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Olimpiadi rinviate / Certezze e incertezze

TOKYO 2020: i Giochi si fanno nel 2021 o mai più

Escluso tassativamente un ulteriore rinvio. La decisione finale in primavera.

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Gli atleti di élite di tutto il mondo sono tornati ad allenarsi in vista dell’obiettivo supremo, le Olimpiadi di Tokyo 2021 rinviate di un anno esatto al 2021. Il CIO, gli Organizzatori, le Federazioni Internazionali, le Reti televisive, gli Sponsor, tutti insomma, stanno impegnandosi al massimo per fare sì che nonostante il rinvio le prossime olimpiadi siano comunque un successo. Ma la certezza che i prossimi Giochi Olimpici si svolgeranno sicuramente nel 2021 non c’è ancora. La pandemia fa ancora paura e non sono pochi, tra gli addetti ai lavori, coloro che temono che fra un anno non ne saremo ancora liberi. Se non sarà stata debellata definitivamente le ipotesi sul come procedere sono più d’una.

La decisione finale sarà presa in primavera, ormai sono tutti d’accordo: dal CIO (il presidente Thomas Bach e altri membri influenti, fra i quali i presidenti delle Commissioni di coordinamento di Tokyo 2020 e di Parigi 2024, rispettivamente l’australiano John Coates e il belga Pierre-Olivier Beckers-Vieujant), al Comitato Organizzatore - presidente Toshiro Mori e CEO Toshiro Muto - al Governatore di Tokyo, signora Yuriko Koike (in copertina).

Comunque sia, due sono le ipotesi tassativamente escluse, da tutti: la prima, un ulteriore rinvio, insostenibile operativamente ed economicamente; la seconda lo svolgimento dei Giochi a porte chiuse.

Poi ci sono i dubbi, che però configurano ipotesi operative su grosse questioni. Ad esempio, l'8 giugno, il Governatore di Tokyo, signora yuriko Koike, ha detto di non essere sicura che i Giochi possano svolgersi senza un periodo di quarantena e un accordo per i viaggi internazionali.

In un'intervista con il Financial Times, la Koike ha affermato che la libertà degli atleti, del personale addetto ai Giochi, dei giornalisti e dei tifosi di muoversi liberamente il Giappone è la cosa più importante se si vogliono tenere le Olimpiadi e le Paralimpiadi che ora dovrebbero iniziare il 23 luglio 2021.

Attualmente stranieri provenienti da 111 paesi non possono entrare in Giappone a causa della pandemia di COVID-19 in corso. "Un presupposto fondamentale per le Olimpiadi è che le persone del mondo possano venire", ha detto la Koike, che ha aggiunto: “Il rinvio costa molto e, soprattutto, non sappiamo come sarà la situazione del coronavirus a luglio del prossimo anno. Di certo c’è che dobbiamo rendere i Giochi sicuri per atleti e spettatori, senza spendere troppo". La Koike ha poi suggerito che le cerimonie di apertura e chiusura potrebbero essere ridotte per garantire la sicurezza di coloro che partecipano, se i Giochi devono andare avanti.

Altra ipotesi, sostenuta da autorevoli esponenti della comunità medica giapponese, è che per potere procedere in sicurezza sarà necessario che un vaccino per COVID-19 sia disponibile per tutti

Ad oggi, ci sono stati circa 7,5 milioni di casi confermati di COVID-19 in tutto il mondo, con la conseguente morte di quasi 500.000 persone. In Giappone, ci sono stati più di 17.000 casi confermati, con conseguente morte di quasi 1000 persone.

Una delle conseguenze dell’incertezza che ancora regna sullo svolgimento delle prossime olimpiadi è la decisione, del 5 giugno, di non ripristinare il tradizionale countdown, fermato lo scorso marzo contestualmente alla decisione di sospendere i Giochi.

Allo stesso modo sono stati cancellati altri tradizionali eventi celebrativi dei Giochi e anticipatori degli stessi. D’altra parte l’evento più importante in anticipazione dei Giochi fu celebrato il 24 luglio 2019 per la presentazione delle medaglie olimpiche, alla presenza del Primo Ministro Shinzo Abe e del presidente del CIO Thomas Bach.

Lo stesso primo ministro, il 25 maggio, ha dichiarato la fine dello stato di emergenza in Giappone ma il Governo metropolitano di Tokyo ha allertato il pubblico circa il rischio di un aumento dei contagi nella capitale.

La decisione se fare svolgere i Giochi o meno sarà presa da CIO e TOCOG sentito il pare dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) – peraltro un organismo che ora molti considerano screditato per la dimostrata incapacità di produrre linee guida sicure per il migliore contrasto della pandemia – con il cui direttore generale, Tedros Adhanom Ghebreyesus, il 16 maggio, a Ginevra, Bach ha firmato un Memorandum of Understanding (MoU).

Fra i tanti problemi, ad amareggiare gli organizzatori c’è stata anche la pubblicazione del logo di Tokyo 2020 taroccato da virus corona (sotto il logo vero e quello taroccato) sulla copertina dell’edizione di aprile di Number 1 Shimbun, giornale diretto da un disegnatore inglese, il quale dopo avere suscitato molta indignazione e per evitare ritorsioni legali (infrazione del copyright del logo) si è scusato.

Infine, anche i nuotatori giapponesi, come i colleghi di tutto il mondo, hanno ripreso ad allenarsi al Tatsumi International Swimming Centre di Tokyo (destinato a ospitare i tornei di pallanuoto durante le olimpiadi).

TOKYO 2020 COVID

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