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Nuoto

Un fatto di cronaca nera insanguina lo sport

Un assurdo delitto infrange i sogni del promettente nuotatore Manuel Bortuzzo

Mezzofondista proveniente dal Veneto si allenava a Roma sotto la guida di Christian Galenda. Operato due volte e attualmente sedato probabilmente non camminerà più. Il presidente Paolo Barelli e tutta la Federnuoto sono vicini al ragazzo e alla sua famiglia. La Polizia è a caccia dei delinquenti.

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MANUEL BORTUZZO

Verso le 2 della notte tra sabato 2 e domenica 3 febbraio  Manuel Bortuzzo, promettente mezzofondista di 19 anni, trasferitosi da Treviso a Roma per nuotare ad alto livello, si trovava di passaggio con amici ed altri atleti in piazza Eschilo, in zona Axa, a Roma, dalla parte opposta rispetto ad un pub presidiato dalle forze dell'ordine, intervenute a seguito di una rissa scoppiata mezzora prima.

Non potendo raggiungere quel locale dove bere qualcosa a fine serata, il gruppo, ignaro dell'accaduto, aveva deciso di rientrare a casa, ma Bortuzzo è stato colpito al torace da una pallottola sparata con una pistola, forse per uno scambio di persona.

Portato da un'ambulanza del 118 al Pronto Soccorso dell'Ospedale Grassi di Ostia in codice rosso, dopo essere stato stabilizzato, Bortuzzo è stato trasferito all'Ospedale San Camillo di Roma, dove è stato operato una prima volta per fermare l'emorragia interna. Trasferito al reparto di Neurochirurgia è stato sottoposto a un secondo intervento chirurgico dal primario, professor Alberto Delitala, direttore del Dipartimento di Neuroscienze. L’intervento si è concluso con la rimozione del proiettile integro, fermatosi nella parte destra del torace all'altezza dell'undicesima vertebra.

Adesso Manuel Bortuzzo è fuori pericolo di vita ma molto probabilmente non camminerà più. Lo ha dichiarato il prof. Delitala in una conferenza stampa tenuta insieme all'anestesista Emiliano Cingolani, responsabile del reparto di Rianimazione. "Abbiamo effettuato una valutazione bioelettrica della conducibilità midollare e riscontrato una lesione midollare completa. Questo, purtroppo, vuol dire che con le attuali conoscenze della scienza neurologica, al momento, consideriamo che non possa esserci una ripresa funzionale del movimento delle gambe”, ha detto il prof. Delitala. Poi il primario ha così proseguito: “A 48 ore dal termine dell'intervento toracico il decorso post operatorio è soddisfacente. Le condizioni sono stabili. Manuel è ancora sedato e con ventilazione artificiale. Contiamo di risvegliarlo nei prossimi giorni, ma da studi effettuati il paziente ha perso la mobilità".

Sulla dinamica del delitto sta indagando la Squadra Mobile della Polizia di Stato. Al vaglio anche le immagini di sicurezza di videosorveglianza delle attività commerciali di zona.  

Venuto a conoscenza della vicenda, il presidente della Federnuoto Paolo Barelli si è immediatamente attivato affinché venisse garantita al giovane atleta la massima assistenza possibile, e si è recato all'ospedale San Camillo dove ha aspettato l'arrivo dei genitori da Treviso. Oggi Barelli ha dichiarato:  "Speriamo in un miracolo, chiediamo il massimo rispetto per la privacy e confidiamo nell'operato delle forze dell'ordine e della magistratura affinché consegnino alla giustizia i responsabili del vile agguato avvenuto nella notte tra sabato e domenica". Appena lasciato l'ospedale San Camillo con la famiglia di Manuel Bortuzzo il presidente della FIN ha dichiarato: "Bisogna continuare a essere fiduciosi e a lottare.  Intanto sento doveroso ringraziare anche a nome di papà Franco, di mamma Rossella e dei fratelli Michelle, Jennifer e Kevin, l'ospedale San Camillo, le forze dell'ordine e tutti coloro che stanno inviando messaggi di affetto e solidarietà  Continueremo ad offrire la migliore assistenza possibile al giovane Manuel e alla sua famiglia e auspichiamo che questo dramma possa diventare un monito per un futuro diverso. Una serata tra amici non può trasformarsi in tragedia".

Il mondo del nuoto si è stretto attorno a Manuel. All’ospedale San Camillo i genitori dell’atleta e il presidente Barelli sono stati raggiunti dal direttore tecnico della Nazionale Cesare Butini, dal tecnico Christian Galenda, dal presidente dell’Aurelia Nuoto Luigi Masciocchi e da altri nuotatori. Il tecnico federale Stefano Morini, in raduno in Sierra Nevada con Gregorio Paltrinieri, Gabriele Detti, Domenico Acerenza, Ilaria Cusinato e il resto del gruppo del mezzofondo, ha espresso preoccupazione e vicinanza.

 Vicini a Manuel e alla sua famiglia anche il ministro dell'Interno Matteo Salvini (“Stiamo facendo tutto il possibile perché i delinquenti che hanno sparato siano presi e messi in galera") e il sottosegretario con delega allo Sport Giancarlo Giorgetti: "Se la famiglia vorrà, andrò a trovare il giovane atleta per dirgli che non è solo e che le istituzioni sono al suo fianco in questa battaglia drammatica che dovrà affrontare".

BORTUZZO MANUEL

Manuel Bortuzzo, nato a Trieste nel 1999, è cresciuto nel Team Veneto ed è tesserato per la società Aurelia Nuoto di Roma. Alto 190 centimetri, risiede presso la foresteria del Centro Sportivo delle Fiamme Gialle di Castelporziano e si sta specializzando nei 400 e 1500 che intendeva nuotare ai campionati italiani assoluti dopo una stagione condizionata dalla mononucleosi e priva dei risultati cui ambiva. 

Bortuzzo si era trasferito da Treviso per allenarsi al Centro Federale di Ostia, sognando la Nazionale. Neanche ventenne, promessa del mezzofondo - a volte ha condiviso lo spazio acqua con i campioni Gregorio Paltrinieri, Gabriele Detti e Domenico Acerenza – era seguìto dal tecnico federale Stefano Morini, ma soprattutto dall'assistente Christian Galenda che lo allenava anche al Centro sportivo delle Fiamme Gialle di Castelporziano.

   

 

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