Tecnica del Nuoto.
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L'amministratore delegato di Tokyo 2020, Toshirō Mutō (sotto) ha riconosciuto che la pandemia di coronavirus potrebbe ancora influenzare i Giochi Olimpici e Paralimpici posticipati nel 2021. La pandemia ha forzato la riprogrammazione di Tokyo 2020, con le Olimpiadi ora in programma dal 23 luglio all'8 agosto 2021, seguite dalle Paralimpiadi dal 24 agosto al 5 settembre. Dopo il rinvio, sette prefetture in Giappone, tra cui Tokyo (e Fukuoka, sede dei prossimi Mondiali di nuoto in data ancora da definire), sono entrate in uno stato di emergenza mentre i casi di coronavirus continuano a salire (confermati oltre 5.500 casi, circa 100 i morti). Nonostante manchino ancora 16 mesi alla nuova data fissata per l’inizio dei Giochi, Mutō ha riconosciuto che la pandemia potrebbe essere ancora un problema anche l'anno prossimo. "Non credo che nessuno sia in grado di dire se sarà possibile controllarla entro il prossimo luglio o meno", ha detto in un briefing virtuale con la stampa. "Abbiamo preso la decisione di posticipare i Giochi di un anno e tutto ciò che possiamo fare è lavorare sodo per prepararci ai Giochi. Speriamo sinceramente che il prossimo anno l'umanità riesca a superare la crisi del coronavirus".
Mutō ha escluso piani alternativi alle date annunciate nel 2021. "Piuttosto che pensare a piani alternativi, dovremmo impegnarci al massimo", ha affermato. "L'umanità dovrebbe riunire tutta la sua tecnologia e saggezza per lavorare sodo in modo da sviluppare trattamenti, medicine e vaccini".
Il rinvio di Tokyo 2020 avrà un grande costo finanziario e Mutō ha avvertito che il conto sarà massiccio. Mutō ha poi spiegato che la Fiamma Olimpica, rimossa dall’esposizione al pubblico all'inizio di questa settimana dopo l'annullamento della staffetta della torcia olimpica, è stata posta sotto la direzione di Tokyo 2020, nell’attesa di poterla nuovamente esporre da qualche parte.
In precedenza, martedì 7 aprile, il primo ministro giapponese Shinzō Abe (sotto) aveva dichiarato lo stato di emergenza per la capitale, Osaka e altre cinque prefetture. Abe ha preso la decisione a causa delle crescenti paure sulla pandemia di coronavirus in Giappone. Egli ha inoltre affermato che le strutture olimpiche, non più immediatamente necessarie a causa del rinvio di Tokyo 2020, potrebbero essere temporaneamente utilizzate per accogliere pazienti con infezioni lievi poiché gli ospedali stanno esaurendo la capacità.
"Il lavoro considerato essenziale sarà svolto per quanto possibile da casa, mentre il lavoro che richiede la presenza fisica in ufficio sarà ridotto al minimo assoluto, con l'adozione di misure approfondite per prevenire la diffusione dell'infezione", ha dichiarato Tokyo 2020
Nella stessa giornata è stata rimossa dall’esposizione al pubblico la Fiamma Olimpica (sotto), che era in mostra a Fukushima, sede della tragedia nucleare di qualche anno fa, e che li sarebbe dovuto rimanere fino alla fine di aprile.
Il Giappone aveva sottostimato l'entità dell'epidemia e ritardato l'introduzione di misure più rigorose nel periodo in cui i dirigenti, incluso Abe, speravano che i Giochi si sarebbero potuti svolgere nelle date inizialmente previste.
Ora sono stati chiusi temporaneamente i Centri di Addestramento di Tokyo 2020, il National Training Center e il Japan Institute of Sports Sciences, che si trovano entrambi a Tokyo e riapriranno il 6 maggio.
Intanto, domenica 5 aprile, il presidente del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) Thomas Bach ha diffuso un messaggio per incoraggiare tutti a rimanere attivi, forti e in salute durante la crisi del coronavirus, per potere celebrare Tokyo 2020 come festival di resilienza e solidarietà. Bach ha lanciato il suo messaggio in occasione della Giornata internazionale dello sport per lo sviluppo e la pace, celebrata il 6 aprile. "Siamo tutti nella stessa situazione in questo momento, non tutti possiamo vivere le nostre vite normali", ha detto. “Lo sport e l'attività fisica possono svolgere un ruolo importante per rimanere forti e in salute, ma anche per prepararci per il giorno in cui, passata questa crisi, potremo riprendere la nostra vita professionale e sociale, e finalmente abbracciarci di nuovo e fare di nuovo sport insieme”.