Tecnica del Nuoto.
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Veniamo subito ai 1.500m stile libero maschili, che si sono disputati prima delle ultime due staffette, le miste. Come a Kazan ai blocchi di partenza non c’è il cinese Yang Sun. Allora non si presentò alla finale senza nemmeno annunciare il forfait, qui a Budapest, per non sbagliarsi, ha rinunciato anche a disputare le batterie adducendo stanchezza.
Per i primi 200 metri è l’australiano Mack Horton, in prima corsia, a fare l’andatura. Alla virata dei 200m Gregorio Paltrinieri (in copertina, dopo l'arrivo vincente), che nuota in quinta corsia, è primo, incalzato dall’ucraino Mikhailo Romanchuk che gli nuota fianco in corsia 4, con Horton in terza posizione e Gabriele Detti in quarta. Le posizioni dei primi quattro non cambieranno più e anche all’arrivo saranno in questo ordine. Invece gradualmente incrementano il divario fra la coppia di testa e tutti gli altri. Ai 1000 metri il più vicino inseguitore è a circa 20 metri. Subito dopo Greg si scrolla di dosso l’ucraino, non più appiccicato, e vorrebbe punire il cinese che scappa togliendogli il record del mondo. Per 1.300 metri Paltrinieri danza attorno ai parziali mondiali di Sun, ora un poco sopra ora un poco sotto. Ma negli ultimi 200 metri il pupillo di Stefano Morini non può competere con la velocità che ebbe il cinese quando realizzò il record del mondo. Gregorio Paltrinieri vince, comunque, alla grande e con un gran tempo,14:35.85 - poco sopra il record europeo da lui realizzato con 14:34.04 il 18 maggio 2016 agli Europei di Londra - mantiene il titolo di campione del mondo vinto a Kazan con 14:39. 67.
Mikhailo Romanchuk si guadagna la medaglia d’argento in 14:37.14, e Mack Horton si accontenta del bronzo in 14:47.70. Gabriele Detti, che ha perso lo smalto dei primi giorni, è quarto in 14:52.07.
La prima finale sono i 50 metri rana femminili. Li vince Lilly King, anche qui – come già aveva fatto nei 100 metri – con il record del mondo; il suo tempo, 29.40, migliora di 8 centesimi il limite precedente che era di 29.48 e apparteneva alla russa Yuliya Efimova, oggi seconda in 29.57. Per l'americana è la quarta medaglia in questi campionati. Sul podio anche l’altra americana Katie, in 29.99. E’ esattamente lo stesso podio dei 100 metri, con la Efimova e la Meili a medaglie scambiate. Anche stavolta senza medaglia Ruta Meilutyte, con 30.20. Quinta in 30.31, Jennie Johansson, la svedese che fu oro a Kazan 2015 con 30.05. Arianna Castiglioni nuota in prima corsia ed è settima in 30.74.
Chase Kalisz, vince alla grande la finale dei 400m misti. L’americano nuota sempre in testa e alla virata dei 300 metri, dopo la frazione di rana, transita con un parziale di appena 20 centesimi superiore rispetto al parziale del record del mondo. L’ultima frazione, nuotata in totale solitudine, non è particolarmente brillante e l’erede di Michael Phelps vince in 4:05.90, nuovo record dei campionati ma distante dal record del mondo del suo “maestro”(4:03.84). Il boato della folla è per David Verraszto , il magiaro che vince l’argento in 4:08.38. Bronzo al giapponese Daiya Seto in 4:09.14. Quarto Delude il connazionale Kosuke Hagino, che nuota in prima corsia, soltanto sesto in 4:12.65.
Stavolta non sbaglia Sarah Sjostrom. Le è bastato perdere i 100m stile libero e ora non può sbagliare. Vince i 50m stile libero, percorrendo la vasca tutta d’un fiato, in 23.69, a 2 centesimi dal proprio record del mondo realizzato in semifinale nella giornata precedente. E’ la sua quarta medaglia, la terza d’oro, a Budapest. Seconda in 23.85 l‘olandese Ranomi Kromowidjojo che è tosta e non molla mai. Terza in 23.97 l’americana Simone Manuel, mentre la campionessa olimpica di Rio, la danese Pernille Blume, è soltanto quarta in 24 secondi netti. Quinto posto, in 24.46, per l’ammirevole Aliaksandra Herasimenia, la bielorussa che non demorde mai. Chiude all’ottavo posto, in 24.58, l’australiana Bronte Campbell. La Blume, la Manuel e la Herasimenia salirono il podio a Rio in quest’ordine rispettivamente con 24.07, 24.09 e 24.11. La finale mondiale di oggi, dunque, si è rivelata assai più veloce di quella olimpica di un anno fa, ed è la finale, mondiale o olimpica, più veloce di sempre.
Camille Lacourt difende con successo il titolo dei 50m dorso vinto a Kazan in 24.23. Qui a Budapest al francese basta un tempo leggermente superiore, 24.35, per vincere, mantenere il titolo e chiudere in bellezza, da re della specialità, la sua lunga e brillante carriera. Medaglia d’argento allo specialista giapponese Junya Koga, con 24.51. Bronzo, in 24.56, a Matt Grevers: a Kazan il veterano americano vinse l’argento. Appena giù dal podio l’altro francese Jeremy Stravius, con 24.61, e il cinese Jiajui Xu, in 24.74.
Senza storia la finale dei 400m misti femminili. Come previsto domina Katinka Hosszu e conserva il titolo mondiale vinto a Kazan due anni fa. La magiara vince in 4:29.33, record dei campionati, a circa 3 secondi dal proprio record mondiale di 4:26.36 realizzato a Rio 2016 quando vinse la medaglia d’oro olimpica. Folla in tripudio. Per l'ungherese è la quarta medaglia, la seconda d'oro dopo quella nei 200 misti; ha vinto anche l' argento nei 200 dorso e il bronzo nei 200 farfalla. Argento a Mireia Belmonte in 4:32.17. La spagnola ha disputato qui un ottimo campionato. Medaglia di bronzo alla canadese Sydney Pickrem col tempo di 4:32.88. Al quarto e quinto posto le giapponesi Yui Ohashi (4:34.50) e Sakiko Shimizo (4:35.62). Poi le due americane, Leah Smith (4:36.09) ed Elizabeth Beisel (4:37.63). Chiude la britannica Hannah Miley (4:38.34).
In chiusura di Campionati gli Stati Uniti rendono più pingue il loro già grasso bottino vincendo anche le staffette 4x100 miste. Gli USA chiudono ampiamente in testa al medagliere con 38 medaglie, 18 d’oro, di cui 14 in gare olimpiche.
Gli americani vincono la staffetta 4x100m mista femminile col nuovo record del mondo di 3:51.55, migliorando di mezzo secondo il precedente limite di 3:52.05 che gli apparteneva dall’Olimpiade di Londra 2012. Nel 2015 a Kazan furono soltanto quinti. La Russia è ottima seconda in 3:53.38, record europeo. Terza l’Australia, come a Kazan, in 3:54.29 e quarto il Canada in 3:54.86. Italia ottava in 3:59.98. Questo il dettaglio del nuovo record del mondo di 3:51.55 targato USA: Kathleen Baker 58.54, Lilly King 1:04.48, Kelsi Worrell 56.30 e Simone Manuel 52.23. L’Italia è ottava in 3:59.98, con questa formazione: Margherita Panziera 1:01.12, Arianna Castiglioni 1:06.55, Ilaria Bianchi 57.64, Federica Pellegrini 54.67.
La staffetta maschile USA chiude in 3:27.91, a 63 centesimi dal record del mondo di 3:27.28 realizzato dagli americani ai Mondiali di Roma 2009 con i costumi gommati. Il quartetto USA, oro a Rio2016 e a Kazan 2015, mantiene il titolo vinto in Russia con un crono superiore di oltre 2 secondi, con questa fromazione: Matt Grevers 52.26, Kevin Cordes 58.89, Caeleb Dressel 49.76, Nathan Adrian 47.00. Sul podio anche Gran Bretagna in 3:28.95, e Russia con 3:29.76. Medaglia di legno al Giappone, con 3:30.19.
Caeleb Dressel è il miglior nuotatore dei Mondiali con 7 medaglie d’oro: 4 individuali, nei 50 e 100 stile libero e farfalla, e 3 nelle staffette 4x100 metri: la stile libero, la mista e la mixed.
Sarah Sjostrom la miglior nuotatrice con 4 medaglie individuali – 3 d’oro nei 50 e 100 farfalla e nei 50 stile libero, e una d’argento nei 100 stile libero – e 2 record del mondo.
Gli Stati Uniti capeggiano il Medagliere per Nazioni con 38 medaglie (18 – 10 – 10). Seguono la Gran Bretagna con 7 medaglie (4 – 1 – 2), la Cina e la Russia con 10 (3 – 3 - 4), la Svezia con 4 (3 – 1 -0), l’Italia con 6 (3 – 0 – 6), l’Ungheria con 8 (2 – 4 – 2), l’Australia con 10 (1 – 5 -4).
Il sesto posto nel medagliere del nuoto è un risultato storico per l’Italia e fa sensazione vedere l’Australia, tradizionalmente ritenuta la seconda potenza mondiale del nuoto, soltanto ottava nel medagliere.
Foto Deepbluemedia.eu