Tecnica del Nuoto.
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La nota della FIN: “La Federazione Italiana Nuoto comunica con profondo rammarico e disappunto la cancellazione dell'evento di nuoto Energy for Swim 2018 in programma a Torino il 20 e 21 dicembre prossimi. La Federation Internationale de Natation (FINA) ha dichiarato "non approved" la manifestazione, benché organizzata dalla Federazione Italiana Nuoto con il supporto della Città di Torino e già inserita nel calendario nazionale, minacciando sanzioni a carico degli atleti partecipanti. La Federazione Italiana Nuoto è pertanto costretta ad annullare l'evento per tutelare gli atleti che, numerosi, avevano già espresso con entusiasmo la volontà di gareggiare ad un meeting spettacolare destinato ad incrementare l'interesse del nuoto, a valorizzare ulteriormente l’immagine dei partecipanti e a generare profondi riflessi a beneficio dell’intero movimento.
La Federazione Italiana Nuoto coglie l'occasione per ringraziare la Città di Torino per il sostegno garantito e gli sponsor che avrebbero contribuito al sicuro successo dell’organizzazione”.
L’esito triste, l’aborto procurato al nuovo meeting “Energy for Swim”, era, purtroppo, scontato. Già da una settimana organi di stampa bene informati avevano ventilato la cancellazione dell’innovativo meeting, che aveva ottenuto le adesioni di diversi campioni mondiali e olimpici – fra essi il britannico Adam Peaty, il sudafricano Chad le Clos, l'ungherese Katinka Hosszu e la svedese Sarah Sjostrom - a causa della minaccia di possibili squalifiche, uno o due anni, che la Federazione internazionale di nuoto (FINA) avrebbe inflitto qualora essi avessero partecipato all’ “Energy for Swim”. Le norme FINA vietano "lo svolgimento di meeting o altre manifestazioni con organismi non affiliati".
Peaty (in copertina - Foto di Andrea Staccioli/Deepbluemedia.eu-Inside.com), nonostante il rischio della sospensione, aveva deciso di partecipare credendo nel concetto dell’iniziativa. “E’ ciò di cui lo sport ha bisogno", avrebbe detto, secondo la BBC. "Non vedo l'ora di correre a Torino." “Voglio mostrare il mio sostegno. "
Le squalifiche ventilate e il sostanziale boicottaggio del meeting non vanno certamente nella direzione, conclamata dalla FINA, di tutelare gli atleti, di valorizzarli, di promuovere il nuoto con eventi dalla forte ricaduta mediatica, eccetera, ma sembrano, invece, frutto di una visione miope.
L'evento è stato collegato all’International Swimming League (ISL), che aveva annunciato una manifestazione alternativa alla Coppa del Mondo FINA, una manifestazione che nonostante l’incremento graduale del montepremi e il tentativo di rinnovarne la formula, da quasi trent’anni si svolge stancamente e ripetitivamente secondo un concetto “glocal”, dove la componente “local” prevale nettamente su quella “global”.
L'ISL aveva annunciato il lancio della propria manifestazione a dicembre, con otto club internazionali composti da 12 nuotatori maschi e 12 femmine. Tutti avrebbero gareggiato per due giorni in vasca corta; nei due giorni successivi le prime quattro squadre avrebbero disputato la finale.
Si trattava in qualche modo di una sfida che l'ISL aveva lanciato alla FINA che, ovviamente, ha reagito. Lo ha fatto con una lettera aperta inviata il 5 giugno a tutti i 209 paesi membri, avvertendoli di non cooperare con la “cosiddetta competizione internazionale non riconosciuta".
Successivamente la Federazione Italiana Nuoto ha annunciato che avrebbe ospitato “Energy For Swim” il 20 e 21 dicembre al Palazzo del Nuoto di Torino.
L'evento sarebbe stato finanziato da Energy Standard Group, un’entità che farebbe capo a Konstantin Grigorishin, presidente del consiglio consultivo ISL (sotto, nella foto di gruppo, durante la presentazione a Roma al Sette Colli 2017).
Secondo quanto apparso sulla stampa specializzata, la FINA ha avvertito gli atleti che partecipando alla competizione, non riconosciuta dalla FINA stessa, avrebbero potuto essere soggetti a sanzioni.
Ciò nonostante la Federazione Italiana Nuoto abbia definito l'evento come una "gara ad invito" cui i nuotatori avrebbero preso parte “nel pieno rispetto delle regole FINA e della LEN". La FINA ha però fatto sapere di considerare l'evento come una competizione internazionale che avrebbe richiesto l'approvazione sei mesi prima del suo svolgimento.
Una disputa dello stesso tipo tra una federazione internazionale e un’altra entità “rivale” era già emersa in altri sport tra cui il pattinaggio di velocità e il basket.
Tuttavia, alla fine dell'anno scorso, le regole dell'Unione internazionale di pattinaggio che impongono sanzioni severe agli atleti che partecipano a competizioni di pattinaggio di velocità non autorizzate dall'organo di governo mondiale sono state dichiarate come violazione delle leggi antitrust dell'Unione europea da parte della Commissione europea.
Anche la Federazione Internazionale di Pallacanestro è coinvolta in una disputa con l’EuroLeague.