubblici, appalti truccati, cresta su biglietti aerei e soggiorni in hotel). Nel settembre 2016, il Pubblico Ministero dello Stato di San Paolo aveva iniziato a indagare sulla sua gestione della CBDA per l’ipotesi di appropriazione indebita. Nel 2017 fu incarcerato per tre mesi. In seguito a questa detenzione perse i suoi ruoli nella CBDA e nella FINA. Nel 2019, Nunes Filho era stato dichiarato colpevole di frode in primo grado dal Tribunale federale regionale di San Paolo e condannato a 11 anni e cinque mesi di carcere. Gli fu inflitto anche un ulteriore periodo di detenzione di tre anni e sei mesi per abuso di fondi pubblici. Contro questa sentenza Coaracy aveva interposto appello e attendeva il processo di secondo grado in libertà.
Nonostante le sue disavventure giudiziarie sono stati in molti a rendergli omaggio una volta appresa la notizia della sua scomparsa: atleti, organizzazioni sportive nazionali e la stessa FINA che, in una nota, ha affermato: "Coaracy verrà ricordato con affetto come un vero amante del nostro sport, sempre alla ricerca delle migliori soluzioni per salvaguardare l'interesse degli atleti e il successo degli eventi acquatici".