Tecnica del Nuoto.
Clicca qui
Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha ritirato l'Ordine Olimpico dal presidente russo Vladimir Putin (nella foto di copertina assieme al presidente del CIO Thomas Bach) e ha anche auspicato che gli atleti e i funzionari di Russia e Bielorussia siano banditi da tutti gli eventi sportivi internazionali. La mossa segue una riunione del Comitato Esecutivo del CIO in cui è stata discussa l'invasione russa dell'Ucraina. Nei casi in cui agli atleti russi e bielorussi non possa essere vietato di gareggiare il CIO raccomanda che essi competano come neutrali.
Dunque, nessun atleta, ne squadra, dovrebbero essere autorizzati a partecipare sotto il nome di Russia o Bielorussia. La raccomandazione include anche l’invito di non esporre simboli, colori e bandiere e di non suonare gli inni nazionali dei due paesi. Tuttavia, il CIO ha precisato che se ciò non è possibile con breve preavviso per motivi organizzativi o legali, lascerà la decisione all'organizzatore dell'evento pertinente di trovare il proprio modo per affrontare la questione. Ciò lascerebbe agli atleti russi e bielorussi la possibilità di competere alle imminenti Paralimpiadi
Il CIO ha anche condannato la Russia e la Bielorussia per avere infranto la tregua olimpica e ha chiesto alle Federazioni sportive internazionali di spostare o annullare qualsiasi evento programmato in Russia o Bielorussia.
Il CIO ha ritirato i premi dell'Ordine Olimpico non solo a Putin ma anche al vice primo ministro russo Dmitry Chernyshenko e al vice capo di stato maggiore del Cremlino Dmitry Kozak. L'Ordine Olimpico è il più alto riconoscimento del Movimento Olimpico. Gli ordini olimpici d'oro erano stati conferiti a Chernyshenko e Kozak nel 2014, l’anno in cui la Russia ha ospitato i Giochi Olimpici Invernali a Sochi. Putin aveva ricevuto l'onorificenza nel 2001.
Stanislav Pozdnyakov, presidente del Comitato olimpico russo (ROC), ha criticato le raccomandazioni del CIO e ha affermato: "Ci opponiamo fortemente ad esse. La decisione odierna dei nostri colleghi del Comitato Olimpico Internazionale, a nostro avviso, contraddice sia i documenti normativi del CIO e la Carta olimpica, prima di tutto, sia lo spirito del movimento olimpico, che dovrebbe unire e non dividere, soprattutto quando si tratta di atleti e uguaglianza dei partecipanti al movimento olimpico.”
La Bielorussia ha potuto competere sotto la sua bandiera a Pechino 2022 e Tokyo 2020 mentre diversi funzionari del Comitato Olimpico Nazionale della Repubblica di Bielorussia (NOCRB) - incluso il presidente Viktor Lukashenko - sono stati banditi dai Giochi per accuse di discriminazione nei confronti degli atleti che hanno preso parte a proteste antigovernative. Anche il padre di Viktor, Alexander, presidente bielorusso ed ex leader della NOCRB, è stato bandito.
Sempre da Losanna arriva l’odierno comunicato della FINA, prontamente allineatasi alle raccomandazioni del CIO. Eccolo: “Con l'aggressione russa in corso in Ucraina il Bureau FINA ha preso oggi le seguenti decisioni: l’Ordine FINA assegnato al presidente russo Vladimir Putin nel 2014 è stato ritirato; fino a nuovo avviso, nessun atleta o funzionario degli sport acquatici della Russia o della Bielorussia potrà partecipare sotto il nome di Russia o Bielorussia agli eventi della FINA. Gli atleti e le squadre russe e bielorusse potrebbero essere accettati solo come atleti neutrali o squadre neutrali. Non devono essere mostrati simboli, colori, bandiere nazionali o suonati inni negli eventi acquatici internazionali che non fanno già parte delle rispettive sanzioni dell'Agenzia mondiale antidoping (WADA) per la Russia. La FINA rimane profondamente preoccupata per l'impatto della guerra sulla comunità acquatica e sulla più ampia popolazione dell'Ucraina. La FINA continuerà a monitorare attentamente la grave situazione e prendere ulteriori decisioni, se del caso”.
Anche la LEN aveva preso posizione sulla vicenda venerdì scorso, con questo comunicato: “Il Bureau di European Aquatics (LEN) desidera esprimere forte sostegno e solidarietà agli atleti ucraini in questi tempi senza precedenti. La LEN crede nello spirito dello sport, che unisce le nazioni in modo pacifico, e condanna fermamente tutti gli atti di violenza ed esortiamo tutte le parti a lavorare rapidamente per garantire una soluzione diplomatica alla crisi. La LEN discuterà ora del modo migliore per sostenere gli sport acquatici in questa regione. In particolare, tutte le competizioni, compresa la partita dei quarti di finale della Euro League femminile, in programma in Russia, sono posticipate a data e luogo da definire. LEN sta lavorando a stretto contatto con i rappresentanti della Federazione ucraina di nuoto per garantire loro il supporto necessario.”