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"The Anchor" Lezak va in pensione

Il velocista americano si ritira a 37 anni. Celebre la sua prova di forza nella staffetta 4x100 stile libero di Pechino 2008

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4x100 Free relay USA Team, Olympic Games 2008 Pechino

Si ritira a 37 anni Jason Lezak.  L’annuncio ufficiale è stato dato l’altro giorno sul sito americano Swimswam.com.

Un ritiro nell’aria già da diverso tempo, quasi annunciato nel 2008 al termine dei Giochi Olimpici di Pechino; ma alla fine per il “vecchio buddy” Jason Lezak è prevalsa la voglia di esserci ancora fino a Londra 2012 dove ha vinto la sua ultima medaglia con la staffetta 4x100 stile libero.

 

Sconosciuto quasi del tutto sul podio individuale, apprezzato però per il suo immenso spirito di squadra, soprattutto dai suoi compagni di nazionale che hanno saputo trovare nel più anziano del USA Swimming team un cardine insostituibile, anzi un’ “ancora”  a cui affidare la salvezza, ops! il destino di un oro olimpico.

“The anchor” è proprio il soprannome che alla fine si è meritato il non più ragazzino in quel di Pechino 2008, al termine della staffetta 4x100 stile libero.

 

Rammentiamo a chi ha la memoria corta : ultima frazione. Nella corsia a fianco, già avanti di qualche centimetro, se non qualcosa in più, c’è il francese Alain Bernard. La vittoria per i transalpini è quasi scontata; appunto, quasi! Perché Jason Lezak fa qualcosa di inaspettato, e brucia il francese sul finale con una frazione in 46.06. The anchor, l’ancora!!!

 

Un’azione così spettacolare da essere persino “verbizzata” in America. Hai fatto una “Lezake’d”, “Yuo’ve been lezake’d”, cioè se tieni duro fino alla fine della staffetta e scippi la vittoria a qualcun altro.

Guardare il video vi farà ancora emozionare. Una tra le gare più belle , mai viste!!!

 

E l’impresa l’ha galvanizzato a tal punto da farlo salire persino sul podio individuale con la medaglia di bronzo nei 100 stile (prima di allora solo un oro nei 100 stile ai Mondiali in Vasca Corta nel 2004 a Indianapolis e nei 50 stile ai Giochi PanPacifici del 2002 a Yokohama).

 

“No matter how my individual performances went at worlds, Olympics, and so on, I always wanted to step up on relays for the team and our country. The 400 free relay was one of the greatest moments of my career. I was apart of 6 consecutive years (1999-2004) of losing that relay at international competitions after the USA had never lost before, which included 2 Olympics. It felt great to bring the title back to the USA. I swam faster than my childhood idol Matt Biondi for the first time in that race. That’s a moment I’ll never forget. I also often think back on another swim from Beijing, where I won my first Olympic medal (bronze in the 100 free, tied with Cesar Cielo). I’d been 4th or 5th over-and-over again at big international competitions, and that swim finally broke me through.””  

“Non importa come siano andate le mie prestazioni individuali, Ho sempre voluto fare quel passo in più nelle staffette per la squadra e per il nostro paese. La 4x100 stile libero è stata uno dei più grandi momenti di tutta la mia carriera. Sono stato una parte della sconfitta nei 6 anni consecutivi (1999-2004) di questa staffetta nelle manifestazioni internazionali. Mi sono sentito grande per aver riportato il titolo agli Stati Uniti – spiega Lezak – Ho nuotato più veloce del mio idolo d’infanzia Matt Biondi. E’ un momento che non dimenticherò mai. E penso spesso anche all’altra gara di Pechino, dove ho vinto la mia prima medaglia olimpica. Sono sempre stato 4° o 5° alle grandi manifestazioni internazionali, e poi alla fine il nuoto mi ha dato ragione”

 

Di origine ebree, il californiano di Irvine ha saltato i Mondiali di Roma del 2009 per partecipare ai Maccabiah Games. E negli ultimi 4 anni si è allenato da solo, senza tecnico e senza compagno di squadra.

 

Ora si dedicherà ai swim camp, a fare da motivatore, tra seminari e scuole.

 

Simpatico il ricordo che fa il suo più giovane compagno di squadra Nathan Adrian sul suo profilo di facebook.

“Grazie perchè hai reso bello essere dei vecchi ragazzi”.

 

In uno sport in cui l’individualità la fa da padrona, lo spirito di squadra dimostrato da questo ragazzotto di 37 anni è quel qualcosa in più che fa la differenza per arrivare sul gradino più alto.

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