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L’offensiva diplomatica fra le tre città candidate ad ospitare i Giochi Olimpici del 2010 – Istanbul, Madrid e Tokyo – sta per finire. Sabato 7 settembre il Comitato Olimpico Internazionale, riunito in seduta plenaria, emetterà il suo verdetto. In questa calda vigilia l’offensiva diplomatica fra le tre metropoli candidate ha raggiunto il suo acme. Dopo oltre due anni di schermaglie diplomatiche ora si è giunti alla stretta finale. Istanbul, Turchia, era stata ufficialmente dichiarata come candidata il 13 agosto 2011 dal premier Erdogan, che è presente anche a Buenos Aires. La candidatura di Madrid era stata confermata dal governo spagnolo il 12 luglio 2011. Quella di Tokyo quattro giorni dopo, il 16 luglio 2011. Si erano ufficialmente candidate ma non sono state selezionate dal CIO (il 23 maggio 2012) Baku, capitale dell’Azerbaigian, e Doha, capitale del Qatar.
L’hotel Hilton di Buenos Aires è lo scenario dove si consumerà l’atto finale. In questi giorni è praticamente in stato d’assedio, ciò che rende difficile il lavoro dei numerosi giornalisti presenti.
Non fosse stato per le conseguenze dell’incidente alla centrale atomica di Fukushima, la candidatura di Tokyo, che ha dalla sua forza finanziaria, capacità ed esperienza organizzativa, controllo dell’ordine pubblico e consenso della stragrande maggioranza della popolazione, sarebbe stata nettamente favorita.
Così, invece, anche Istanbul e Madrid possono giocare le loro chance, nonostante i timori che la prima suscita per l’ordine pubblico e la seconda per l’insicurezza finanziaria.
La sessione del CIO non si esaurisce con la scelta della sede olimpica 2020 ma presenta altri due punti rilevanti all’ordine del giorno: l’8 settembre verranno decisi gli sport da includere nel programma olimpico: la lotta, sport presente dalle origini, sta lottando (è il caso di dirlo) per sopravvivere e non essere buttata fuori. Altri sport stanno lottando per entrare.
Infine, il 10 settembre, verrà eletto il prossimo presidente del CIO al posto del belga Jacques Rogge, che termina il suo mandato e non si ripresenta. Molti altri ambiscono andare al suo posto.
Molta carne al fuoco, una “parillada” speciale. Staremo a vedere come verrà cucinata.