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I Giochi della XXXII Olimpiade di Tokyo 2020 sono stati posticipati al 2021 come annunciato dal Governo del Giappone, dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO) e dal Comitato Organizzatore di Tokyo 2020 martedì 24 marzo, esattamente quattro mesi prima dell’inizio fissato per il 24 luglio. I Giochi, che avrebbero dovuto terminare il 9 agosto, sono stati posticipati all’anno prossimo a causa della crescente diffusione della pandemia dovuta al virus Covid-19.
Anche nel 2021 il nome della XXXII Olimpiade resterà Tokyo 2020, una decisione sensata che consentirà di mantenere e utilizzare il tanto che è stato fatto finora con questo nome.
Con un comunicato congiunto CIO e Comitato Organizzatore Tokyo 2020 hanno spiegato che a seguito delle informazioni ricevute dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), “il Presidente del CIO e il Primo Ministro del Giappone sono giunti alla conclusione che i Giochi delle XXXII Olimpiadi di Tokyo dovranno essere riprogrammati per una data successiva al 2020 ma non più tardi dell’estate del 2021, per salvaguardare la salute degli atleti, di tutte le persone coinvolte della comunità internazionale". Il comunicato poi spiega: "I leader sono d’accordo sul fatto che i Giochi Olimpici di Tokyo possano rappresentare una speranza per il mondo in questo periodo difficile e che la fiamma olimpica possa essere vista come la luce alla fine del tunnel in cui il mondo si ritrova in questo momento. Perciò è stato deciso che la torcia olimpica resterà in Giappone. Si è anche deciso che i Giochi conserveranno il nome di Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo 2020."
Nel comunicato si specifica che: “La diffusione senza precedenti e imprevedibile dell'epidemia da corona virus ha visto il deteriorarsi della situazione nel resto del mondo. Ieri, il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato che la pandemia di COVID-19 sta <accelerando>”.
Tutti i test event ancora da svolgersi sono stati annullati. La maratona, spostata a Sapporo per il caldo di Tokyo, in linea di principio rimarrà a Sapporo ma non è detto: se i Giochi dovessero svolgersi in primavera anziché in estate potrebbe tornare a Tokyo.
Parlando fuori dalla sua residenza ufficiale il primo ministro giapponese Shinzo Abe (foto sotto) ha detto: “Insieme con il Presidente di Tokyo 2020 Yoshiro Mori e con il Governatore di Tokyo Yuriko Koike, abbiamo avuto una conference call con il Presidente del CIO Thomas Bach cui ho proposto di posticipare i Giochi di circa un anno. Il Presidente Bach è stato d’accordo al cento per cento. Considerando la situazione della pandemia abbiamo concordato che sarebbe stato difficile organizzare i Giochi quest’anno, così abbiamo deciso di posticiparli di circa un anno”.
L’impatto economico di tale decisione sarà pesante. I diritti tv per le Olimpiadi giapponesi, pari a 4,5 miliardi di dollari, rappresentano il 73% delle entrate del CIO. Il rinvio di un anno potrebbe costare tra i 5,4 e 5,6 miliardi di euro.
Il CIO può contare su un’assicurazione garantita da un consorzio di compagnie - Swiss Re, Munich Re e Lloyds - per una copertura di circa 900 milioni di dollari in caso di annullamento dell’Olimpiade o di interruzione durante lo svolgimento.
Fino pochi giorni fa la linea della triade olimpica organizzatrice – CIO, Comitato Organizzatore e Governo giapponese – era di fare svolgere i Giochi nella data prestabilita e, comunque, di non prendere decisioni affrettate circa l’eventuale rinvio. Poi il precipitare degli eventi – l’opposizione di molti stakeholder (governi, federazioni internazionali e nazionali, atleti di élite), la preoccupante crescita della diffusione del COVID-19 e, soprattutto, l’ammonimento dell’OMS – hanno costretto la triade, o troika se si preferisce, a mutare linea.
All’inizio gli scenari alternativi erano: rinvio di un mese; slittamento in autunno; edizione rimandata al 2021, soluzione questa prevalsa alla fine. In ballo c’era anche la necessità di assicurare la regolarità sportiva della manifestazione, e cioè garantire a tutti gli atleti le stesse condizioni di allenamento e all’ Agenzia Mondiale Anti Doping (WADA) la possibilità di effettuare adeguati controlli.
Il posticipo all’anno prossimo è stato possibile anche perché le Federazione Internazionali di atletica leggera (IAAF) e di nuoto (FINA) hanno dato la loro disponibilità a posticipare all’autunno 2021 i rispettivi Campionati Mondiali.
Quelli di nuoto si svolgeranno sempre in Giappone, a Fukuoka, come nel 2002. Con un apposito comunicato la FINA ha espresso “la sua sincera gratitudine al CIO e agli organizzatori di Tokyo 2020 e dei Campionati del mondo FINA 2021 di Fukuoka, per i loro sforzi considerevoli per riunire il mondo pacificamente attraverso lo sport”.
La fiamma olimpica, arrivata dalla Grecia qualche giorno fa, resterà in Giappone.
Secondo alcuni esperti a beneficiare immediatamente del rinvio saranno gli articoli di merchandising di 2020 già disponibili per la vendita on line.
Anche il CIO, al termine della conference call del 24 marzo ha emesso il proprio comunicato: “Il presidente del Comitato olimpico internazionale (CIO), Thomas Bach, e il Primo Ministro del Giappone, Abe Shinzo, hanno tenuto una teleconferenza stamattina per discutere della situazione in costante cambiamento per quanto riguarda Covid-19 e le Olimpiadi di Tokyo 2020. A loro si sono uniti: Mori Yoshiro, Presidente del Comitato Organizzatore di Tokyo 2020; il ministro olimpico, Hashimoto Seiko; il governatore di Tokyo, Koike Yuriko; il presidente della commissione di coordinamento IOC, John Coates; il Direttore generale del CIO Christophe De Kepper; e il direttore esecutivo dei Giochi Olimpici del CIO, Christophe Dubi.
Il presidente Bach e il primo ministro Abe hanno espresso la loro comune preoccupazione per la pandemia mondiale COVID-19, per il suo impatto sulla vita delle persone e sulla preparazione degli atleti per i Giochi. In clima molto amichevole e costruttivo i due leader hanno elogiato il lavoro del Comitato Organizzatore di Tokyo 2020 e hanno preso atto dei grandi progressi compiuti in Giappone per combattere COVID-19. La diffusione senza precedenti e imprevedibile dell'epidemia ha visto il deteriorarsi della situazione nel resto del mondo. Ieri, il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato che la pandemia di COVID-19 sta "accelerando". Attualmente ci sono oltre 375.000 casi registrati in tutto il mondo e in quasi tutti i paesi e il loro numero sta crescendo di ora in ora. Nelle circostanze attuali e sulla base delle informazioni fornite dall'OMS, il Presidente del CIO e il Primo Ministro del Giappone hanno concluso che i Giochi della XXXII Olimpiade di Tokyo devono essere riprogrammati a una data successiva al 2020, ma non oltre l'estate 2021, per salvaguardare la salute degli atleti, di tutti i partecipanti ai Giochi Olimpici e della comunità internazionale.
I leader hanno concordato sul fatto che i Giochi Olimpici di Tokyo possano rappresentare un faro di speranza per il mondo durante questi tempi difficili e che la fiamma olimpica possa diventare la luce alla fine del tunnel in cui il mondo si trova attualmente. Pertanto, è stato concordato che la fiamma olimpica rimarrà in Giappone. È stato inoltre concordato che i Giochi manterranno il nome di Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo 2020.”
Mercoledì 25 marzo, con un successivo comunicato, Thomas Bach (foto sotto) ha informato che le date di Tokyo 2020 potrebbero essere riprogrammate per prima dell'estate 2021. La scelta è stata affidata a una Task Force costituita ad hoc. Ecco il passaggio fondamentale del comunicato: “È stata istituita una task force chiamata <Here We Go>, composta da membri della Commissione di coordinamento CIO e del Comitato organizzatore per affrontare le complicate sfide derivanti dal primo rinvio dei Giochi nella storia. Il presidente del CIO ha dichiarato che una decisione sarà presa <il più presto possibile> e ha rivelato che l'organizzazione terrà colloqui con gli organi di governo di tutti e 33 gli sport sul programma Tokyo 2020”.
Bach ha descritto il rinvio dei Giochi come un "enorme puzzle al cui interno ogni pezzo deve adattarsi" e ha avvertito che "tutte le parti interessate dovranno fare sacrifici e compromessi" per garantire il successo di Tokyo 2020. "Se si estrae un pezzo l'intero puzzle viene distrutto”. “Faremo tutto il possibile affinché ci sia un Villaggio Olimpico, il Villaggio è dove il cuore dei Giochi batte”, ha aggiunto Bach. Il presidente del CIO ha poi ammesso che “un avvertimento dell'OMS che il virus stava accelerando era arrivato lunedì 23 marzo”.
Il rinvio è stato accolto con favore non soltanto da chi l’aveva esplicitamente suggerito - il presidente americano Donald Trump, il presidente della LEN e della FIN Paolo Barelli, le federazioni nuoto degli Stati Uniti, dell’Australia e altre, numerosi atleti – ma anche da chi fino al giorno prima aveva escluso questa ipotesi per salutare poi con entusiasmo la decisione, con repentino volta faccia, come il presidente della IAAF Sebastian Coe, il CEO dei Giochi Olimpici di Parigi 2024 Tony Estanguet e altri. Da questo punto vista nihil sub sole novum.