Tecnica del Nuoto.
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Tutto nelle loro mani, nelle loro gambe e nella loro incredibile forza. Le super-donne del nuoto mondiale sono Katinka Hosszu e Sarah Sjostrom e fanno ciò che vogliono. Entrambe europee, una arriva dall’Ungheria e l’altra dalla Svezia, entrambe hanno dominato la scena nella seconda giornata di finali a Kazan, con due record del mondo e il loro primo oro ai Campionati 2015. Dominatrici e cannibali. La Hosszu (in copertina nella foto di Andrea Staccioli/Deepbluemedia/Insidefoto) chiude la giornata con uno strepitoso 2’06’’12 che "cancella" l’era gommata dai 200 misti e il primato di Ariana Kukors datato Roma 2009. La Sjostrom aveva già dato un assaggio con il “mondiale” in semifinale dei 100 farfalla, ieri in 55’’74: oggi ha rilanciato in 55’’64.
Nel mezzo ci sono gli uomini, che pagano forse la tensione per le gare – più equilibrate – del pomeriggio russo. Esultano Florent Manaudou – oro nei 50 farfalla -, alla prima gioia individuale iridata in vasca lunga e Adam Peaty, vincitore del faccia a faccia con Cameron van der Burgh nei 100 rana. C’è dell’azzurro nel pomeriggio. Merito dei teenager. Da una parte Arianna Castiglioni coglie un’importantissima finale nei 100 rana – la vedremo all’opera domani – centrando il settimo tempo di qualifica. Dall’altra Simone Sabbioni è il secondo tra gli esclusi per l’ultimo atto dei 100 dorso maschili. I due esordienti ai Mondiali sono due note ben più che positive per il presente e il futuro.
Siamo sicuri che il 2’06’’12 realizzato da Katinka Hosszu, più veloce del 2’06’’15 gommato di Ariana Kukors del 2009, resisterà – Hosszu stessa, permettendo – per un po’ in cima alla lista dei record mondiali dei 200 misti femminili. L’Iron Lady spara le sue cartucce a tutta velocità sin dalla prima vasca a farfalla – 27’’30 – tocca a metà gara in 58’’94 e vola tenendo botta a rana e stile libero. Stavolta è ancora di più la Lady di ferro, perché ha avuto due volte ragione. La prima nel non disputare la semifinale dei 100 dorso per preservare energie fondamentali e poi per aver cercato di abbattere uno dei record più clamorosi resistiti dal poliuretano. Katinka scende di 3 centesimi rispetto al precedente record, basta quello perché era ciò che voleva. Alle sue spalle si piazzano la giapponese Kanako Watanabe e la britannica Siobhan-Marie O’Connor, distanti 2,33 e 2,65 secondi.
Si attendeva lo show definitivo di Sarah Sjostrom, nella sfida (che non c’è mai stata) tutta scandinava per decretare la nuova campionessa del mondo nei 100 farfalla. Sarah domina con la sua potenza totale e si riconferma in cima, entrando definitivamente nella storia del nuoto con una doppietta di primati mondiali tra semifinale e finale. Troppo forte, troppo potente e troppo continua la sua azione. Per la 22enne svedese tutto è facile in 55’’64, prestazione che va a superare se stessa di un decimo rispetto al primo exploit nel turno precedente. Inoltre la Sjostrom è la prima atleta a vincere un oro mondiale individuale per tre volte nella stessa gara – prima fu oro nel 2009 e nel 2013 –. Sul podio salgono la danese Jeanette Ottesen (57’’05) e la cinese Lu Ying (57’’48).
Sarah Sjostrom, sul podio dopo aver ottenuto oro e record mondiale nei 100 farfalla. Photo Andrea Staccioli/Deepbluemedia/Insidefoto
Le due finali maschili di ogggi hanno premiato due atleti al primo oro individuale nei Campionati Mondiali in vasca lunga. Nei 100 rana è arrivata una finale condizionata dalla tensione per l’oro. Ma alla fine la spunta Adam Peaty, il 20enne campione d’Europa. Quest’ultimo suggella un cammino fatto di botta e risposta continui e a distanza con Cameron van der Burgh tra batterie e semifinali. Il nome nuovo della rana – ma col record – in vasca lunga, contro il sudafricano campione olimpico tre anni fa proprio nella terra del britannico, si prende il primo alloro di rilievo assoluto. Eppure l’esperienza di Van der Burgh – tre medaglie iridate sui 100, ma ancora a digiuno di ori - lo porta a un passaggio ai 50 metri in un supersonico 26’’79 sfuggendo in virata, Peaty non cede e lo supera negli ultimi 10 metri e chiudendo in 58’’52, meglio di 7 centesimi rispetto al rivale numero uno. Niente record del mondo bis per il baby fenomeno dello Staffordshire, ma la gioia di vincere prende il sopravvento. Inoltre è festa britannica perché sale sul podio anche un altro giovane – 21 anni - Ross Murdoch, terzo in 58’’09.
I 50 farfalla vanno appannaggio di Florent Manaudou, il francese si prende il titolo meno “atteso” - il mondo lo aspetta sui 50 stile libero - in 22’’97, peggiorando di 13 il suo tempo in dote dalla semifinale. L’argento (23’’09) va al brasiliano Nicholas Santos, 35 anni e primo podio mondiale. Menzione d’onore va a uno dei due terzi classificati – a pari merito con il polacco Konrad Czerniak -, ovvero Laszlo Cseh. Il trentenne ungherese raggiunge il suo decimo podio iridato in carriera – serie iniziata nel 2003 e mai interrottasi nel corso di sette Mondiali – e il primo nella distanza sprint della farfalla. In difficoltà Cesar Cielo, oro nel 2013, è soltanto sesto in 23’’21.
Ruta Meilutyte scalda i motori dopo una batteria controllata nei 100 rana femminili. La lituana campionessa in carica vince la prima semifinale in 1’05’’64 con grande controllo della situazione. Un messaggio che dà alla sua rivale numero uno, la russa Yuliya Efimova. La beniamina di casa risponde facendo meglio di lei dopo pochi minuti e vincendo la sua semifinale in 1’05’’60. Si prospetta uno spettacolo unico. Ma è Arianna Castiglioni (sotto nella foto di A.Masini/ Deepbluemedia/ Insidefoto) l’osservata speciale per il passaggio in finale. L’allieva di Gianni Leoni, nella top ten mondiale del 2015, doveva scendere sotto l’1’07’’ per la qualificazione. Dopo il 32’’13 ai 50 metri, tocca con il suo nuovo primato personale in 1’06’’95 a 9 centesimi dal record italiano gommato di Ilaria Scarcella. La missione-finale è compiuta con il settimo crono complessivo. Così l’esordiente azzurra, bronzo europeo in carica: “Abbiamo capito che stamattina nel primo 50 avevo forzato troppo, ho provato a essere più lunga nella prima vasca per poi recuperare. La finale fa un effetto bellissimo e finalmente sono scesa sotto l’1’07’’ anche se di poco, ma sono felicissima”.
Le semifinali dei 100 dorso maschili vedono guidare la graduatoria complessiva al talento australiano Mitchell Larkin, velocissimo in 52’’38 – record dell’Oceania - davanti ai 30enni Camille Lacourt (52’’70) e Matt Grevers (52’’73) dopo una partenza fulminea nella prima semifinale. Simone Sabbioni puntava al 53’’49, ovvero al suo record italiano realizzato agli Assoluti Primaverili. Il 18enne allenato da Luca Corsetti, impegnato nella seconda semifinale, trova un buon passaggio ai 50 – 25’’66 – e chiude in 53’’60. Il riccionese è il secondo tra gli esclusi – decimo tempo - è comunque positivo: “Sapevo che sarebbe stata una batteria di altissimo livello, ci speravo ma sono contentissimo lo stesso. La semifinale era l’obiettivo per il mio Mondiale. Sono contento perché ho rotto il ghiaccio e sono soddisfatto per questo 53’’6 il mio secondo miglior tempo”.
Sulla stessa distanza, ma al femminile è pesata la mancanza della più veloce nel 2015 Katinka Hosszu, che in mattinata – dopo aver nuotato in 58’’78 - aveva annunciato il forfeit causa l'impegno ravvicinato nei 200 misti poi stravinti. La magiara rinuncia e l’Australia pregusta una possibile vittoria con un’ottima Emily Seebohm (58’’56, primo crono d’ingresso in finale e miglior performance dell'anno) che precede la danese Mie Nielsen (58’’84) e la connazionale Madison Wilson (59’’05). La campionessa nel 2013 Missy Franklin non scopre ancora le sue carte e si qualifica col quinto crono, ovvero un "controllato" 59’’42. Domani ne sapremo di più.
Il “grande vecchio” del nuoto statunitense Ryan Lochte timbra il primo cartellino d’ingresso nella finale dei 200 stile libero senza i grandi assenti di Kazan 2015 Michael Phelps e Yannick Agnel. Il neo 31enne – proprio oggi ha festeggiato il compleanno – trova una prova interessante dopo una gara d’attacco chiusa in 1’45’’36. Il secondo miglior crono è dell’inglese James Guy – 1’45’’43 – che colgie anche il primato nazionale britannico. Ma dietro i primi due scalpitano Cameron McEvoy, Chad Le Clos, Sun Yang e Paul Biedermann, tutti entro il secondo di distacco da Lochte. La lotta per l’oro e per il podio sembra incertissima.
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