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Haruyuki Takahashi (sotto), un ex dirigente dell'agenzia di marketing giapponese Dentsu, un colosso di oltre cinquemila dipendenti che da anni cura anche gli interessi della FINA, e membro del Comitato Esecutivo di Tokyo 2020, avrebbe ammesso di avere ricevuto milioni di dollari per favorire la candidatura di Tokyo per ospitare i Giochi Olimpici e Paralimpici 2020. Takahashi ha affermato di aver svolto un ruolo cruciale nel garantire il sostegno (leggasi: il voto) di membri del CIO, tra cui il discusso senegalese Lamine Diack, ex presidente della IAAF.
Takahashi sarebbe stato pagato dal Comitato per la candidatura olimpica di Tokyo 2020 8,2 milioni di dollari (7,5 milioni di euro) per il suo lavoro, che includeva attività di lobbismo con autorevoli membri del Comitato Olimpico Internazionale (CIO).
Takahashi, avrebbe ammesso di avere fatto regali a Diack nel tentativo di assicurarsi il voto dell'ex presidente dell'associazione internazionale delle federazioni di atletica e di altri membri caduti ma ha negato qualsiasi illecito e avrebbe affermato che non vi era nulla di inappropriato nel modo in cui utilizzava i soldi. Takahashi ha insistito sul fatto che fosse normale fare regali che, secondo quanto riferito, includevano orologi e macchine fotografiche a personaggi del calibro di Diack, che è tra i sospettati di aver preso tangenti per aiutare la candidatura del Giappone.
Tuttavia le regole del CIO per il processo di candidatura dei Giochi Olimpiaci 2020 affermavano che "nessun dono, di qualunque valore, può essere dato o ricevuto da partiti olimpici o IF di sport olimpici".
"Non vai a mani vuote", avrebbe detto Takahashi alla Reuters quando gli è stato chiesto dei regali. “Questo è buon senso”.
Takahashi avrebbe detto di essere stato pagato attraverso la sua società, la Commons Inc.
La Dentsu, agenzia di marketing di Tokyo 2020, si è dissociata dalle accuse di essere stata coinvolta in casi di corruzione.
Lamine Diack, con Papa Massata Diack, uno dei suoi figli, è sotto inchiesta in Francia per presunta corruzione a mezzo pagamenti del valore di circa 2 milioni di dollari (1,8 milioni di euro) effettuati a un gruppo legato a Papa Massata (Black Tidings).
L'ex capo della IAAF, che era membro del CIO al momento del voto e che aveva una notevole influenza sui membri africani, è agli arresti domiciliari in Francia dal 2015 per un altro caso di corruzione riguardante traffico di influenze e riciclaggio di denaro legato allo scandalo del doping russo. Entrambi i Diack negano di aver commesso malefatte.
Pure l'ex presidente del Comitato Olimpico Giapponese (JOC), Tsunekazu Takeda, anche presidente del Comitato per la candidatura di Tokyo 2020, è oggetto di indagine per presunta autorizzazione dei pagamenti a Black Tidings.
Takeda, che nega scorrettezze, si è però dimesso da presidente del JOC e da membro del CIO lo scorso anno, dopo essere stato coinvolto nello scandalo.
Un portavoce del CIO ha detto che "il CIO è parte civile di questo processo e sta collaborando con la magistratura francese."