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Gwangju (Corea del Sud), Venerdi 19 Luglio 2019 – 18i Campionati del Mondo FINA /7a Giornata - Sincronizzato

Il CIO impegnato a realizzare i “Giochi della rinascita”

Gli atleti invitati a proseguire la preparazione per Tokyo 2020. "Nessuna decisione drastica per ora".

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TOKYO 2020 -CORONA VIRUS

Globalmente lo sport si è fermato o si sta fermando. Cresce il dubbio che la 32esima Olimpiade, che dovrebbe inaugurarsi a Tokyo il 24 luglio, possa svolgersi senza rischi. Crescono esponenzialmente anche di timori per la salute da parte di atleti, squadre, federazioni sportive, e si fa sempre più forte la richiesta che i Giochi vengano rinviati di un anno o anche due. La medesima richiesta cresce anche in Giappone dove ormai, soprattutto a Tokyo, sono moltissimi i cittadini che invocano apertamente il rinvio; una richiesta sempre più supportata dai media.

Nemmeno i giornalisti internazionali andrebbero a Tokyo a cuor leggero, a prescindere dalle limitazioni ai viaggi e dai voli sospesi da molte compagnie aeree. In un editoriale Gianni Merlo, presidente dell’AIPS (Associazione internazionale dei giornalisti sportivi), ha invitato i membri del CIO (Comitato Olimpico Internazionale) e i dirigenti delle federazioni internazionali a non discutere del sesso degli angeli e di prendere atto, invece, che la pandemia si diffonde globalmente a macchia di leopardo e deve ancora raggiungere il suo picco. Potrebbe farlo fra uno, due o tre mesi, e il virus potrebbe avere bisogno di molto più tempo per essere bloccato e scomparire. Merlo si chiede “quante delle 205 nazioni affiliate al CIO entreranno nel villaggio olimpico a ranghi compatti e in piena salute a fine giugno” e “l’assembramento nel villaggio olimpico non potrebbe provocare contagi fra gli atleti con la conseguente messa in quarantena dei contagiati, altrimenti il villaggio potrebbe diventare in breve zona rossa?”. Domande serie. Risposte difficili. Rinviare i Giochi – di alcune mesi, un anno o due -, analizza Merlo, porrebbe un’infinità di problemi, anche a causa del calendario internazionale, assai denso di eventi importanti, compresi i campionati del mondo in tutte le discipline, eventi che rappresentano l’attività più importante – non solo in senso sportivo ma anche economico e mediatico - per ciascuna federazione internazionale, cui nessuna è disposta a rinunciare.

Fare svolgere i Giochi con partecipazione ridotta, magari a porte chiuse? Rinviarli? Decisione complicata. Per questo il CIO, dopo l’odierna conference call con le federazioni sportive internazionali olimpiche, presumibilmente d’intesa con il Comitato Organizzatore e con il governo giapponese, ha emesso un comunicato dal tono ottimistico, in cui incoraggia tutti gli atleti "a continuare a prepararsi alle Olimpiadi di Tokyo nel migliore dei modi". "Continueremo a supportare gli atleti, consultando i rispettivi comitati olimpici nazionali ma restiamo pienamente impegnati per Tokyo 2020 e, con oltre quattro mesi davanti, non è necessario prendere decisioni drastiche in questa fase". Con questa premessa: Con più di quattro mesi davanti a noi non è questo il momento di prendere decisioni drastiche; eventuali speculazioni sarebbero controproducenti».

Il CIO è chiaramente sotto pressione, atleti disorientati da una parte e network televisivi e sponsor dall'altra. Interessi economici enormi che sia con il posticipo sia con l’annullamento dei Giochi costerebbero molto cari alle compagnie con cui il CIO ha sottoscritto polizze assicurative per alcune decine di milioni di euro.

Di qui la decisione di non decidere dopo le consultazioni con le 33 federazioni olimpiche internazionali riunite nella conference call di martedì 17 marzo.

Per salvare il salvabile il CIO promette elasticità sui criteri di qualificazione ora che il calendario degli eventi di qualificazione è saltato. Ad oggi soltanto poco più della metà degli atleti probabili olimpici (il 57 per cento circa) sarebbe qualificata.

Tra i criteri che potrebbero essere seguiti ci sono l'uso dei ranking o di risultati già acquisiti.

Fra i primi e più feroci critici della “decisione di non decidere” c’è il membro canadese dello stresso CIO, l’ex atleta Hayley Wickenheiser (foto sotto), quattro medaglie d’oro olimpiche nell’hockey (2004 – 2016), che ha definito il comportamento del CIO “insensibile e irresponsabile”.

CANADIAN IOC MEMBER 

Sempre ieri il vice presidente del Comitato Olimpico Giapponese, Kozo Tashima (foto sotto) ha fatto sapere di essere positivo al corona virus. Intanto in Giappone cresce il sentimento popolare per la cancellazione dei Giochi. Dopo la strage della bomba atomica che distrusse Hiroshima alla fine della seconda guerra mondiale la gente non è disposta a rischiare un’altra strage, stavolta causata da un virus.

KOZUO TASHIMA JPN

Il CIO, dice una nota, “s’impegna a ufficializzare le nuove procedure di qualificazione per ciascun sport entro i primi di aprile. Potrebbero anche essere incrementate certe quote atleti previa consultazione con l' organizzazione di Tokyo 2020». Nell’invitare gli atleti “a continuare senza esitazione la preparazione in vista dei Giochi” il presidente del CIO Thomas Bach (foto sotto) ha detto: «Nostre priorità sono la salute di tutti coloro coinvolti con l'Olimpiade di Tokyo 2020 e la salvaguardia degli interessi di atleti, tecnici e dirigenti».

THOMAS BACH IOC

 

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